Guerra contro l'Impero - Parte XIII
“Tu e Torgan siete uniti da un profondo legame, che affonda le sue origini ai tempi della tua nascita” – Disse Fergus a GS. Il cavaliere annuì – “Sono sicuro che la tua presenza gli sarà utile, come lo è stato in tutti questi anni, dal momento in cui vi siete ritrovati”.
“Io credo che possiamo restare qui ancora un po’, tutti insieme” – Disse il Grande MU – “Voi ne approfitterete per riposare” – Disse, rivolto a Garner, Carmine e Nadia – “Mentre io cercherò una porta di ingresso su Omega”. Poi, rivolgendosi a GS, aggiunse – “Mi raccomando, tieni libera la mente. Torgan ha bisogno di te. Samantha non è più in grado di far molto e se continuasse a combattere, finirebbe sicuramente per farsi male”.
“C’è Sam dentro quel coso?” – Chiese Nadia, che stava realizzando cosa era successo.
“Proprio così” – Rispose Carmine.
“Doveva esserci lui al suo posto!” – Esclamò Garner, puntando il dito contro GS.
“Adesso l’aiuterò” – Disse il cavaliere.
Lo scontro tra Omega e Torgan iniziò subito. Il megadon sferrò un pugno ma il gladiatore indietreggiò, schivando facilmente l’attacco. Il gladiatore dal petto rosso non si limitò a scansare il pugno ma attaccò con un destro micidiale! Il maglio di Torgan investì il petto di Omega come un missile ed il gigante fu costretto ad indietreggiare.
Omega spalancò l’orrenda bocca e lanciò un urlo carico di rabbia. I valorosi eroi riuniti in quella sala megalitica tremarono di paura, nel sentire quel verso raccapricciante. Il megadon allargò le braccia e si lanciò contro il suo avversario. Torgan, consapevole di non poter evitare l’assalto rapido, si abbassò, urtando con la possente spalla l’addome del nemico. Omega colpì il suo avversario con un gancio a pugni uniti sulla schiena ma il gigante marziano gli girò intorno, strinse la morsa intorno alla vita del nemico e lo sbilanciò, scaraventandolo contro una sorta di colonna molto strana, che andò in frantumi.
GS osservava la scena rapito. Nemmeno i calcinacci che gli piovvero addosso servirono a spostare la sua attenzione. Gli succedeva sempre quando osservava Torgan combattere. Era rapito dalla forza devastante del gladiatore. Mentre osservava la lotta tra giganti, GS cercava di ascoltare la corona ma lo strumento era diventato nuovamente muto. Il legame tra loro due si era nuovamente alterato e forse spezzato.
Il Grande MU si era reso conto che era troppo difficile, per il momento, salire a bordo del gigante. Avrebbe atteso che Torgan gli avesse tolto almeno un po’ delle forze e che il suo alleato umano andasse in confusione. Si avvicinò ai guerrieri che aveva radunato intorno a sé e mostrò loro la sua borsa – “Per fortuna che mi sono portato dietro qualcosina” – Disse, mentre tutti si guardavano senza capire – “E’ da un po’ di tempo che non metto a posto qualche armatura. Eppure sono molto bravo a farlo”.
Si avvicinò a Carmine e notò alcune crepe nella corazza – “Resta immobile, giovane lupo. Ti metto a posto questi graffi in un lampo”. Il sapiente eroe afferrò una strana polvere da un sacchetto sito nella borsa e la sparse sull’armatura. Mise un paio di strani guanti che presentavano una sorta di patina diamantata sui palmi ed iniziò a massaggiare i gambali, per poi passare alle altre parti danneggiate.
“Cosa sta facendo?” – Chiese Garner.
“Sta mettendo a posto l’armatura di Carmine” – Gli rispose Nadia – “Proprio quella che ha ricevuto minori danni”. Il lupo la guardò storto.
Le rune sul corpo di Omega iniziarono a brillare, disegnando strani motivi. Il colosso lanciò un altro urlo minaccioso. GS si accorse che qualcosa non andava e presto capì cos’era anche senza l’aiuto della Corona dell’Ariete. Lo spazio intorno a Torgan si stava distorcendo. Non era una cosa visibile, almeno non inizialmente ma si percepiva chiaramente la distorsione. I movimenti del gladiatore erano rallentati e dopo un po’ si vedeva chiaramente uno strano alone.
“Incredibile!” – Esclamò Vincent Garner, stropicciando gli occhietti tondi.
“E’ come se ci fosse un risucchio intorno a Torgan” – Disse Nadia, mentre il Grande Maestro era a lavoro sulla sua armatura. La corazza della maestra era conciata davvero male, soprattutto a causa dello scontro con il Signore delle belve – “Fai attenzione a dove tocchi!” – Esclamò la donna – “Non fare che, con la scusa di ripararmi l’armatura, metti le mani dove non devi!”. Il Grande MU la fissò un attimo senza dire una parola, poi scosse il capo, indignato.
“Torgan reagisci!” – Il gahijin stava cercando di spronare il suo amico come di solito faceva quando lo vedeva in difficoltà – “Non lasciarti abbattere dalle sue magie”.
Ma il gigante di Marte non riusciva a muoversi velocemente ed un paio di pugni ben assestati da parte di Omega lo gettarono contro una balconata di pietra che tremò sotto il peso del gigante dal corpo rosso.
“Torgan, che diavolo ti succede? Reagisci!” – GS non sapeva cosa fare. Mentre incoraggiava il suo colosso, cercava di lavorare incessantemente alla soluzione del caso ma era difficile farlo senza l’aiuto della Corona. Il gladiatore gigante sferrò un destro ma fu troppo lento ed Omega schivò facilmente il colpo, contrattaccando con una serie di pugni che usarono il corpo di Torgan come ariete ed abbatterono la balconata di pietra.
“Sei sicuro che il tuo amico riesca a battere quel colosso?” – Chiese Carmine.
“Torgan può farcela” – Disse GS. Ricordava ogni scontro del suo amico. Torgan si era battuto contro nemici molto potenti ed era sempre uscito vincitore. Il suo corpo era quasi indistruttibile e la sua forza leggendaria. Ma non si era mai battuto contro un avversario in possesso di simili poteri. Improvvisamente il gigante di Marte cadde in ginocchio e GS si rese conto che le rune sul corpo di Omega erano cambiate. Era come se il gigante nero avesse creato un campo di gravità maggiore intorno a Torgan – “In base alla disposizione delle rune, causa uno strano effetto sullo spazio circostante!”.
Il Grande Maestro osservò il gigantesco nemico e dovette ammettere che l’osservazione del suo allievo era giusta. Il più possente dei Megadons era davvero incredibile! Adesso capiva come mai avessero deciso di confinarlo su di un asteroide lontano, senza che nessuno potesse impossessarsene impunemente.
Omega afferrò Torgan per le corna e gli sferrò una potente ginocchiata sul volto. Frammenti di metallo marziano volarono nell’aria, finendo immediatamente sul pavimento, attratti da una gravità troppo forte. Una pioggia di pugni devastante stava cercando di piegare Torgan ma il gladiatore di Marte era un avversario troppo duro per chiunque. Forgiato dal fuoco marziano, creato per combattere in ogni tipo di situazione, il gladiatore contrattaccò, sferrando il suo pugno rotante: il maglio sinistro iniziò a ruotare come fosse la punta di un trapano e poi si abbatté con furia contro il colossale nemico. Questa volta furono schegge del metallo di Omega a riempire l’aria. Sfidando la gravità alterata, Torgan si rimise in piedi e sferrò un destro contro il nemico, poi un sinistro e alla fine cadde nuovamente in ginocchio.
“Così, Torgan! Abbatti quel maledetto gigante” – GS si sentiva il cuore in gola. I sensi di colpa gli attanagliavano la mente, poiché non essendo nel pieno delle forze, era conscio di non poter dare il massimo aiuto al suo invincibile amico. Quella strana sensazione fu la trappola in cui i pensieri negativi stavano aspettando lui cadesse! Ecco che l’immagine di Lady Tara si riaffacciò nella sua mente, deconcentrandolo. E assieme a Lady Tara ricomparvero il rimorso, il rancore, l’odio e la rabbia verso se stesso! Gli occhi gli si riempirono di lacrime e le forze iniziarono a scemare.
“Eccolo che ricomincia” – Disse il Grande Maestro, mentre finiva di mettere a posto l’armatura di Nadia. La donna si voltò verso GS, poi guardò il leader del gruppo ed annuì – “Adesso ci penso io” – Disse. Nadia, senza lasciare al Grande Maestro il tempo di finire il lavoro, si diresse verso GS e gli diede un ceffone. Il cavaliere la fissò inebetito.
“La smetti di fare il cretino?”.
GS scosse il capo, come se non capisse a cosa si riferisse la sua ex maestra.
“Non fare il finto tonto, che sai bene a cosa mi riferisco” – Fece Nadia, che era una donna che non mollava facilmente – “Siamo nel bel mezzo di una battaglia. Quando tornerai nel Tempio della Mente penserai a tutte le tue storielle d’amore con le tue donnine. Tutte le tue fans, ok?”.
GS si rese conto che Nadia aveva ragione. Non era certo quello il momento di pensare a Lady Tara – “Ma pensare a cosa, poi?” – Si disse GS. Si concentrò, ricorse nuovamente al mokuso e nel vuoto che creò nella sua testa, sentì solo la voce di Nadia, che gli diceva di guardare Torgan. Focalizzò un obiettivo che era quello di far vincere il gladiatore di Marte, poi aprì gli occhi. Per un attimo non esistettero più né il Tempio della Mente, né le vicende che lì lo avevano coinvolto. Esisteva solo il presente ed il presente era la battaglia tra Torgan e Omega.
Il gigante di Marte stava chiaramente soccombendo sotto i colpi micidiali di un nemico troppo forte persino per lui. “Se solo ci fosse un modo per fermare quel potere” – Disse GS a voce alta.
“Un modo c’è” – Disse improvvisamente Fergus – “Le rune si modificano in base alle onde mentali del gigante. Io posso distorcere quei segnali”.
“Allora fallo!” – Esclamò GS – “Sono certo che senza il vantaggio dei suoi strani poteri, quel colosso verrà fatto a pezzi da Torgan”.
Fergus si mise immediatamente all’opera: lanciò le sue onde mentali contro la testa del gigante. La sua delicata antenna, sita al centro del capo gli permise di percepire le onde utilizzate dalla mente del nemico. Gli bastarono alcuni attimi e Fergus riuscì a modulare una frequenza che disturbasse quella del gigantesco Omega.
Sotto gli occhi strabiliati di GS e di tutti gli altri, il gigante cominciò ad indietreggiare, guardandosi intorno con fare confuso. Forse era alla ricerca della fonte del disturbo.
“Adesso Torgan!”.
Il gladiatore si rimise in piedi, nonostante tutti i colpi ricevuti. Il sinistro di Torgan mandò in frantumi parte dell’addome di Omega ed il destro lo fece barcollare all’indietro.
“Sembrano due pugili che se le danno di santa ragione” – Disse Carmine – “E’ proprio affascinante vederli combattere”.
“Invece di goderti lo spettacolo senza far niente, vai da Samantha” – Gli disse Nadia.
“Vacci te, scusami!” – Replicò il lupo.
“Io devo sincerarmi che questa testa dura non piombi nuovamente nel suo stato catatonico”.
Carmine annuì e si lanciò di sotto, sfidando il pericolo.
“Continua così, Torgan!” – Il gladiatore gigante tempestò di colpi il suo avversario. Una pioggia di missili proruppe dalla cintura ed esplose contro il volto ed il collo di Omega, mentre i pugni di Torgan tempestavano il corpo massiccio senza fermarsi. Ad un certo punto il colosso cercò di reagire, sferrando una serie di pugni. Torgan ne parò un paio, poi si abbassò e colpì il nemico con una testata nell’addome. Le corna del gladiatore aprirono profondi squarci nel metallo antico e spinsero ancora più indietro il gigantesco Omega.
In quel momento GS si voltò verso Fergus – “Riesci a capire dove si trova il pilota?”.
“E’ nella parte destra del petto” – Disse il Signore di Marte, senza interrompere il suo attacco. Persino per Fergus attaccare una mente come quella di Omea era un’impresa ardua. Il colosso cambiava continuamente il codice generativo delle onde mentali ed ogni volta il Signore di Marte doveva impegnarsi per rielaborare a sua volta la frequenza ed impedire al nemico di distruggerlo! Omega lo aveva individuato e stava cercando di lanciare contro di lui delle micidiali energie distruttive. La mente del gigante era troppo potente e complessa e se il suo attacco fosse andato a segno, il cervello di Fergus sarebbe andato in tilt e forse il Signore di Marte sarebbe stato del tutto annientato.
GS si rese conto, istintivamente, che qualcosa in Fergus non andava. Doveva intervenire subito, prima che il suo amico pagasse un prezzo troppo alto – “Torgan colpisci la parte destra del petto! Sfonda la parte destra del petto del gigante”.
Il gladiatore gigante stava per attaccare, quando Omega lanciò contro di lui una potentissima energia respingente. Le rune assunsero tutte lo stesso motivo ed il gladiatore finì al tappeto. Anche se era impegnato contro Fergus, in uno scontro mentale titanico, il potente megadon riusciva ugualmente a ricorrere ad alcuni dei suoi poteri. Forse era quello il motivo che permetteva a Fergus di sopravvivere: Omega non poteva impegnarsi a pieno nello scontro contro di lui, dal momento che stava lottando per la sua vita contro un avversario altrettanto potente!
“Torgan, attacca a distanza!”.
Sentendo l’ordine del suo Gahijin, il gladiatore gigante lanciò il maglio sinistro. Come un proiettile rotante, il pugno si piantò nel petto di Omega. In quel momento il colosso fece qualche passo all’indietro, poi cadde appoggiandosi su un ginocchio. Il bestione fissò Torgan e poi Fergus. Cercò di lottare contro il gelo della fine che stava cercando di abbracciarlo ma dovette cedere. Persino un guerriero potente come lui dovette arrendersi alla morte. Gli occhi si spensero ed Omega rimase immobile. Torgan si rimise in piedi e recuperò il suo maglio. In quel momento una figura solitaria si lanciò di sotto, attraverso lo squarcio nel petto megalitico.
“E’ l’Imperatore!” – Esclamò Il Grande Maestro – “Non me lo lascerò sfuggire” – Dicendo agli altri di seguire un’altra strada e di distruggere la Multi-Breccia, il grande eroe si lanciò all’inseguimento del mortale nemico, intenzionato a fargliela pagare una volta per tutte.
Torgan riassunse le sue normali dimensioni ed il suo maglio destro lasciò il posto al rostro appuntito. Il volto tornò a nascondersi dietro la maschera inespressiva. Anche Fergus si riprese, nonostante l’ultimo sforzo era stato devastante persino per lui. I trasformatori alzarono le loro armi in segno di rispetto per Fergus, GS e Torgan: i tre eroi che avevano permesso la caduta del megadon.
“Dobbiamo proseguire” – Disse Nadia – “Il Grande MU sta combattendo la sua parte di questa battaglia. Ha fatto tanto per tutti noi e adesso siamo noi a dover fare qualcosa per lui”. In quel momento giunsero anche diversi uomini di Vincent Garner.
“Signore, la battaglia nello spiazzale è vinta! Le nostre forze si sono radunate all’esterno di questo palazzo, dove hanno ingaggiato nuovamente battaglia contro gli ultimi sacchi di resistenza”.
“Incoscienti!” – Disse Garner al suo ufficiale – “Vi avevo detto di andarvene”.
“Signore, potevamo vincere. Grazie all’aiuto dei robot siamo riusciti a tenere testa alle truppe nemiche, anche se sembrava impossibile”.
Un altro soldato si sentì in dovere di aggiungere qualcosa – “Signore, non potevamo andarcene sapendo che lei era qui a rischiare la sua vita”.
Garner si commosse. I suoi occhi rotondi si riempirono di lacrime. Annuì e diede una pacca sulla spalla del soldato – “Voi verrete con me. Divideremo insieme la gloria”. Il corpulento guerriero si rivolse poi a Nadia – “Adesso devi essere tu a guidarci. Mi sembra che tu sia la più alta in grado qui”.
“Vedo che qualcuno se n’è accorto” – Disse Nadia.
“Io l’ho sempre detto” – Fece Carmine. Al suo fianco c’era l’esausta Samantha.
“Sam non può proseguire” – Fece Nadia.
“Ci prenderemo noi cura di lei” -. Disse uno dei trasformatori, avvicinandosi agli umani – “Nessuno le torcerà anche un solo capello”.
“Mi fido di voi, lattine ambulanti” – Disse la maestra – “Ma se al mio ritorno scoprirò che le è stato fatto qualcosa, giuro che non la passerete liscia”. Il trasformatore non disse nulla, dal momento che non riusciva a capire la frase della donna.
“Resta con loro, sarai più al sicuro” – Disse Nadia – “Al resto ci penserò io”.
“Mi dispiace” – Disse la tenera Samantha.
“Non preoccuparti, Sam” – Le disse Carmine – “Ci sarò io con Nadia. Non devi temere per nulla. Ci vedremo tra qualche ora”. Samantha abbozzò un sorriso.
“Senti bamboccio, sono io che devo sorvegliare te!”.
Tutti i presenti scoppiarono a ridere. Nadia si voltò verso GS ed il cavaliere annuì: era pronto ad andare avanti.
Guidati da Nadia, seguita da Garner ed i suoi uomini, GS e Carmine si accordarono alla compagnia. Il Cavaliere del Nuovo Ordine, mentre si avviava al cancello che lo avrebbe introdotto alla nuova area del Palazzo dell’Imperatore, pensava alla piega che aveva preso la missione: Samantha non era più in grado di proseguire ed il Grande Maestro lo aveva abbandonato. Al suo fianco però restavano ancora Nadia e Carmine, assieme all’enigmatico Vincent Garner. Erano tutti visibilmente provati eppure nessuno di loro aveva detto di voler tornare sui propri passi. Non lo avrebbe fatto neppure lui. GS non sapeva se fosse stato all’altezza del suo compito o se le sue azioni avessero compromesso l’operato degli altri. Di una sola cosa era certo: non poteva lasciare quella gente. Nadia e Carmine lo avevano aiutato per un pezzo del suo nuovo percorso, assieme alle maestre Marlene e Gloria. Anche Samantha gli aveva trasmesso molti insegnamenti. Il Grande Maestro era la persona che lo aveva iniziato al mondo dei Cavalieri del Nuovo Ordine. Era stato lui a sceglierlo e ad insegnargli i principi dell’essere cavaliere. Aveva forgiato la prima corazza che lo aveva accompagnato nelle sue prime avventure, quando era ancora un ragazzino. Era stato il Grande MU a dirgli di addestrarsi al Tempio della Mente, per affinare il pensiero e sviluppare delle doti che non tutti i cavalieri possedevano. In quel brevissimo lasso di tempo che impiegò per raggiungere la porta, dietro la quale era nascosto il suo destino, GS ripercorse l’ultimo anno della sua vita.
Era giunto al Tempio della Mente, guidato dalla mappa che gli aveva donato il Grande Maestro. Vi si era recato con la promessa di trovare un po’ di pace. Era stato il suo stesso mentore a suggerirglielo. Si era appena risvegliato dal coma, dopo essere stato quasi ucciso dall’Imperatore, ed aveva bisogno di riposare. Il Grande Maestro gli raccontò del Tempio della Mente e gli disse di iniziare un nuovo tipo di addestramento. Secondo il maestro, egli aveva bisogno di affinare alcune capacità di ragionamento e sviluppare quelle doti mentali che solo al Tempio della Mente era possibile acquisire.
Al Tempio della Mente fu accolto da Fhin, il cantore. Questo strano personaggio lo scortò in una locanda dove di solito si fermavano i Cavalieri del Tempio. Lì incontrò colui che sarebbe diventato il suo maestro: Eryon. Eryon era un tipo allegro. Di bella presenza, non troppo alto e apparentemente menefreghista. Fhin gli spiegò in breve che non c’erano posti negli altri gruppi di cavalieri e che quindi lui era stato destinato a Eryon. Avrebbe preso il posto di un cavaliere che sarebbe stato inviato in missione presso un presidio esterno: Costantine.
PARTE SALTATA
Quando, poco dopo, si ritrovò faccia a faccia con Eryon e Costantine, ricevette la sua prima ed importante lezione. Fu Eryon stesso a dirgli che al Tempio avrebbe potuto trovare, forse, la serenità che stava rincorrendo ma lo mise in guardia anche sui pericoli che quel luogo nascondeva. Quel pomeriggio Eryon gli disse che, se un giorno si fosse perso dietro le storie del Tempio, allora per lui poteva essere la fine. In quel momento GS non ricordava le parole esatte che il maestro aveva usato ma il senso gli era stato subito chiaro. Ma a quel tempo era convinto che nulla potesse coinvolgerlo al punto tale da farlo perdere.
Non era sempre stato sotto la guida di Eryon. Per un breve periodo si era spostato sotto l’ala protettiva di Fhin. PARTE SALTATA Fu Fhin il primo a metterlo in guardia rispetto alcuni membri di quella allegra famiglia. Il Cantore prestava servizio presso il Tempio da molti anni e ormai conosceva tutti i Cavalieri del Tempio della Mente.
GS scosse il capo: non aveva fatto tesoro di quello che gli aveva detto il cantore.