Catturate l'intruso
“Anche oggi devo andare al campo” – Ittosan e GS ascoltavano Gordus con grande attenzione – “Questa mattina mi tocca andare nel palazzo principale. Abbiamo le ultime lezioni di scienza della guarigione” – Gordus prese il quaderno degli appunti e aprì la porta – “Voi mi aspetterete qui. Al mio ritorno entreremo in missione”.
“Sfrutteremo questo tempo per riposarci” – Disse Ittosan. GS fu daccordo.
Come il giorno precedente, Gordus abbandonò casa sua per recarsi al campo di studio. GS ebbe nuovamente il tempo di consultare gli straordinari libri di Gordus. Gli uomini dell’altro piano esistenziale studiavano delle cose del tutto oscure a quelli del suo.
“Sono curioso di sapere come sei finito in questa storia” – Chiese Ittosan al suo amico.
“Una splendida donna, spalleggiata da un omaccione e dall’Elish, ha fatto irruzione nel mio piano esistenziale. Li ho trovati tutti e tre nel ventre del vulcano della mia città... dovresti ricordartelo”. Ittosan ricordava perfettamente il grande vulcano attivo che sovrasta la città di GS, la stessa città ove si era rifugiato il suo odiato nemico... il Viking!
“Eri lì per fare una scampagnata?”.
GS scosse la testa – “Ero lì per recuperare la mia corazza. Dall’ultima volta che ci siamo visti è cambiato qualcosa”.
“Fammi indovinare: Hai una nuova corazza!”.
“Proprio così”.
“Il Grande maestro deve fare gli straordinari a causa tua”.
“Non è stato un suo dono. La Fire son me l’ha consegnata un vecchio guerriero che l’ha ritrovata durante uno dei suoi viaggi. Sapeva che avevo bisogno di una corazza che non mi ponesse i vincoli del Nuovo ordine e così me la cedette. La Fire son è diversa dalle altre corazze. In genere, nel mio mondo, quando hai terminato un determinato percorso puoi avere per diritto una corazza che ti permetterà di accedere ad una classe di cavalieri. Mano a mano che avanzi nella tua storia personale puoi riuscire a conquistare corazze che appartengono a livelli superiori... ma c’è sempre qualcuno che decide se tu sei pronto o meno. Se ciò non bastasse, più avanzi di livello e maggiori sono i limiti imposti dal Nuovo Ordine” – GS bevve un sorso d’acqua prima di continuare – “La Fire son invece è diversa. Io credo che essendo una delle armature antiche conservi la capacità di evolversi. Mano a mano che tu cresci lo fa anch’essa”.
“E adesso a che punto è?”.
GS scosse il capo – “Non lo so. Da quando sono qui non l’ho ancora provata”.
“Beh io credo che avrai presto l’occasione buona per farlo e non mi dispiace affatto, se devo essere sincero. Quelli contro cui dovremo presto combattere sono i mercenari più spietati dell’intera regione... io li ho visti”.
“Io spero che si possa risolvere tutto senza combattere”.
“Sei un illuso. I monaci neri hanno un progetto... qualcosa di grosso e non ammetteranno intrusioni da parte nostra. Ciononostante noi dobbiamo fermarli perché sembra che abbiano realizzato un’arma in grado di mettere in serio pericolo tutto l’universo... ed io sono convinto che qualcunque cosa sia, quell’arma è custodita sotto il lago. Dev’esserci una base segreta lì”.
“Anche Gordus mi ha detto più o meno la stessa cosa. Sembra che il luogo dal quale sono scappato, dopo essere giunto qui, sia una delle torri che i monaci hanno messo in piedi e forse da ogni torre sarà possibile aprire un portale per invadere un altro piano esistenziale o più parti di uno stesso piano esistenziale”.
“Di qualunque cosa si tratti, noi dobbiamo fermarla”.
GS fissò il suo amico – “MA come mai ci tieni tanto?”. Ittosan lo guardò aggrottando le sopracciglia. “Intendo dire, come mai hai preso così a cuore questa missione? Io mi ci sono ritrovato coinvolto per caso, ma tu...?”.
“Io ho un debito”.
“Non capisco”.
“Tempo fa, quando avevo ormai dimenticato da molto di essere Ittosan il vendicatore, un gruppo di malviventi mi aggredì alle porte della mia palestra e mi uccise quasi. Uno strano uomo mi salvò la vita ma in cambio mi chiese di ridiventare quello che ero e di indagare sul grande pericolo che stava prendendo forma in questa regione. Devo assolutamente sdebitarmi”.
GS cominciò a chiedersi chi fosse l’uomo che aveva assoldato Ittosan. Anche il Demone rosso aveva parlato di un uomo che lo aveva ingaggiato per quella missione...
Quando Gordus arrivò al campo di addestramento, all’interno del Palazzo del potere, si bloccò di soprassalto. Gli uomini in armatura nera erano giunti lì.
“Sappiamo che il fuggiasco ha trovato rifugio in questa zona. È di vitale importanza che riusciamo a prenderlo. È un pericoloso criminale e chiunque gli sta fornendo appoggio sta commettendo un reato grave contro L’Altare”.
Gordus vide Ivanoe avvicinarsi al generale, il suo udito fine gli permise di ascoltare la conversazione – “Generale, noi capiamo perfettamente la situazione. Ci dia del tempo per scoprire dove si trova questo soggetto. Se nel frattempo ci può fornire una sua descrizione...”.
“Deve trattarsi certamente di quello strano individuo che faceva tutte quelle domande riguardo al lago e a quello che è successo al villaggio” – Luke Falrin era intervenuto. Come sempre aveva cominciato a sbraitare. Ivanoe si morse il labbro inferiore. Era consapevole che non poteva trattarsi del mercenario, in quanto faceva parte di un gruppo scelto dal barone in persona ma l’intervento di Falrin avrebbe fatto insospettire ancora di più le guardie nere.
“Vieni avanti” – Il generale invitò Falrin a farsi avanti. Luke eseguì l’ordine. “In città è giunto da alcuni giorni uno strano individuo che sta facendo un sacco di domande riguardo la distruzione del villaggio” – Poi girandosi verso il resto degli aspiranti guaritori – “Io ho cercato di fermarlo, ma da solo non ce l’ho fatta. Quel criminale mi ha quasi ammazzato”. Il generale, un omone in armatura nera, si voltò verso Ivanoe – “Adesso dov’è questo individuo?”
Ivanoe scosse il capo – “Io non lo so. L’ho solo visto l’altro giorno alla taverna”.
“Comunque sia” – Intervenne Lorenz – “Ve lo porteremo qui. Ci divideremo in piccole squadre e lo cattureremo. Sappiamo tutti più o meno come sia fatto, quindi lo porteremo noi all’Altare”.
“C’è un’altra cosa” – Aggiunse il guerriero – “Questo soggetto può avere uno o più complici. Chiunque sia sospetto, chiunque sia insolito, dev’essere catturato”.
“Sarà fatto!”.
“Noi vi aspetteremo all’interno del perimetro dell’Altare. Avrete di tempo fino alla mezza notte. Se per allora non ci avrete consegnato almeno uno dei criminali, interverremo personalmente”.
“Non potete farlo!” – Una donna di mezza età era comparsa all’improvviso, attirando l’attenzione di tutti. I giovani chinarono il capo con rispetto al cospetto della direttrice – “Quest’angolo di città è sotto la mia responsabilità. Saremo noi guaritori a trovare i criminali... ammesso che siano qui”.
“E come crede di poter gestire la cosa? Non avete guardie armate. Non siete la compagnia guaritrice delle Grandi croci. Loro sì che hanno un corpo militare sufficientemente addestrato per poter tentare di gestire la situazione”.
La direttrice si morse il labbro inferiore ma si calmò immediatamente – “Non avremo un corpo di guardia, ma possiamo pur sempre gestire una situazione come questa. Non dimenticate che siamo dei Super dei”.
“Signora, con tutto il rispetto dovuto, lei è una super dea nell’arte nobile della guarigione... qui stiamo parlando di uomini rudi, assassini che possono essere contrastati solo da persone esperte nell’arte della guerra”.
“Comandante, le ricordo che noi guaritori siamo addestrati per sopravvivere in zona di guerra...”.
“Solo con la dovuta scorta da parte delle forze militari” – La direttrice restò a bocca aperta. Era indignata dal comportamento di quel rude fellone e lo avrebbe fatto a pezzi in un attimo se solo questo non avesse causato la rottura dei rapporti con i monaci neri... e lei non poteva fare una cosa simile. L’uomo si voltò, richiamando a sè i suoi uomini – “Comunque, nel rispetto della carica che veste le daremo tempo fino a meza notte. Dopodiché ogni forma di potere passerà nelle nostre mani” – Gli uomini pasarono accanto a Gordus. Il veterano moriva dalla voglia di prenderli a calci. Un attacco a sopresa gli avrebbe permesso di abbatterne almeno uno prima che gli altri potessero entrare in azione e se batteva il capo, gli altri si sarebbero trovati disorientati, sarebbero state facili prede... ma non fece niente. Non poteva rishciare di tradirsi e soprattutto non poteva far uso della forza davanti alla direttrice. Si limitò a raggiungere il suo gruppo.
“Dividetevi in gruppi e setacciate la città. Non permetteremo a quelle bestie di prendere potere nella nostra zona” – La super dea era decisa a catturare i criminali – “Ivanoe, Vivern, Lady Armion, Fazilh e Gordus” – I cinque fecero un passo avanti – “Voi sarete i capigruppo principali. Scegliete ognuno la propria squadra e dividetevi la città in settori”. Gordus non avrebbe voluto prendere parte alla caccia ma non aveva tempo per discutere. Scelse i suoi uomini più fidati: Tormel dalle lunghe orecchie; il grottesco Greco; il libertino Cost; il robusto Phomal; l’infedele Erik e pochi altri. “Noi setacceremo la periferia. Credo sia molto probabile che i criminali si staino dirigendo all’esterno della città e in così poco tempo possono essere arrivati al massimo alla periferia”.
“Noi vi accompagneremo” – Disse Ivanoe. Con lui aveva Lorenz e la sua squadra più altri aspiranti guaritori. Gordus si morse il labbro inferiore – “La zona periferica è molto vasta. Ci divideremo in due settori”. Gordus annuì. I due gruppi si recarono verso le stalle. La stalla del Palazzo del Potere non aveva cavalli a sufficienza per tutti gli studenti, perciò su ogni cavallo avrebbero montato due cavalieri. Gordus scelse di montare a cavallo con Tormel.
“Ascoltami bene amico mio” – Gordus stava appena farfugliando. Nessuno si sarebbe accorto che stava parlando e nessuno, oltre a Tormel, poteva riuscire ad udirlo – “Devo assolutamente recarmi a casa, quindi passeremo per di là. Al momento opportuno prenderai tu il comando della spedizione”.
“Come vuoi... ma che devi fare a casa?”.
“Fidati amico”.
Arrivati presso la periferia, Gordus prese il sentiero che portava vicino a casa sua, ma Ivanoe lo chiamò – “Aspetta Gordus. Sarà meglio che io e te, assieme a pochi altri, ci dirigiamo verso la zona più pericolosa, lasciando la gran parte del gruppo per la zona più ampia”.
“Con tutto il rispetto Ivanoe, la tua non mi sembra una buona idea. La direttrice ci ha affidato il comando di due gruppi differenti. Io mi sento responsabile per il mio gruppo”.
“Ma se agiamo come io ti consiglio, risparmieremo tempo e sicuramente otterremo risultati migliori”.
Gordus stava perdendo la pazienza. Molti ragazzi stavano cominciando a guardarsi intorno sospettosi. Se qualcuno avesse scoperto Ittosan o GS... in quel momento Tormel lo salvò – “Mi dispiace Ivanoe ma io non prenderò ordine da nessun altro che non sia Gordus” – Il ragazzo fece un cenno ai suoi amici e molti di questi capirono – “Non vedo perché dovremmo scomporre i gruppi”.
“Ve l’ho già spiegato il motivo”.
“A me non sembra un motivo valido”.
“Come osi mettere in discussione le parole di un Centurione?” – Lorenz aveva fatto un passo avanti. Il nobile sovrastava completamente Tormel ma questi era un avversario certamente più esperto e capace.
“Tu fatti gli affari tuoi”.
Lorenz mise mano alla scure che portava alla cintura – “E’ giunto il momento di tagliarti quelle lunge orecchie, uomo del sud”.
“Non aspetto altro, idiota” – Tormel aveva messo mano al pugnale. Cost, Greco, Phomal si fecero avanti e così anche Tachis, Marcus e Giuly. In breve tempo si scatenò una rissa e mentre Ivanoe e i pochi che ne erano rimasti esclusi cercavano di dividere i litiganti, Gordus si dileguò – “Mi dispiace amici... ma devo salvare GS e Ittosan” .
Gordus arrivò velocemente a casa, spalancò la porta e corse alla sua armatura – “Ragazzi dovete scappare di qui! Fidatevi, i guaritori vi danno la caccia. Seguite le mura esterne e attendete il mio ritorno nei pressi del ponte sul fiume. Tenete gli occhi bene aperti, gli uomini in nero vi danno la caccia” – Gordus stava per indossare la sua corazza, quando udì qualcosa: Il suono di passi sicuri che correvano nella direzione di casa sua – “Per la miseria, qualcuno deve avermi seguito!”. Ittosan gli si avvicinò sorridendo e gli mollò un colpo alla base del collo. Il colpo aveva colto si sorpresa il povero Gordus, che vacillò.
“Perché lo hai fatto?” – Chiese GS.
“Sta arrivando qualcuno e non voglio che lo giudichi nostro complice” – Poi Ittosan afferrò Gordus –“Lo faccio per il tuo bene amico mio” – Ittosan scaraventò il povero Gordus fuori dalla finestra.
In quel momento stavano giungendo Ivanoe, Lorenz, Tormel, Greco e Giuly, mentre gli altri membri delle due squadre si stavano riunendo con la retroguardia. I cinque aspiranti guaritori videro Gordus mentre rotolava sul prato verde.
“Qualcuno deve averlo attaccato in casa sua!” – Tormel sguainò il suo pugnale e si lanciò all’attacco. Con un sol balzo entrò dalla finestra distrutta.
Il suo pugnale saettò nell’aria, ma esitò a sferrare il mortal fendente – “Perché questi tipi avranno attacco Gordus? Mi sembrava che fossero suoi amici”. Così, prima che potesse colpire il suo bersaglio, Ittosan afferrò Tormel a mezz’aria e lo scaraventò contro la credenza. Ittosan aprì la porta della casa e si ritrovò faccia a faccia con Ivanoe e gli altri.
“E’ quel dannato mercenario!” – Lorenz mise nuovamente mano alla sua scure e si lanciò all’attacco.
“Aspetta, non così!” – Ma le raccomandazioni di Ivanoe non servirono a nulla. Lorenz sferrò un potentissimo fendente ma Ittosan schivò di lato. Lorenz seguì il movimento dell’avversario e sferrò un nuovo fendente laterale colpendo il nemico al cuore. Ittosan venne scaraventato a terra dalla violenza del colpo. “Adesso sei mio” – Ma prima che Lorenz potesse sferrare il colpo mortale, GS sbucò dall’ingresso della casa di Gordus e sferrò un destro micidiale che mandò Lorenz gambe all’aria. In men che non si dica GS si ritrovò circondato dal gruppo e in quel momento arrivò anche il resto della banda.
“Ma io lo conosco questo bastardo!” – Esclamò Guily – “Si tratta di quel maledetto che fece irruzione già una volta nel nostro mondo attraverso la breccia di Battrall”. La donna si avvicinò a GS e gli mollò un pugno che lo fece barcollare. Il ragazzo non sapeva che fare e alzò le mani al cielo in segno di resa.
“Questo qui è ancora vivo” – Tachis, accompagnato da alcuni altri, aveva prestato soccorso a Ittosan ma il ragazzo era solo un pò stordito. La straordinaria placca aveva protetto il suo petto.
“Accompagniamoli al plazzo. Sarà la direttrice ad occuparsi di loro”. GS e Ittosan vennero legati e messi su un cavallo. “Sembra che la nostra missione sia finita” – Disse Ittosan – “Non temere” – Sussurrò GS – “Lì fuori ci sono ancora Fergus e gli altri... non ci lasceranno morire”.
“State zitti!” – Lorenz colpì GS sul viso con un ceffone. Il ragazzo sputò il sangue che gli impastava la bocca e giurò che se si fosse liberato avrebbe dato il fatto suo a quel fellone.
“Non accanitevi contro i prigionieri” – Ivanoe stava soccorrendo Gordus, il quale si stava appena riprendendo – “Accompagniamoli al palazzo. Gordus deve ricevere delle cure”. Il veterano si rimise in piedi e quando vide GS e Ittosan legati ebbe un tuffo al cuore. La situazione gli era sfuggita di mano. Se GS e l’altro fossero stati consegnati nelle mani dei monaci neri sarebbero stati certamente uccisi... doveva impedirlo ma per ora non poteva fare niente.
“Direttrice, somma dea, le abbiamo portato due meschini che si nascondevano presso la periferia della città” – Ivanoe indicò Gordus – “E’ stato grazie a lui che siamo riusciti a mettergli le mani addosso”.
“Mi spieghi perché li stavi proteggendo?” – Tormel si era avvicinato a Gordus – “Ti avevano forse minacciato?”.
“Non sono criminali. Volevo metterli in salvo ma mi hanno attaccato per non coinvolgermi in vece di loro alleato. Dobbiamo tirarli fuori dai guai”.
La direttrice si avvicinò ai due prigionieri. Fissò prima GS e poi Ittosan – “Tu sei il mercenario... perché non sei andato via assieme al resto della tua banda?”.
“Volevo fare una bella vacanza” – Rispose Ittosan.
La suprema Super dea tornò a fissare GS. Era una donna sulla quarantina dai lunghi capelli corvini. Il suo sembrava un fisico debole, eppure dai suoi occhi proveniva una grande forza – “E tu?”.
“E’ un mio compagno. Ci siamo ritrovati dopo tanto tempo” – Intervenne Ittosan.
“Ma signora” – Gordus si fece avanti – “Quello di dietro, il ragazzo con la corona, è un mio amico che viene da molto lontano. È il principe di uno dei territori liberi. L’altro” – Gordus finse di odiare Ittosan – “E’ un volgare ladro che si è intrufolato a casa mia. L’ho colto di sorpresa mentre cercavo le tracce di un’ombra che mi è passata davanti agli occhi... ma che poi si è dileguata come sabbia al vento”. La donna fissò Gordus e annuì. Sorrise a GS e disse – “Liberate il principe. È finito coinvolto in questa storia per sbaglio” – Poi fissò l’altro ragazzo – “Portate questo mercnario nella nostra sala per gli ospiti. Tra poco verrò a farci quattro chiacchiere... ma fino ad allora che nessuno lo offenda”. Ivanoe scortò Ittosan fino alle stanze indicate dall’avvenente super dea. GS venne invece liberato. “Tu, principe di una terra lontana, sarai scortato fino alle mura della città e farai ritorno da dove sei venuto. Per stanotte riceverai ospitalità nel mio palazzo”. GS annuì. “Seguimi” – La donna scortò GS attraverso il campo fino all’ingresso del Palazzo del potere, poi, prima di entrare, si voltò verso il gruppo – “Ormai è quasi buio. Interrompete le ricerche. Che siano gli esperti soldati dell’Altare a continuarle”.
GS fissò il povero Ittosan mentre veniva portato in un’ala diversa del palazzo. Ittosan gli sorrise. GS cominciò a credere di essersi cacciato in un bel guaio. Sperava che non venisse fatto del male al povero Ittosan.
“Non temere per quel ragazzo ribelle” – L’avvenente super dea parlò come se riuscisse a leggere i suoi pensieri – “Accomodati” – Lo fece accomodare in una sorta di salotto – “Qui nel mio palazzo non riceverete alcun danno... se non causerete problemi”. GS non sapeva che dire. La donna lo fissò. Nei suoi occhi c’era dolcezza... ma GS poteva fidarsi di lei?
“Accomodati e non stare così rigido”. GS si sforzò di rilassarsi ma con scarsi risultati. Si sedette di fronte alla donna. “Tu e Gordus non me la date a bere. Sei troppo diverso per essere uno delle nostre parti”. GS inarcò le sopracciglia. “Ma hai visto i tuoi vestiti? Tu provieni sì da molto lontano, ma da molto più lontano di quanto il nostro amico Gordus voglia darci ad intendere”. Per la prima volta GS aveva fatto caso a quanto fossero diversi i suoi vestiti rispetto a quelli di quella gente. Lì non erano di moda i jeans e le camice. La donna che aveva di fronte, di una bellezza rara, era vestita con un lungo elegante abito nero ed una collana d’oro al collo. La sua chioma nera incorniciava un volto stanco ma ancora bello e dai profondi occhi scuri. Quegli occhi sembravano leggerli dentro e GS capì che era inutile mentire. Avrebbe fatto quello che faceva spesso di fronte ad una simile autorità: Avrebbe detto la verità.
“Io vengo da... dall’altro piano esistenziale” – Cominciò a dire – “Sono qui perché ho seguito delle strane persone ed un... un essere che voi chiamate Elish” – La super dea lo guardava come se già sapeva quello che le stava dicendo – “Si sono introdotti nel cuore di un immenso vulcano della mia zona e hanno rubato della lava... del magma incandescente dal suo ventre”.
“Vogliono portare l’Elish alla sua massima potenza” – La donna si alzò e versò dell’acqua di fonte in un grosso calice che poi porse a GS – “Staranno già compiendo i loro esperimenti per annullare la ragione di quella povera creatura e scatenare la sua ira su tutti coloro che li ostacoleranno”.
“Voi sapete ogni cosa?” – GS era adirato – “Se sapete la verità... allora perché li lasciate fare?”.
“Noi siamo Super dei. Non possiamo scatenare una guerra. Dobbiamo agire secondo saggezza, come stiamo già facendo. Io e il sommo sacerdote Barbis, signore indiscusso di questa terra, stiamo già escogitando una strategia per limitare definitivamente il potere dei monaci in questa parte della città... ma ci vuole tempo” – La donna si riavviò i capelli e sospirò. Faceva una gran pena a GS. Quella donna era visibilmente stanca, forse troppo matura per combattere, eppure stava combattendo una silenziosa guerra che avrebbe limitato il potere dei monaci senza spargimenti di sangue – “Il nostro amico Gordus ha un cuore nobile... ma è troppo irruento. Gli avevo detto di fare la sua strada, di non ficcare il naso in tutta questa storia... l’ho fatto per il suo bene, affinché non corresse rischi inutili. Lui non ha il potere, né la forza per contrastare l’Altare”.
“Quindi quando lo avete sgridato... è stato solo per proteggerlo!”.
La donna si alzò avvicinandosi a GS e sedendosi al suo fianco. I suoi capelli profumavano di rosa. “Dimentica questa storia. Torna al tuo piano esistenziale. Lascia a noi la risoluzione dei nostri problemi. Non voglio che un ragazzo giovane come te corra dei rischi inutili qui”.
“Chiedo scusa”.
“Entra pure Nazhul” – La super dea sapeva già da tempo che il sommo Nazhul, suo alleato ed amico, stava ascoltando la conversazione. Un vecchio uomo, dall’aspetto stanco e malato entrò nella sala. Fissò GS, poi la super dea – “Signora, io penso che questi giovani ragazzi siano la risposta all’Altare”.
“Loro non possono combattere. Sai bene quanto si sia esteso il potere dell’Altare. Non avrebbero scampo. Mentre noi discutiamo, le nere orde dell’Altare stanno già circondando la città. Da domani inizierzanno le loro spietate ricerche e noi...”.
“Tu hai troppa poca fede in questi giovani” – L’uomo zoppicava vistosamente, il suo corpo era malato ma il suo spirito conservava ancora tuta la fierezza conosciuta nei tempi d’oro – “Lascia che compino la loro missione! Lasciali tentare almeno. Ricordi quando tu eri giovane? Prima di raggiungere il livello di un super dio... anche tu hai combattuto le tue battaglie... e per quanto forti fossero i nemici come ti saresti sentita se qualcuno ti avesse impedito di batterti?”.
“Mia signora, voglio che lei sappia che né io, né il mio amico che avete condotto in sala d’attesa, siamo comuni ragazzi. Possediamo dei doni che ci rendono molto forti nella lotta”.
“Qualunque sia il dono che ti hanno fatto le genti del tuo piano esistenziale... non sarai mai in grado di fronteggiare gli eserciti al comando dell’Altare. Se una guerra fosse stata la soluzione migliore, li avremmo attaccati da tempo”.
“Mia signora, mi dispiace insistere... ma l’Altare ha messo su delle torri dalle quali ha intenzione di invadere il mio e forse altri piani esistenziali. Io sono qui per impedirlo”.
“Adesso basta!” – La donna si era visibilmente arrabiata – “Alle prime luci dell’alba sarai scortato presso le mura del sud, dove attraverserai un Breccia e te ne tornerai alla tua terra... e non voglio più vederti qui!” – Senza aggiungere altro, la donna lasciò la stanza. GS si ritrovò da solo. Fissò il sommo Nazhul. L’uomo era triste ma se ne andò senza dire una parola.