Il Tribunale - Parte XII
Silenzio.
Era sceso un silenzio carico di tensione. Sembrava che il tempo si fosse fermato. I membri della giuria erano così impressionati dalla tensione accumulata che sembravano essere rimasti paralizzati. Masho e Falgar non sembravano nemmeno respirare. Quella che era parsa come la sfida tra Davide e Golia adesso sembrava una silenziosa battaglia tra due entità diverse solo nel corpo che le ospitava, perché era chiaro a tutti che, seppure per un momento, lo spirito di GS era arrivato allo stesso livello di quello del Giudice Severo. Molti membri di quella giuria avevano presenziato in diverse occasioni e mai prima di allora si era visto qualcuno affrontare ben tre imputazioni in quel modo. Ma GS era il Viaggiatore. Le sue imprese in quel mondo erano ben note a tutti i presenti. Il Viaggiatore non era certo una persona comune.
“In molti si sarebbero raggelati a trovarsi da soli al cospetto di Severo! Il Viaggiatore invece ne sostiene lo sguardo come se il Giudice fosse solo un padre severo per lui!” – Falgar fissava il suo assistito. Quando lo avevano contattato affinché facesse il secondo del Viaggiatore, aveva pronosticato il peggio. Secondo lui nemmeno il leggendario eroe di tante avventure sarebbe riuscito a tenere testa a tre Giudici del Tribunale. Dal momento che credeva dovessero sottoporlo ad una sola udienza, Falgar aveva sperato che il Viaggiatore escogitasse qualcosa e riuscisse almeno a patteggiare: sarebbe tornato da loro in un secondo momento, poiché i Giudici gli avrebbero concesso almeno il tempo per rimediare ai suoi misfatti. Il ragazzo puma ricordava le capacità del Viaggiatore. I loro cammini si erano incrociati in più di un’occasione ma era da molte epoche che non si vedevano ed il ragazzo aveva paura che il suo vecchio amico si fosse rammollito. Era da molto che non sentiva di imprese compiute dal Viaggiatore e quando un eroe resta lontano dalle grandi imprese per un po’ si rammollisce. Almeno questo era quello che credeva Falgar. Il ragazzo puma aveva però dimenticato una delle grandi capacità del Viaggiatore: quando si trovava alle strette era in grado di tirare fuori una grinta comune a pochi. La sua determinazione era impareggiabile.
Fu GS a rompere il silenzio.
“Signor Giudice, quello che non capisco è come possa far parte del processo una cosa come questa”.
“Te lo spiegherò, Viaggiatore” – Le fiamme che scintillavano negli occhi di Severo lanciarono scintille – “Finora il processo riguardava le tue reazioni nei confronti degli altri. Questa ultima fase, invece, si riferisce alle conseguenze che queste azioni avranno su di te e su come hai intenzione di affrontarle”.
“Conseguenze?” – In quel momento il Viaggiatore iniziò a capire – “Mi state dicendo che adesso mi state processando in base a ciò che sarà di me a seguito di questa storia?”.
“Più o meno si, Viaggiatore” – Dalla giuria si levò un mormorio di stupore – “Come credi di sopravvivere alla perdita che subirai a seguito di questo tuo gesto inconsulto?”.
GS abbassò per un attimo lo sguardo – “Ancora la perdita!”.
“Mi hai detto che hai intenzione di affrontare la colpa, dicendo a te stesso che parte della responsabilità di ciò che è successo è anche della ragazza e che in fondo tutta la questione è puerile, quindi non ti senti in colpa”.
“E’ così, signor Giudice”.
Un altro lampo attraversò gli occhi del gigante – “Ma come affronterai la perdita? Se questa volta sarà troppo forte da sopportare, ne uscirai distrutto?”.
In quel momento lo sguardo di GS si fece calmo. La tranquillità si impossessò di lui ed il ragazzo tornò a fissare il colosso che lo stava giudicando. Il Viaggiatore scosse il capo – “Non ne uscirò distrutto”.
“Come?” – Per la prima volta Severo parve essere in difficoltà.
GS sorrise: ormai sapeva cosa doveva dire – “Devo ammettere che inizialmente la storia del distacco mi ha messo alla corde” – Si passò una mano nei capelli – “Mi sono reso conto che ho sofferto molto la perdita di persone a cui volevo molto bene ma questo mi ha portato anche a pensare che ne sono sempre uscito”.
Gli occhi fiammeggianti di Severo erano puntati su di lui.
“Comunque andranno le cose, sarà il tempo a guarire ogni ferita, anche quella inferta dalla perdita. Forse soffrirò, forse no ma in ogni caso ne uscirò presto”.
“Ne uscirai presto?”.
GS fece un cenno affermativo col capo – “Proprio così. Devo ammettere che inizialmente ho provato quel tipico senso di vuoto che mi devasta ogni qualvolta perdo una persona per me importante. Perdita vuol dire che questa persona esce irrimediabilmente dalla mia vita”.
“Proprio così, Viaggiatore”.
GS sorrise – “Forse sarà anche il caso di questa ragazza. Le mie offese e ciò che ne è conseguito la porteranno lontano dalla mia vita. Proverò dolore per questo, inevitabilmente ma il dolore fa parte della vita. Lascerò che scorra dentro di me, poiché in tanti anni una cosa l’ho capita”.
Nella sala scese il silenzio. Sul Viaggiatore non erano puntati solo gli occhi del potente Giudice ma anche quelli dell’intera Giuria e dei suoi due accompagnatori. Falgar era rimasto ammutolito: non sapeva cosa dire.
“E’ inutile contrastare ciò che provo o che proverò. Sarà del tutto inutile giustificare la lontananza dicendo a me stesso che è colpa di questa ragazza, che è stata lei a volerlo. Sarà inutile colpevolizzare l’altra persona di quello che accadrà dentro di me. Dovrò lasciare che il dolore scorra dentro di me, come fosse un fiume in piena. Dovrò conviverci qualche giorno e aspettare che passi, perché tutto passa”.
In quel momento Severo interruppe il discorso del Viaggiatore dicendo una sola parola – “Immobilità”.
“Esatto signor Giudice. Resterò immobile anche questa volta, aspettando che il dolore passi, poiché sarebbe inutile contrastarlo. Perderei molte energie importanti e alla fine ne uscirei comunque devastato”.
“Come mai non contrasti questa forza che ti recherà danno? Non ti definisci forse un guerriero?”.
Il Viaggiatore abbozzò un altro sorriso. Sul suo volto un’espressione serena. Non aveva più paura del giudizio del Giudice – “Sono un guerriero, signor Giudice. Ho affrontato molti problemi e sono riuscito a superarli. Ho vinto in imprese incredibili, nelle quali nemmeno io avrei mai scommesso su me stesso”.
“Noi tutti conosciamo il tuo valore, Viaggiatore. È per questo che mi chiedo come mai hai deciso di non combattere la perdita”.
Il sorriso sul volto di GS si allargò ancora di più – “Partendo dal presupposto che un’offesa arrecata in un bar non può costituire il motivo di una faida duratura, considerando che questa ragazza ormai mi è lontana da molto tempo; se si allontana ulteriormente vorrà dire che doveva andare così”.
“E’ una spiegazione troppo comoda, Viaggiatore. Soffrirai”.
“La sofferenza fa parte della vita”.
“Ma tu riuscirai a resistere ad un simile dolore?”.
“Ho resistito a dolori assai peggiori”.
“Non sarebbe meglio chiedere scusa, ammettere i propri errori, ed evitare così la perdita e l’allontanamento?”.
GS scosse il capo – “Niente affatto. In primo luogo per i motivi che ho menzionato in precedenza, durante la seconda imputazione, e anche perché non mi sento in dovere di farlo. Chiedendo scusa, chinando il capo, eviterei la perdita ma cosa conquisterei?”.
“Un’amicizia?”.
GS fece cenno di no – “No, signor Giudice. Conquisterei solo un posto sul patibolo. Nel momento esatto in cui non starei più al gioco secondo le sue regole, lei mi butterebbe via. Allora si che soffrirei la perdita… quella della mia dignità” – Il Viaggiatore bevve un sorso d’acqua prima di continuare – “Amicizia è una parola dal significato profondo, signor Giudice. Io penso che l’amicizia vera sia un valore. Se ci fosse stata amicizia, questa avrebbe sottointeso anche la comprensione ed il confronto diretto. Non c’è amicizia e forse non c’è mai stata in questo caso”.
“Potrebbe nascere adesso”.
“Da un confronto simile non potrebbe mai nascere amicizia. Forse in seguito all’immobilità potrebbe esserci”.
“Ma se nessuno dei due dovesse muoversi non nascerebbe nulla. L’immobilità porterebbe solo dolore”.
“Non necessariamente, signor Giudice” – Il Viaggiatore era fermamente convinto delle sue idee – “Si dice che ogni cosa che abbia un inizio, abbia anche una fine. Si dice anche che dopo ogni fine ci sia un nuovo inizio. Se così dev’essere: così sia”.
Severo sembrava più calmo. Lo si avvertiva chiaramente, come se dal suo corpo massiccio emanasse un’aura diversa dalla precedente – “Vedo che sei molto deciso, Viaggiatore. Devo ammettere che non me lo aspettavo”.
GS avanzò verso il Giudice, bevendo l’ultimo sorso d’acqua – “In conclusione, signor Giudice, voglio dire che le cose andranno accettate così come verranno. Non si può prevedere tutto e non si può pretendere che le cose vadano come vogliamo. Possiamo solo agire nel modo in cui crediamo opportuno e giusto. Che tutto il resto venga così come deve venire. Il futuro è ancora tutto da scrivere. Così come in passato delle persone sono entrate nella mia vita per poi uscire, domani ne usciranno e ne entreranno delle altre. Ogni volta che si perde una persona, anche una semplice conoscenza che esce dal proprio cerchio di frequentazioni, si prova dolore. In passato e in alcuni casi la perdita mi ha causato grossi dolori ma adesso credo di essere maturato. Ora comprendo più di prima in base a quale meccanismo provo un sentimento così triste, tanto forte da struggermi per giorni. Compresa la causa, posso trovare il rimedio e sono consapevole che col tempo tutto passa solo che questa volta posso fare in modo che passi più velocemente”.
GS tornò al suo posto e si sedette – “Con questo credo di aver finito”.
La giuria era rimasta senza parole. Falgar mise una mano sulla spalla del suo assistito – “Ben detto, Viaggiatore. Il tuo discorso non fa una piega”.
Anche Masho si espresse in favore del Viaggiatore – “Credo tu ti sia espresso in modo incisivo”.
“Viaggiatore” – La voce di Severo rombò nell’aula, zittendo il brusio che si era alzato dalla giuria – “Il tuo è un discorso sensato. Io, Severo, il Giudice di questo Tribunale, ti assolvo da tutte le tue accuse. Il processo a carico del Viaggiatore è finito. A breve avrà inizio il secondo ed ultimo di questa giornata”.
GS fece un sospiro di sollievo – “E’ fatta!” – Disse. Finalmente era finita. Non ci sperava più. L’ultima udienza gli era sembrata la più lunga ed interminabile. Severo lo aveva incalzato di continuo soprattutto alla fine, senza lasciargli tregua!
Falgar lo abbracciò – “Sono felice per te, amico mio!”.
Anche Masho si complimentò con lui – “Ottimo lavoro, Viaggiatore. Sei stato assolto tre volte, per tre udienze diverse”.
“Adesso ho voglia solo di andarmene da qui. Andiamo a prendere le nostre cose e torniamo immediatamente al punto di partenza, così che io possa andare via da qui”.
“Ti accompagnerò alla tua stanza. Prenderai i tuoi bagagli e partirai assieme al tuo secondo”.
“Non ci posso credere!” – Disse ad un tratto il ragazzo puma – “Finalmente possiamo lasciare il Tribunale. Devo ammettere che questo posto mi innervosisce”.
“Non è da tutti poter dire di essere stati al Tribunale ed essere tornati indietro. Non così facilmente”.
Falgar fissò Masho – “Conosco anche io la fama del Tribunale e adesso che ho visto i Giudici, posso dire che i racconti che circolano in città sono veri”.
“La tua fortuna è stata di essere il Secondo del Viaggiatore. Solo lui poteva resistere a tre udienze nello stesso giorno”.
GS, mentre si avviava all’uscita dalla sala, si voltò verso il giovane guerriero – “Masho, devi sapere che il tempo è relativo in questo luogo. Un giorno qui può corrispondere a diversi giorni, persino settimane, in un altro mondo”.
Masho non capì a pieno le parole del Viaggiatore. Il guerriero non poteva conoscere il segreto di GS e dei suoi viaggi. Conosceva il suo appellativo ma era all’oscuro del suo vero significato.
I tre ragazzi si avviarono fuori ma prima di uscire incrociarono due guardie che indossavano la stessa divisa di Masho. Scortavano Crudele. Il cavaliere eburneo si fermò un attimo.
“Avanti Crudele, presto incontrerai i Giudici”.
Il cavaliere sorrise ma il suo volto assunse un’aria ancora più sinistra – “E così ce l’hai fatta, vecchio mio”.
“Tu sarai il prossimo ad essere processato?”.
“Proprio così” – Nel tono della voce di Crudele non c’era paura, né esitazione – “Vogliono processarmi. Credo sia per il mio modo troppo duro di giudicare e di agire ma io non ho nulla da giustificare, né ai Giudici né a nessun altro”.
In quel momento una strana idea balenò nella mente del Viaggiatore – “Due processi nello stesso giorno” – Pensò – “Il primo per una persona troppo morbida ed il secondo per un individuo troppo duro”.
“Spero di rivederti un giorno, Viaggiatore. Spero di poter nuovamente combattere al tuo fianco” – Dette quelle parole, Crudele fece cenno ai suoi accompagnatori di scortarlo dai Giudici – “Non vorremo farli aspettare?” – E si allontanò con quel suo sorriso beffardo.
GS rimase ancora un attimo a fissarlo.
“A cosa stai pensando?”.
Il Viaggiatore si voltò verso Falgar – “Sto pensando che nella vita ci vuole un equilibrio”.
“Equilibrio?” – Il ragazzo puma inarcò un sopracciglio.
“Non si deve essere né troppo duri, né troppo morbidi. A volte si può passare ad una modalità più risoluta, altre si può passare sopra le cose con più leggerezza ma mai adottare uno stile troppo duro o troppo morbido”.
Il Viaggiatore e Falgar indossarono nuovamente i loro abiti, presero le loro cose e si avviarono verso lo Sparviero.
“Lascia che ti accompagni al velivolo” – Masho decise di fare un pezzo di strada con GS.
Durante il tragitto la guardia rivolse al Viaggiatore alcune domande – “Andrai via subito?”.
“Cosa intendi dire?”.
Masho fece spallucce – “Mi chiedevo se avessi intenzione di fermarti in città”.
“Il Viaggiatore è stanco” – Disse ad un tratto Claude Falgar – “Non è qui per occuparsi dei problemi della città”.
GS annuì, confermando le parole del suo vecchio amico – “Non ho intenzione di scendere in città. Ho passato già troppo tempo in questo posto”.
“Ma se ci sei stato solo pochi giorni?”.
“A me sembra di essere qui da mesi”.
Masho fece silenzio ma un attimo prima che il Viaggiatore raggiungesse la piattaforma sulla quale era rimasto lo sparviero, gli rivolse ancora una domanda – “Se tu vai via, chi si occuperà delle piante e dei plantoidi?”.
GS si carezzò il mento con la mano destra. Si era completamente dimenticato della faccenda. Non poteva certo andarsene senza trovare un rimedio per il flagello che rischiava di annientare quel mondo.
“Ci penserà un’altra volta” – Disse Falgar – “Adesso ha concluso la missione per la quale è stato convocato qui”.
“Aspetta!” – Negli occhi di GS balenò una luce nuova – “Forse posso fare qualcosa”.
“Davvero?” – Chiese Masho, incredibilmente sorpreso – “Come puoi aver elaborato un piano in così poco tempo?”.
GS si voltò verso il giovane guerriero e sorrise – “Sono o non sono il Viaggiatore?”.
Masho annuì, visibilmente imbarazzato.
“Non preoccuparti giovane Masho” – Il sorriso del Viaggiatore, nonostante il volto stanco, era carico di promesse e di speranze – “Ho un piano che permetterà ai cittadini di liberarsi di quelle maledette piante una volta per tutte”.
“Ne sei certo, Viaggiatore?”.
GS annuì – “Come ho fatto a non pensarci prima?”.
Falgar lo fissò incredulo – “Hanno già provato tutto. Cosa hai in mente?”.
GS scosse il capo – “Amico mio” – Gli disse – “Non hanno provato tutto. Muoviamoci a tornare indietro e ti dimostrerò che posseggo un’arma in grado di annientare quelle maledette piante!”.
Per la prima volta da quando erano entrati nel Tribunale, Falgar abbozzò il suo sorriso beffardo – “Se è vero quello che dici, i guai per la città saranno presto finiti!”.
“Posso garantirti che, se esiste una soluzione per debellare questa peste verde, ce l’ho proprio io!”.
Falgar balzò a bordo dello sparviero, dopo aver aperto la cabina di pilotaggio – “Allora cosa stiamo aspettando? Muoviamoci a tornare indietro”.
GS salì a bordo del mezzo.
Falgar chiuse la cabina ed avviò il motore – “Ma ce la farai a combattere?”.
“Combattere?” – Il Viaggiatore si sistemò comodamente sul sedile: finalmente poteva riposarsi. Rispetto ai tre Giudici del Tribunale, le piante ed i loro esseri sembravano un gioco per bambini – “Non sarò io a combattere”.
“E chi lo farà?”.
GS sorrise – “Un vecchio guerriero ma adesso basta domande: torniamo alla base sospesa nel cielo”.
“Ci arriveremo, non ti preoccupare!” – Detto questo, Falgar lanciò lo sparviero nel cielo, diretto sulla strada del ritorno. Masho lo salutò con un cenno della mano destra e GS ricambiò il saluto, senza voltarsi. Nessuno dei due avventurieri si voltò mai verso il Tribunale. Sia Falgar che il Viaggiatore volevano lasciarselo il più presto possibile alle spalle e lasciare che divenisse solo un ricordo.
“E’ stato incredibile!” – Esclamò Falgar.
“Cosa?” – GS aveva chiuso gli occhi e stava cercando di lottare per non vomitare. La tensione delle tre udienze ed il poco riposo lo avevano stremato e non sopportava il viaggio.
“Ma ti rendi conto che siamo stati al Tribunale, abbiamo visto tre dei suoi Giudici e siamo riusciti a uscirne in un solo giorno?”.
“Credevi non ce l’avremmo fatta?” – Il Viaggiatore faceva lo spavaldo ma era bene a conoscenza del rischio che aveva corso.
“Un po’ di paura l’avevo, devo ammetterlo”.
“A dire il vero anche io”.
I due amici risero di gusto mentre il sole li salutava tramontando. Davanti a loro il futuro, alle loro spalle il Tribunale con i suoi processi. GS sperò di non essere mai più convocato dai Giudici. Quegli esseri gli incutevano timore.