Il Mistero della scuola Reja cap 5

27.05.2014 13:03

L’aula era abbastanza grande e ricordava, per certi versi, una di quelle che frequentava durante gli anni all’università. Si trattava di una stanza per circa cinquanta persona, con la cattedra da un lato e le sedie dall’altro. Lanciò uno sguardo ancora agli appunti che aveva preparato, aveva selezionato alcuni argomenti, consultandosi prima col Grande Maestro. Era stato il Grande MU a dirgli di andare alla Scuola Reja, per impartire lezioni sull’Armatura. In un attimo ricordò il suo incontro precedente col Grande Maestro.

 

Quel giorno GS era di riposo e, come tutti gli altri giorni come quello, si era alzato, si era lavato e si era preparato per uscire e andare a fare colazione. Quando era giunto in strada si era trovato di fronte il Grande Maestro. L’uomo, sempre dall’aspetto giovane, lo salutò e gli disse che doveva parlargli. GS Aveva pensato che il Grande Maestro fosse lì per assegnargli una missione e, forse, centrava la visita che aveva ricevuto qualche tempo prima da  Fergus, giunto da Marte per avvertirlo riguardo la presenza di alcuni mostri sulla Terra.

GS si incamminò lungo un viale alberato assieme all’uomo straordinario. Proprio come aveva immaginato, il Grande MU voleva accennargli a riguardo di una missione ma si trattava di qualcosa di molto diverso da quello che aveva pensato!

“Avrei bisogno di un Cavaliere esperto che possa insegnare le nozioni basilari sull’Armatura” – Aveva esordito il Grande MU – “Ed ho pensato a te”.

Era rimasto stupito inizialmente ma il Grande Maestro gli aveva spiegato perché la scelta fosse ricaduta su di lui – “Penso, e sono certo di non sbagliarmi, che tu sia uno dei Cavalieri più esperti di cui dispongo in questo momento, se escludiamo il Cavaliere Rosso, ovvio”.

A quel punto non poté evitare di chiedere al Grande Maestro notizie del suo primo allievo, aveva così scoperto che il Cavaliere Rosso stava seguendo una missione, rimanendo sulle tracce del Maestro delle Tempeste e dell’Imperium. Si trattava di una missione iniziata quasi due anni prima, alla quale, almeno inizialmente, aveva preso parte anche lui. Successivamente, dopo essere divenuto un Rinnegante, aveva intrapreso tutta una nuova serie di avventure, dal momento che il Grande Maestro era sulle tracce dell’Imperium assieme, per l’appunto, al suo primo allievo.

La missione del Cavaliere Rosso non era delle più semplici, poiché inizialmente era stato attaccato anche dai Cavalieri neri di Germania, successivamente aveva scoperto che i suddetti lo attaccavano perché il Maestro delle Tempeste, con un subdolo inganno, aveva fatto ricadere su di lui e sul Grande Maestro la colpa della morte di alcuni esponenti di spicco dei Cavalieri Neri.

Ma anche quando la faida con i fortissimi cavalieri di Germania fu risolta, la battaglia contro l’Imperium ed il Maestro delle Tempeste proseguì senza esclusione di colpi! Il Grande Maestro aveva saputo, attraverso alcuni rapporti dettagliati, che il Maestro dell’Imperium stava radunando alleati tra quanti erano sopravvissuti alla fine dell’Impero, con il chiaro intento di rimettere in sesto quel che restava dell’organizzazione. La missione era stata segnata da una vera e propria guerriglia, costituita da una serie di scontri avvenuti nelle maggiori città del nord della penisola, per poi proseguire in Francia, dove attualmente si trovava il Cavaliere del Nuovo Ordine.

Nell’ascoltare il racconto del Grande Maestro, aveva cercato di immaginarsi le avventure vissute dal Cavaliere Rosso, la cui vita non era  stata certamente facile negli ultimi anni. Il leggendario ragazzo non possedeva una corazza potente come la Fire Son, eppure combatteva da solo contro numerosi nemici. Il Maestro delle Tempeste, poi,  non doveva essere un avversario facile ed i suoi alleati, essendo sopravvissuti alla caduta dell’Impero, dovevano essere molto potenti. Seguendo i suoi pensieri, chiese al Grande Maestro se fosse certo che il Cavaliere Rosso non avesse bisogno di aiuto.

MU, il Grande, aveva fatto un sorriso scuotendo la testa e aveva detto che il Cavaliere Rosso si sarebbe offeso, se qualcuno si fosse intromesso nella sua battaglia personale. E, dopo aver detto quelle cose, tornò a parlare della missione che voleva affidargli.

Era stato felice che il Grande Maestro fosse lì per affidargli un incarico, avrebbe accettato qualsiasi missione, sarebbe stato anche solo per uscire dal Tempio della Mente, ché negli ultimi anni non riusciva a sopportare più nessuno in quel posto, dalle semplici guardie ai colleghi che prestavano servizio nel nosocomio, che poi erano quasi tutti Cavalieri del Tempio stesso.

 

Le studentesse entrarono in aula e presero posto. Erano tutte ragazze giovani, GS ne contò in tutto circa trentacinque. Fissò quelle sedute in prima fila, che lo guardarono con un misto di curiosità e timore. Il cavaliere avrebbe voluto ridere ma doveva darsi un contegno, almeno per non far fare brutta figura al Grande Maestro MU, né al Nuovo Ordine che rappresentava in quel momento. In seconda fila c’era la ragazza con cui aveva parlato poco prima, dopo aver finito la colazione. Gli occhi di lei lanciavano scintille nella sua direzione e questa volta GS non riuscì a trattenere un sorriso.

“Buongiorno a tutte, ragazze” – Si schiarì la voce – “Mi presento, il mio nome è GS ma questo lo sapete già, almeno credo” – Le ragazze annuirono – “Come saprete sono un Cavaliere del Nuovo Ordine e sono qui per parlarvi delle Armature. Questo sarà un corso breve, fatto di poche lezioni e, pertanto, ho selezionato alcune nozioni da trasmettervi. Capirete voi stesse che non posso parlare approfonditamente delle Armature, in un tempo così breve, ma posso darvi un’infarinatura molto importante”.

Una ragazza in prima fila alzò la mano e GS annuì. Era molto graziosa, vestita in modo semplice con un caschetto biondo e ordinato e gli occhi vispi.

“Da quanto tempo è un Cavaliere del Nuovo Ordine?”.

GS sorrise. Quella era una delle classiche domande che uno studente faceva per fingersi interessato alla lezione – “Innanzitutto puoi darmi tranquillamente del tu – e senza arrossire, mi raccomando! – sono Cavaliere del Nuovo Ordine da molti anni ormai, non importa sapere quanti”.

La ragazza allargò ancor più il suo sorriso – “Era giusto per chiedere, ero curiosa”.

“E’ vero che lei…” – L’amica seduta accanto alla vispa biondina prese parola – “Che tu hai combattuto contro una potente organizzazione, che mirava a dominare la penisola?”.

GS annuì – “In verità, ho combattuto contro diverse organizzazioni ma quella a cui ti riferisci è stata una delle più potenti contro cui mi sia mai battuto”.

“E’ per questo che io vorrei diventare un cavaliere” – Disse la ragazza – “Per combattere le ingiustizie…” – Iniziò ad elencare tutta una serie di motivi che potevano essere anche ovvi, ma GS era certo che li stesse citando per mettersi in mostra e convincerlo che fosse una delle candidate da proporre per l’investitura.

GS fissò la ragazza indispettita  con cui aveva parlato circa mezz’ora prima – “Il tempo a nostra disposizione è poco, quindi iniziamo subito” – Sfogliando i suoi appunti, GS iniziò a parlare del primo argomento che aveva scelto – “Cos’è l’Armatura? Chi di voi sa darmi una risposta?”.

La vispa biondina fu tra quelle che alzarono subito la mani ma il professore decise di dare la parola a un’altra: la castana con i capelli mossi e le lentiggini, seduta in terza fila.

“L’armatura è il mezzo attraverso il quale i cavalieri difendono la giustizia”.

Una risposta molto sommaria, GS decise di interrogare anche la ragazza dagli occhi furbi – “Tu cosa ne pensi? Cos’è l’armatura?”.

La ragazza iniziò a dondolare una gamba – “In parte sono d’accordo con la mia collega ma direi anche che l’Armatura è la forza del cavaliere, l’essenza che gli permette di assicurare la giustizia, di riportare la pace”.

GS aveva voglia di punzecchiarla – “Allora, secondo te l’armatura è la parte più importante di un cavaliere?” – Fece quella domanda solo per testare la ragazza, in verità non voleva apparire severo.

La studentessa parve inizialmente spiazzata ma non aveva intenzione di arrendersi – “Dico solo che senza la sua corazza, il cavaliere non sarebbe in grado di affrontare i pericoli cui si sottopone quotidianamente”.

GS annuì, avrebbe potuto procedere, cercando di mettere in difficoltà la ragazza ma non era sadico fino a quel punto. Ragionò un attimo su quelle risposte e decise di partire da lì per parlare dell’armatura.

“L’armatura è importante, essenziale, per un cavaliere ma non direi che è la parte fondamentale, direi piuttosto, almeno inizialmente, che il cavaliere e la corazza hanno la stessa importanza. Senza l’armatura il cavaliere non potrebbe affrontare la maggior parte dei pericoli che affronterà nel corso delle sue avventure” – Fissò la ragazzina bionda – “Ma la forza di un’armatura dipende molto dal cavaliere che la indossa. Infatti, se due cavalieri diversi indossassero la stessa corazza, questa sarebbe certamente più forte indosso all’uomo in possesso della mente più forte”.

Alzò la mano una ragazza dai capelli rossi lunghi e lisci. Nel notarla, GS dovette ammettere che era davvero una splendida ragazzina – “Dimmi pure”.

“Allora, la forza di una corazza dipende dalla mente del cavaliere che la indossa?”.

“In parte è così ma in realtà, come vedremo successivamente, il discorso è molto più complesso di quello che sembra, ma per adesso diciamo pure che una corazza è più potente su un cavaliere con la mente più forte ed equilibrata”.

“E che tipo di mente dovrebbe avere un cavaliere, per rendere maggiormente le qualità della corazza?”.

GS fissò la ragazza con le lentiggini – “Non credo che ci sia uno stereotipo di come deve essere la mente di un cavaliere. Diciamo che più il cavaliere è sereno ed equilibrato, meglio riuscirà a sfruttare le potenzialità dell’Armatura”.

“Quindi, lei sta dicendo che uno psicopatico non potrebbe sfruttare al massimo le qualità della propria armatura?”.

GS fissò la ragazza dai capelli lunghi castani seduta in prima fila – “Forse non mi hai sentito e quindi te lo ripeto: non darmi del lei. Sto solo dicendo che se tu dai la stessa corazza a due individui, l’armatura renderebbe di più addosso alla persona con la mente più equilibrata, ergo: tra uno psicopatico ed un poliziotto, sarebbe certamente il secondo a sfruttare di più l’armatura”.

“Ho capito” – Disse la ragazza.

“Tornando alla domanda iniziale: cos’è l’Armatura, cercherò io di darvi la risposta” – GS fissò tutte le studentesse, erano tutte attente tranne il gruppo in fondo, del quale faceva  parte Lea.

“L’armatura è lo strumento che aiuta il cavaliere a fronteggiare le insidie che incontrerà nelle sue missioni, almeno inizialmente” – Guardò seriamente le allieve, passando lo sguardo da un lato all’altro dell’aula – “Ma il cavaliere è la parte più importante di questo duo, poiché da lui dipende la riuscita di ogni missione”.

“Certo” – Disse ad un tratto la ragazza arrabbiata con lui – “E’ ovvio che il cavaliere sia la parte più importante ma senza la corazza non potrebbe compiere le missioni!”.

“Ma allo stesso modo, la corazza non potrebbe vivere senza il cavaliere, perché senza l’uomo che la controlla, l’armatura non è altro che un pezzo di metallo. L’uomo continua a vivere anche senza la sua corazza”.

“Con questo cosa vorresti dire, non ho capito?” – La domanda fu posta da una ragazza seduta in seconda fila.

GS la fissò e cercò le parole per spiegarsi meglio – “La mente e il cuore ce le mette la persona che indossa l’armatura”.

“Ma non è forse vero che la corazza possiede una sua anima?”.

GS sorrise nuovamente: quella ragazza dal ciuffo ribelle stava cercando di metterlo in difficoltà. Richiamò alla memoria velocemente le nozioni che il Grande Maestro e le sue vecchie Maestre gli avevano passato in proposito.

“L’Armatura ha una propria forma di energia e qualcuno ama definirla Anima. Questa forza contenuta nell’Armatura, e che solo in pochi sulla Terra conoscono realmente, dona alle vestigia delle capacità singolari e qui ci ricolleghiamo al concetto di cui abbiamo parlato poco fa” – Fece una pausa, per essere certo che avesse l’attenzione di tutte le presenti – “La persona che indosserà l’Armatura fa la differenza. Il suo stato d’animo, la sua indole, la sua personalità sono tutti elementi che influenzano la corazza. È la persona la vera anima dell’Armatura, in base al cavaliere, le vestigia saranno più o meno efficienti. Vorrei che vi fosse ben chiaro questo concetto”.

Le ragazze erano un tantino perplesse, i loro occhi tradivano ciò che realmente pensavano, a differenza dei loro cenni affermativi col capo. Il cavaliere tirò un sospiro e si convinse che insegnare qualcosa sull’Armatura era davvero molto impegnativo. Doveva armarsi di molta pazienza – “L’Armatura non è altro che un’arma speciale, senza il suo cavaliere, così come l’essere umano non è altro che un tipo comune se lo si priva della propria corazza. Insieme si completano ma la parte più importante, ciò che caratterizza davvero questa unione, è l’uomo o la donna, poiché la persona è in grado di influenzare la corazza ed è lei a guidare l’azione” – Guardò l’orologio e decise che era giunto il momento di fare una pausa – “Adesso però facciamo pausa. Ci rivediamo qui tra un quarto d’ora” – Si voltò e andò ad affacciarsi alla finestra.

Nel cortile c’era Sfregius che si allenava con la scimitarra. Le sue evoluzioni erano sempre mozzafiato. Gli anni erano passati anche per l’indomito spadaccino ed erano ben visibili sul suo corpo, ma nei suoi occhi splendeva sempre la luce degli anni passati, come se nell’animo fosse rimasto sempre lo stesso, indomito, ragazzo che osò sfidare la potenza della Regina dei Mostri, giunta sulla Terra attraverso il portale sotterraneo.

Nelle mani dell’abile Sfregius la scimitarra sembrava dotata di vita propria, una bella ragazza che danzava col suo accorto cavaliere, una lucciola che disegnava intricati ghirigori mentre restava legata alle dite delle abile mani. La lama curva disegnava bellissimi archi di luce e Sfregius la esibiva in complesse forme ma, se si sforzava, GS riusciva quasi a vedere i nemici immaginari contro i quali si stava battendo lo spadaccino.

 

GS terminò la lezione cercando di spiegare meglio che poté l’importanza del legame tra l’uomo e l’Armatura e cosa fosse la corazza per un cavaliere. Alla fine salutò le ragazze e diede loro appuntamento all’indomani. Quando si ritrovò da solo in aula, GS si lasciò cadere sulla sedia e sbuffò: la lezione era stata più dura di quanto avesse immaginato. Si ricaricò dicendo a se stesso che era la prima volta che insegnava e non era certo un Maestro. Magari Nadia, Marlene o Samanta sarebbero state ben più adatte di lui per un compito simile.

 

Quando uscì dalla scuola trovò Claude Falgar ad attenderlo – “Finito?”.

GS annuì.

“Dopo tocca a me”.

“Di già?”.

Claude annuì – “Si, oggi prima lezione di tecniche di evitamento”.

GS sorrise – “Sarei curioso di assistervi anche io”.

L’altro fece spallucce e spiegò che si sarebbe trattato di fondamenti che aveva trovato su un libro preso in biblioteca – “In verità, non avevo idea di come fare questo corso ma sono riuscito a trovare un libro interessante in una biblioteca comunale. È da lì che ho preso spunto per fare lezione”.

Il cavaliere fece spallucce – “Non è stato facile neppure per me” – GS si passò  una mano nei capelli – “Credevo fosse più semplice”.

Claude gli diede una pacca sulla spalla – “Non pensiamoci più e andiamo a mangiare un boccone”.

GS si ricordò di avere fame e che era passata l’una.

“Se raggiungiamo il paese, troveremo sicuramente qualche trattoria tipica” – Disse Falgar – “Andiamo a chiamare anche gli altri due, da quello che ho visto il centro abitato non dovrebbe distare molto”.

“Se volete, potete pranzare anche qui” – Era la direttrice – “Conoscete già l’ubicazione della sala mensa”.

“E i nostri amici?”.

La donna fissò Falgar, il suo viso non cambiò quell’espressione di ghiaccio – “Ovviamente, potranno sedersi a tavola anche loro” – E, senza aggiungere altro, andò via.

Calude fece cenno all’amico di andare a cercare Sfregius e Jade.

“So io dove si trovano!” – GS fece il giro della scuola, fino a giungere nel giardino in cui trovò lo spadaccino e Jade. I due stavano parlando tra loro e Sfregius stava mostrando alcune tecniche con la spada, mentre l’altro gli mostrava alcune prese per bloccare le sue braccia.

“Ragazzi, andiamo a pranzo!”.

I due amici annuirono e si diressero verso la mensa. Falgar si voltò indietro quando notò che GS non si era mosso, allora tornò sui suoi passi e lo chiamò – “Amico, che ti prende?”.

“Ti sembrerà strano” – Gli disse il cavaliere – “Ma c’erano degli enormi centopiedi sul tronco di quell’albero e sono spariti non appena siamo giunti noi”.

Falgar ricordò l’artropode trovato nella camera la scorsa notte e divenne pensieroso, poi decise di non pensarci e disse a GS di affrettarsi a tavola – “Se non ci muoviamo, troveremo tutto finito!”.

 

“Dove eravate finiti?” – Sfregius si era già preparato per il pranzo.

“Avevo dimenticato una cosa” – Disse GS – “E Claude mi ha fatto compagnia a prenderla”.

Lo spadaccino lo fissò con sguardo indagatore, forse non credeva a quello che aveva detto – “Amico, mi chiedo come fai a essere un cavaliere”.

“Che intendi dire?”.

“Che un giorno di questi perderai anche la corazza!”.

Le ragazze iniziarono a ridere e GS divenne rosso.

Fu servito il pranzo: minestrone, formaggi, insalata e brocche di acqua e aranciata fresche. Ma Sfregius non fu molto soddisfatto del pranzo offertogli – “Cosa? E dov’è la carne, la squisita carne della Madre Terra?”.

“Dovete scusarlo” – Disse GS – “Ha sempre voglia di scherzare”.

Ma Monica non ne aveva, quindi fulminò i quattro ragazzi con un’occhiataccia – “Forse il nostro pranzo non è di suo gradimento, Sfregius?”.

“Dico solo che dei guerrieri hanno bisogno di carne” – Disse lo spadaccino.

“Mangiare troppa carne fa male, questo è risaputo ma forse lei ha passato troppo tempo con le spade, dimenticando di aggiornarsi anche nelle altre cose”.

Sfregius non tollerava quel tono di voce e stava per alzarsi, quando incrociò lo sguardo di Falgar. Erano lì per un motivo preciso ed il suo amico glielo aveva ricordato. Decise di non proseguire oltre la discussione e iniziò a mangiare. Erano stati inviati lì non solo per completare il corso ma anche per aiutare GS nel caso in cui si fosse presentato qualche pericolo, dal momento che c’erano delle strane storie legate ai luoghi che circondavano la scuola.