Duro

16.01.2014 18:27

Duro

Abras Gaia

 

 

Quando riaprì gli occhi, GS si rese conto che gli dolevano le gambe. Provò ad alzarsi ed il formicolio fu un fastidio accettabile.

Per oggi basta così” – GS andò in bagno, si lavò il viso, tornò in camera e afferrò lo scrigno dell’armatura per poi uscire – “Visto che ho il resto della giornata a disposizione, tanto vale che mi alleni un po’. Ho trascurato troppo la Fire son in questo periodo”.

In realtà GS si chiedeva se fosse riuscito a sfruttare a pieno le capacità della corazza, che era ridotta molto male – “E’ strano, non capisco perché la Fire son non si sia riparata questa volta e mi chiedo se sarà in grado di dare il massimo”.

GS strinse le bretelle dello scrigno, poi chiuse la porta della sua camera, così come chiuse quella di casa qualche secondo dopo.

Si servì dell’autobus per raggiungere la zona sulle colline, quella in cui si recava di solito, quando voleva mettere alla prova le capacità della Fire Son. Il viaggio fu piacevole ed il cavaliere lo passò parlando con una ragazza che conobbe sull’autobus. Si trovò in imbarazzo quando lei gli chiese cosa fosse lo strano scrigno che portava con sé – “E’ molto grosso, tieni le tue cose lì dentro?”.

Lui aveva inarcato il sopracciglio destro e non aveva saputo cosa dire. Poi fu la ragazza stessa a liberarlo dall’imbarazzo, perché iniziò a parlare di altro.

La conversazione fu molto piacevole. La ragazza era una studentesse di infermieristica. GS le raccontò di quando anche lui, ormai quasi dieci anni prima, aveva studiato presso quella stessa città – “Io ero uno studente del secondo polo formativo”.

“Beh, io faccio parte del primo” – La ragazza fece una smorfia – “Credo tu sappia questo cosa voglia dire”.

GS annuì, accennando un sorriso.

“Sono proprio matti quelli!”.

“Hai ragione” – Disse il cavaliere – “Sono troppo rigidi”.

“Esatto e questo non va bene!”.

“Assolutamente no!” – Esclamò GS, contrariato – “Mica siamo tanti piccoli soldatini? La guerra è finita da tempo”.

La ragazza sorrise – “Ah, se poi a questo ci sommi tutti gli altri problemi che ho…”.

“Mi avrai mica preso per il tuo confessore o per il tuo migliore amico?”.

La ragazza rimase un attimo spiazzata ma poi riprese immediatamente l’arringa – “Se ti da fastidio, non ti parlo più!”.

“Oh, ma come siamo permalose!” – GS si avvicinò un po’ alla ragazza – “Lo sai che la permalosità ti preclude moltissime… possibilità?” – La fissò per qualche secondo, serio, poi tornò a sorridere – “Te lo dice uno che è molto, ma molto permaloso!”.

La ragazza iniziò a ridere – “Sei un tipo proprio strano, tu!”.

“In effetti” – GS si sistemò in modo comodo in poltrona – “La normalità non mi piace, mi fa sentire uguale alla massa mentre a me piace distinguermi”.

“Quindi, ti definiresti un ragazzo originale?”.

GS annuì e tornò a essere serio – “Proprio così” – Poi sorrise – “Diciamo pure che uno come me non lo troverai nemmeno se giri per i paesi più strambi della penisola!”.

“Ah, ci scommetto!” – Disse la ragazza, che poi si presentò – “Io sono Paola, piacere!”.

GS tornò serio e la fissò in un modo che l’altra provò un brivido di terrore, leggendo un profondo mistero nei suoi occhi – “Chiamami X, Agente X”.

La ragazza rimase a fissarlo in modo intenso. Molto probabilmente si stava chiedendo se il ragazzo fingesse o dicesse sul serio. Certo che la presenza di quello scrigno misterioso…

“Sono un agente in missione e non posso rivelare a nessuno la mia vera identità” – Poi GS riconobbe il paesaggio intorno: doveva scendere – “Adesso devo andare, sono arrivato a destinazione” – Le fece un occhiolino – “Non seguirmi… potresti finire in qualche casino… un grosso casino!”.

GS scese, scrigno sulle spalle e si guardò intorno come se si aspettasse un attacco da un momento all’atro. La ragazza continuò a fissarlo attraverso il finestrino del bus. GS non si voltò mai ma seguì lo sguardo della ragazza con la coda degli occhi e quando l’autobus fu abbastanza lontano, il cavaliere sorrise – “E’ sempre un piacere giocare con una bella ragazza! Peccato non aver avuto il tempo di prendere il suo numero di telefono” – Il cavaliere memorizzò il numero di linea del bus – “Ma chissà se riuscirò ancora ad incontrarla, magari salendo su questa stessa linea, alla stessa ora!”.

Il cavaliere sorrise e si avviò verso la parte più interna delle colline – “Peccato che queste zone siano isolate. Chissà se c’è più vita il sabato sera!”.

 

GS si guardò intorno: quel paesaggio sembrava non cambiare mai. Colline coperte di verde, circondate dalla vegetazione che in alcuni tratti era anche molto fitta.

E mentre camminava, diretto in un luogo sicuro, in cui nessuno avrebbe potuto spiarlo, il cavaliere si ritrovò in quello stesso sentiero! Il sangue gli si gelò nelle vene al ricordò che riaffiorò alla sua mente!

In quel sentiero aveva avuto il suo primo scontro con l’Imperatore. Lo scontro era stato disastroso! Aveva esitato ed il suo implacabile nemico lo aveva attaccato senza pietà! Un colpo, per quante volte avesse ripensato a quella scena si ricordava sempre e solo di un colpo.

Un unico attacco era riuscito a sconfiggerlo definitivamente. Strinse forte le cinghie dello scrigno e, senza nemmeno accorgersene, si ritrovò a digrignare i denti. Una fitta di dolore gli attraversò il cervello e le membra. Nonostante la protezione della Fire Son l’attacco dell’Imperatore era riuscito a raggiungere il suo corpo e forse il suo spirito!

Una fitta terribile al petto e alla parte superiore dell’addome. Il dolore che si propagava verso le braccia; il fiato che usciva a forza dai polmoni; il corpo che veniva proiettato verso un luogo lontano; la perdita di controllo; il mondo che girava vorticosamente e la vista che si annebbiava. Una pioggia di schegge rosse come tizzoni ardenti, l’anima che accompagnava il grido di dolore del corpo; l’orgoglio lacerato ancor più del corpo; le ossa che subivano una compressione notevole; le costole che si incrinavano dopo che il colpo aveva superato la protezione della Fire Son. La Corona dell’Ariete che volava via dalla sua fronte, come una parte di sé che lo abbandonasse forse per sempre.

Il vuoto improvvisamente lo inghiottì, mentre una parte di sé continuava disperatamente la lotta per non perdere conoscenza. Quella parte gli stava gridando di non arrendersi all’oblio, poiché sarebbe rimasto indifeso e l’Imperatore lo avrebbe annientato, dandogli il colpo di grazia! E lui, la parte cosciente, rispondeva dicendo che i danni subiti non gli avrebbero permesso di opporre resistenza, tanto valeva abbandonarsi all’oscurità in modo che la fine sarebbe giunta senza troppo dolore. Prima che l’incoscienza giungesse a cullarlo in un mondo di oscurità, freddo e senza sogni, un grido giunse da lontano e gli parve di riconoscere la nobile Samantha, una delle sue maestre. Avrebbe voluto gridarle di andare via – “Salvati almeno tu, Sam! Non possiamo contrastarlo, è troppo forte!” – Ma era troppo tardi.

 

Le mie maestre mi salvarono ma ero in uno stato di coma. Fui condotto velocemente in ospedale, dove mi prestarono i primi soccorsi e mi salvarono la vita.

Quella notte stessa il Grande Maestro MU predispose il mio trasferimento presso una località segreta, dove era stato allestito un ospedale da campo, attrezzato con una sala rianimazione ed una equipe di specialisti di alto livello e tutto questo per mantenermi in vita!”.

Ormai GS aveva iniziato a ricordare ed il flusso non si fermare. Come se fosse stato distrutto un recinto, i ricordi avanzavano come cavalli selvaggi a briglia sciolta.

“Mentre l’equipe medica e assistenziale lottava per tenermi in vita e per riportarmi indietro, io ero finito in un mondo sconosciuto… quel mondo che ognuno ha dentro di sé”.

Era stata quella la prima volta che il cavaliere si era ritrovato in quel mondo fatto di immaginazione e realtà, quel luogo fantastico che era nella sua mente!

Non fu semplice trovare la via di uscita e tornare indietro e fu solo merito degli specialisti se riuscii a tornare in questo mondo!”.

 

GS posò in terra lo scrigno e lo aprì. Osservò la Fire Son sulla quale erano ben visibili i segni delle battaglie passate – “L’armatura dovrebbe essere abbastanza potente da resistere ancora ma se non fosse così?”.

GS indossò l’armatura e mise la corona sulla fronte. Chiuse gli occhi e si rilassò attraverso il controllo della respirazione. Si concentrò sull’armatura, cercando il contatto profondo con la Fire Son.

Dopo alcuni minuti nella mente del cavaliere si formò l’immagine della Fire Son. Il cavaliere iniziò ad esplorarne ogni parte, iniziando dagli schinieri sui quali erano presenti delle crepe ma erano superficiali. Anche i gambali presentavano dei danni che erano lievi. La cintura era integra, fatta eccezione la parte frontale che presentava alcuni squarci.

L’addome era stato interessato da danni lievi, rappresentati dalle solite crepe che erano presenti anche sulle patri basse. Il pettorale era la parte più colpita! I suoi danni erano molto più importanti. Oltre agli squarci superficiali, ben più visibili, era stata interessata anche la parte più profonda e quindi non avrebbe offerto una protezione resistente e sicura al cavaliere.

Gli spallacci non erano stati rovinati, mentre l’elmo presentava dei danni nella parte frontale e superiore ed anche in questo caso i danni avrebbero reso insicura la sua incolumità. Anche entrambi i bracciali erano interessati da danni superficiali.

GS cercò di controllare l’agitazione attraverso il respiro. L’immagine della corazza scomparve e venne sostituita da quella dei suoi polmoni: la gabbia toracica che si alzava ed abbassava in modo poco ritmico: l’ansia lo stava divorando.

Non devo combattere!” – Iniziò a dirsi il cavaliere – “Non sono in pericolo!” – Sperando che quei pensieri lo aiutassero a ritrovare la calma.

Lentamente il respiro tornò regolare. Nella sua mente prese nuovamente forma la Fire Son, alla quale il cavaliere pose un silenzioso interrogativo. La risposta fu negativa – “Negativo”.

In quelle condizioni la Fire Son non era in grado di unirsi col Potenziatore, che l’avrebbe schiacciata. La Fiamma di Luce non era una tecnica sicura, in quanto sarebbe penetrata nelle fenditure. Alcune di queste erano importanti e l’armatura poteva anche esplodere. Se anche questo non fosse successo, la Fiamma sarebbe potuta risultare troppo intensa per il cavaliere, soprattutto se fosse stata sfruttata per un periodo troppo lungo.

Andava da solo che senza la Fiamma Fotonica il cavaliere non sarebbe stato in grado nemmeno di utilizzare il Potenziatore, il cui enorme potere si attivava solo attraverso la Fiamma Fotonica.

GS aprì gli occhi e sbuffò – “Con la Fire Son in queste condizioni, non vedo che tipo di addestramento possa fare!”. Il cavaliere rimase un attimo sopra pensiero, poi ebbe un’illuminazione – “Potrei utilizzare la Spada Gemella, per affinare maggiormente la mia abilità nell’uso della spada!”.

Senza perdersi di coraggio, con la promessa di contattare al più presto il suo Maestro e di discutere con lui sulle condizioni della corazza, GS afferrò l’elsa dell’arma. Immediatamente le connessioni si unirono al braccio destro, coperto come sempre anche dal prodigioso Maglio di Boron, ed alla Corona.

Il cavaliere tirò un respiro profondo, assunse la sua posizione, tenendo l’elsa con entrambe le mani, poi si lanciò all’attacco! I suoi fendenti erano rapidi ed erano diretti contro nemici immaginari. Quella che stava eseguendo il Cavaliere del Nuovo Ordine era una forma memorizzata nel momento in cui era riuscito ad impossessarsi della lama. Ripeté la tecnica due volte, poi si stufò – “Certo che così non è divertente, quasi preferirei dei nemici con cui confrontarmi!”.

In quel momento la corona gli lanciò un segnale ed il diadema al suo centro iniziava a lampeggiare. Lo strumento prezioso stava per mostrare a GS un’altra delle sue prodezze, quando avvenne qualcosa che distolse l’attenzione del cavaliere dal suo addestramento!

 

“Vedo che ti alleni con la spada” – La voce proveniva dal folto degli alberi – “Ma non ti avevano descritto come uno spadaccino”.

“Chi è là?”.

La voce era roboante e presto il misterioso interlocutore fece la sua comparsa, palesando la sua presenza. GS lo fissò in modo concentrato: chi diavolo era e cosa indossava?.

Era alto e dal fisico slanciato. Il suo corpo era interamente protetto da una struttura artificiali grigia con dei tratti argentati. Era una corazza del Nuovo Ordine?

Come in risposta alla silenziosa domanda di GS, la sua corona iniziò a lanciargli dei messaggi: quella non era una corazza del Nuovo Ordine.

“Chi diavolo sei?”.

“Il mio nome ha qualche importanza?” – Anche se il tono di voce era roboante, riusciva a trasmettere tutta l’arroganza della persona che si celava dietro le misteriose vestigia.

“Direi di sì. Tu conosci il mio nome?” – GS teneva la spada abbassata, mantenendola solo con la destra.

“Sei GS, giusto? E quella che indossi è la famosa Fire Son”.

GS annuì – “Adesso tocca a te presentarti”.

“Sono un cavaliere, proprio come te”.

GS alzò la maschera della Fire Son – “Quindi sei anche tu un Cavaliere del Nuovo Ordine?”.

“Sono un cavaliere” – Fu la risposta.

GS fissò il nuovo arrivato con interesse: era la prima volta che vedeva una corazza simile. Non sembrava nemmeno un’armatura ma una sorta si tuta rinforzata – “Sarà meglio non sottovalutarlo!”.

“Ti stai forse chiedendo qualcosa su di me?”.

GS annuì.

“Chiedi pure, allora”.

“La tua armatura è molto strana”.

“Perché?”.

“Non prendermi in giro” – GS sorrise – “Si vede chiaramente che è diversa dalle altre del Nuovo Ordine”.

“Vedo che sei perspicace”.

GS annuì.

“Diciamo pure che la mia è una corazza molto particolare, una delle ultime del suo genere”.

“Ultima del suo genere?”.

“Proprio così”.

“Posso fare ancora una domanda?”.

“Certo, purché sia l’ultima”.

GS annuì – “Perché sei venuto a cercarmi?”.

“Mi sembra ovvio” – Fu la risposta – “Per sfidarti!”.

“Come mai? Sono diventato così importante nell’ambito dei cavalieri?”.

“Sembra proprio di sì”.

GS sorrise ancora di più – “Non ho voglia di battermi. Non sono qui per combattere”.

“Tu potrai anche decidere di star fermo” – Con una rapida mossa, il cavaliere misterioso gli fu addosso. GS ebbe appena il tempo di incrociare le braccia al petto, per evitare le l’impatto distruggesse il pettorale della Fire Son. Il Cavaliere del Nuovo Ordine fu scagliato contro un albero.

“Vedo che non mi lasci altra scelta” – GS abbassò la maschera della Fire Son e si mise in posizione, lasciando cadere l’enorme Spada Gemella.

La battaglia esplose in un attimo!

Il cavaliere comparso misteriosamente dal nulla si lanciò all’attacco. Utilizzava uno stile molto semplice e potente: carica e tirava colpi precisi e potenti. GS riuscì ad evitare la prima scarica, indietreggiando ma quando partì per il contrattacco, inciampò. Il nemico non gli diede scampo!

Una tempesta di pugni investì GS! I colpi avevano una potenza incredibile, nonostante fossero semplici. GS non riuscì a reagire prontamente e alla fine il nemico lo sollevò sopra la sua testa e lo scagliò contro una grossa roccia. Il Cavaliere del Nuovo Ordine si trascinò per circa un metro, poi si rimise in piedi, ansimante.

“Non sei granché, cavaliere. Non sei degno di indossare una simile armatura”.

Il commento del cavaliere dalla corazza misteriosa mise in crisi GS. La rabbia iniziò a montargli dentro – “Sei fortunato che non possa ricorrere alla Fiamma Fotonica!”.

Nonostante si stesse battendo con delle gravi menomazioni (non poteva contare sulla Fiamma, né sul Potenziatore e la sua corazza era danneggiata in modo importante) GS non aveva intenzione di arrendersi. Si rimise in piedi in modo caparbio, pronto a combattere – “Non posso tirarmi indietro!”.

“Non hai ancora capito che non puoi battermi?”.

“Questo lo vedremo!” – GS si scagliò all’attacco con una furia senza eguali. Con un solo scatto fu immediatamente addosso all’avversario. Questi tentò di schivare ma l’assalto di GS fu troppo rapido. Il Pugno di Boron esplose contro la strana maschera del nemico, che cadde all’indietro.

Questo è il momento buono!” – GS non terminò il suo attacco ma si abbassò sull’avversario e prese a pugni l’addome ed il torace – “Non sembra metallo…”. La Corona dell’Ariete iniziò ad inviare dei segnali: il materiale della corazza avversaria era diverso da quello delle consuete armature del Nuovo Ordine ed in quel momento stava cambiando colore!

Il metallo iniziò a scintillare e divenne argenteo, mentre la visiera assunse un colore bluastro ed i cristalli della visiera iniziarono a lampeggiare di una sinistra luce azzurra.

Un attimo prima che la Corona inviasse un forte segnale di pericolo, GS aveva già intuito che qualcosa sarebbe andato storto! Stava per indietreggiare, quando il cavaliere misterioso si sollevò, scalzandolo via e colpendolo con un poderoso gancio a pugni uniti!

Il contatto tra le due corazze produsse una piccola esplosione che scaraventò GS contro un grosso masso, che si spaccò all’impatto con la Fire Son.

“Dolore! Provo un forte dolore” – GS si rese conto che la maschera della Fire Son si era quasi spezzata e che parte del torace si stava sgretolando – “Ha una potenza senza eguali! Non ho mai incontrato uno così, prima d’ora!”.

GS non sembrava più in grado di combattere – “Devo fuggire! Adesso, prima che mi attacchi nuovamente!”.

Nella mente del cavaliere iniziò a serpeggiare uno strano timore: il suo istinto gli diceva che un altro attacco gli sarebbe costato la vita – “Devo impedire che mi attacchi e fuggire, scappare il più lontano possibile da qui!”.

Ma proprio quando il cavaliere si apprestò a fare la sua mossa disperata, il misterioso cavaliere indietreggiò – “Se è questa tutta la tua forza, preferisco lasciarti andare. Ti darò un po’ di tempo, dopo tornerò a cercarti e ci confronteremo di nuovo”.

GS fece un salto indietro – “Che vuol dire?”.

Il cavaliere dalla misteriosa corazza si voltò ed iniziò ad andare via – “Quello che ho detto. Ora posso dirti il mio nome: io sono Abaras Gaia”.

Quello era un nome che GS avrebbe ricordato per molto, molto tempo.