La Regina serpente Capitolo 5
GS aveva riordinato le idee. Anche se non era riuscito a trovare nessuno che potesse portargli la Fire Son, non era intenzionato a mollare la ricerca.
Una volta attraversata la piazza e giunti in una nuova serie di strade, i due ragazzi chiesero nuovamente informazioni, prima ad un ciabattino che teneva un piccolo laboratorio che affacciava sulla strada – e questi disse loro di non aver visto nessun gruppo che corrispondesse a quello da loro descritto – poi ad una signora affacciata ad una finestra e anche questa scosse il capo, quando le venne rivolta la domanda. GS e la sua ex maestra fissarono le quattro strade, incapaci di scegliere, dal momento che il gruppo poteva essere entrato in una qualsiasi delle strade. Stavano cercando di decidersi, quando comparve un anziano che passeggiava. Quando rivolsero anche a lui la fatidica domanda, l’uomo rispose che aveva appena visto un gruppo che rispondeva alla descrizione.
“Ci dica dove sono andati, per favore!”.
L’uomo fissò Samanta, come se nel suo volto riscoprisse quello di una persona cara – “Ragazza mia, sono spariti in questa stradina” – Indicò il vicolo alle sue spalle con la punta del bastone – “Ma non li inseguite!”.
“Perché?” – GS gli si avvicinò, fissandolo in volto come se volesse leggere nella sua anima.
“I suoi occhi!” – Gli occhi dell’uomo lasciavano trasparire tutta la paura che aveva provato nel fissare quello sguardo.
“Cosa avevano i suoi occhi?” – GS gli si avvicinò ancora di più.
“Buon uomo, ci dica cosa l’ha così tanto spaventata!”.
Vedendo nuovamente il volto di Samanta, l’uomo si tranquillizzò – “La donna, sono sicuro che sia lei a comandare il gruppo”.
“E’ la donna ad avere quello sguardo?” – Gli chiese GS – “Sono i suoi, gli occhi che ti hanno terrorizzato?”.
L’uomo annuì – “Avevano qualcosa di strano, non sembravano umani”.
Samanta gli rivolse una domanda – “Signore, mi ascolti” – Si sincerò che avesse l’attenzione dell’uomo – “La donna di cui parla, com’era vestita?”.
L’uomo fissò un punto indefinito, cercando l’immagine nella sua recente memoria – “Era vestita con un abito corto” – Disse – “Ma non calzava scarpe. I suoi piedi erano avvolti in delle bende, come anche i polsi ma non sembravano medicazioni”.
“Lei ha lavorato in ospedale?”.
Gli occhi si mossero verso GS e l’uomo fece un cenno affermativo – “Quasi quaranta anni, ci ho lavorato. Facevo l’ausiliario, sono cinque anni che prendo la pensione”.
“Ed è sicuro che quelle non fossero bendaggi ospedalieri”.
L’uomo scosse il capo – “Assolutamente no, com’è vero che il mio nome è Agostino Fradelli!” – Poi deglutì a fatica e si avvicinò a Samanta – “Non seguitela, quella donna ha la morte negli occhi, gli occhi del serpente!”.
Quella parte fece accapponare la pelle ai due ragazzi, come se, attraverso il racconto del signor Fradelli, avessero visto quegli occhi e percepito tutto il loro potere malvagio! Quel particolare, inoltre, convinse ulteriormente GS che la sua ipotesi – per quanto folle – potesse avere davvero un fondo di verità! Per GS era giunto il momento di continuare le ricerche, poiché una strana sensazione gli stava facendo accapponare la pelle – “Sam, adesso andiamo avanti” – La fissò intensamente – “E’ importante trovare quelle persone!”.
Samanta annuì e, dopo aver salutato gentilmente il cortese signor Fradelli, seguì GS nella direzione indicata dall’uomo. Agostino Fradelli lanciò loro un ultimo avvertimento – “Ragazzi… signorina, non proseguite in quella direzione. Negli occhi di quella donna c’è la morte!”.
Seguendo le indicazioni del simpatico signor Agostino Fradelli, i due ragazzi si infilano nel vicolo indicato e finiscono in una strada con delle casette tipiche. Le case erano in mattone, alcune provviste di recinti per i piccoli orti.
“Guarda Sam!” – GS indicò due persone distese in terra.
Samanta corse immediatamente verso di loro e scoprì che si trattava di un uomo e una donna, entrambi di età avanzata. La ragazza afferrò l’uomo per le spalle e lo scrollò ma questo non rinvenne – “Sembra morto!” – Esclamò la donna.
GS le si avvicinò e scosse il capo – “Il torace si muove, è vivo” – L’uomo respirava a fatica, così i due ragazzi iniziarono a controllarlo per bene. L’uomo presentava alcune escoriazioni ed un ematoma.
“Sembra che abbia avuto una colluttazione” – Disse il cavaliere, notando il labbro spaccato.
“Guarda qui!” – Samanta gli fece notare dei segni sul braccio sinistro. Somigliavano vagamente a delle punture da ago – “Sembra che qualcuno lo abbia punto con delle siringhe!”.
I due ragazzi furono subito d’accordo che non poteva trattarsi di aghi, visto che i fori erano più grossi ed evidenti rispetto quelli prodotti da punture.
“Cosa potrebbe essere, allora?.
GS guardò Samanta ma non aveva idea di cosa potesse aver procurato quelle ferite – “Non ne ho idea, Sam”.
La donna non presentava ferite come quelle riscontrare sul braccio dell’uomo – il marito, presumibilmente. Cercarono di farla rinvenire e la donna aprì gli occhi. Perdeva sangue da una ferita al lato della bocca – “Sono dei vandali” – Disse con un fil di voce – “Ci hanno aggredito e hanno portato con sé Ivan, nostro nipote!”.
Sam e GS e scambiarono una rapida occhiata.
“Mio marito ha cercato di fermarli” – La donna deglutì a fatica.
“Stia giù, signora” – Le disse Samanta, mentre esaminava il corpo della donna – “Ha battuto la testa. Adesso chiameremo i soccorsi”.
GS tirò fuori il cellulare ed allertò il centodiciotto, fornendo tutte le indicazioni, dicendo quante persone avessero bisogno di aiuto e, seguendo il suo istinto, aggiungendo che qualcuno poteva essere stato avvelenato. Samanta lo fissò scuotendo il capo, la donna non poteva capire le sensazioni provate dal cavaliere ma la mente di quest’ultimo aveva già fatto più collegamenti del dovuto.
I due ragazzi diedero una rapida occhiata a tutti i corpi distesi lungo la strada che, contando anche quelli dei due anziani, ammontavano a cinque.
“Hanno subito violenza” – Disse Samanta.
“Sono stati aggrediti” – Aggiunse GS – “E sono finiti tramortiti”.
Il rumore di una porta che si apriva lo fece sussultare! GS e Samanta, entrambi in guardia, si voltarono verso la porta di una casa alle loro spalle.
Attraverso l’uscio era visibile qualcuno – “Chi va là?”.
La sagoma scomparve nell’ombra.
“Non siamo qui per farti del male!” – Esclamò Samanta. La porta si aprì e comparve una ragazza su una sedie a rotelle. Sul suo volto la maschera del terrore.
Samanta si avvicinò verso la donna, che mostrò il pugnale, tenuto fino a quel momento nascosto dietro la schiena. L’arma tremava visibilmente.
“Ascoltami” – GS si avvicinò e strinse le mani su quelle della donna – “Siamo qui di passaggio e abbiamo trovato queste persone in terra” – la donna lo fissava intimorita e non diceva nulla – “Non siamo qui per farti del male”.
“Vogliamo aiutarti” – Le disse Samanta.
“Quegli uomini terribili…” – La ragazza iniziò a piangere. Samanta le cinse le spalle e la rassicurò – “Quegli uomini sembravano dei demoni! La loro pelle era squamosa e quella donna… la donna che era con loro…”.
“Cosa è successo?”.
La ragazza, il trucco che le colava sul viso, fissò GS – “Hanno aggredito un paio di ragazzi che erano qui fuori. Uno era Tim, il nipote dei signori Grandini, era venuto qui da pochi giorni, per passare qualche settimana coi nonni. Io ho visto tutto, era alla finestra. Il nonno di Tim è stato testimone del rapimento dei due ragazzi, allora si è fiondato in strada per fermare quei balordi. È stato allora che la donna ha impartito l’ordine, soffiando come fosse stata un animale! Un uomo ha colpito il vecchio Grandini con un pugno al viso. La moglie è uscita in strada, gridando, si è scatenata una colluttazione al seguito della quale Tim è stato tramortito, come i nonni”.
“Cosa è successo in quello scontro?” – GS le rivolse la domanda come sapesse che c’era ancora qualcosa.
“Uno degli uomini ha mostrato il volto, che fino a quel momento aveva tenuto nascosto. Era il volto di un demone! Gli occhi gialli, la bocca enorme… ha morso il signor Grandini sul braccio ed un attimo dopo questi è caduto al tappeto!”.
Samanta non riusciva a parlare, poiché la sua mente stava elaborando lentamente la verità, una verità raccapricciante persino per una come lei, che di cose strane ne aveva viste parecchie. Lanciò uno sguardo carico di significato a GS.
“Come ti chiami, ragazza?”.
“Eleonora”.
“Ascoltami, Eleonora. Resta chiusa in casa, tra una decina di minuti dovrebbero arrivare i sanitari. Nel frattempo allerta la polizia e aspetta in casa, chiuditi dentro e non aprire a nessuno”.
“Non sarebbe meglio aspettare la polizia?” – Gli chiese Samanta.
“Dobbiamo arrivare in fondo a questa storia” – Disse GS – “Ormai sono certo che quella donna sia la Regine serpente, tornata alla vita chissà in quale modo. Gli uomini che ho visto entrare nel museo quando siamo andati col professor Benni, quelli erano uomini serpente ed erano qui per riportare in vita la loro regina!” – GS parlò dopo che la ragazza si fu chiusa in casa.
“Ormai anche io ha la sensazione che questi esseri non siano del tutto umani” – Disse Sam – “E non so in che modo potremmo fermarli!”.
GS sorrise e le mise una mano sulla spalla – “Samanta, dobbiamo scoprire che intenzioni hanno. Ho il presentimento che la Regina serpente, poiché ormai nulla può persuadermi dal fatto che quella donna sia lei, stia architettando qualcosa di terribile!”.
“E mi spieghi come diavolo vuoi fermarli?”.
GS alzò lo sguardo al cielo – “Sono certo che qualcuno verrà in nostro aiuto”.
Seguendo la strada, attraversando un sentiero battuto, i due ragazzi giunsero presso le rive di un fiume. Prima ancora di raggiungerlo, sentirono il forte scroscio dell’acqua. Il paesaggio intorno a loro si trasformò: solo alberi ed erba alta.
GS avvertì la sua ex maestra di mantenere tutti i sensi all’erta – “Siamo vicini al luogo in cui si sono accampati” – Disse.
“Come fai a dirlo?”.
“Lo sento”.
Muovendosi con circospezione, guardandosi attentamente intorno e cercando costantemente di mantenere celata la propria presenza, i due ragazzi iniziarono ed esplorare le rive del fiume.
“Devono essere passati di qui” – Disse ad un tratto Samanta, cercando di parlare sotto voce. Indicò l’erba schiacciata dai piedi di molte persone. GS annuì.
Attraversarono un sentiero, seguendo le tracce lasciate dal gruppo misterioso. Assieme alle tracce del loro passaggio, c’erano anche quelle di almeno quattro persone che erano state trascinate.
“Le persone rapite dovevano essere ancora prive di sensi” – Disse GS.
Samanta era d’accordo, perché le tracce non lasciavano alcun dubbio.
Mentre proseguivano la loro ricerca, i due ragazzi sentirono puzza di bruciato e videro del fumo che si alzava verso il cielo.
“Sono loro, ci scommetto la testa!”.
Samanta fissò il suo compagno di ventura e deglutì.
Proprio come avevano sospettato, poco distante, in una piccola radura, c’era un gruppo di persone. Quando GS e Samanta spiarono le loro mosse, un uomo stava trasportando qualcuno in spalla fino ad un casolare. Doveva trattarsi sicuramente di uno dei rapiti, forse proprio Tim.
Nella radura c’erano altri quattro uomini assieme ad una donna che rispondeva esattamente alla descrizione fatta e, quando si voltò, GS e Samanta inorridirono! La donna aveva il volto che sembrava incartapecorito, sulla testa delle ciocche di capelli e le bende alle mani ed ai piedi. Indossava il vestito che apparteneva alla donna derubata.
“Guarda i suoi occhi!” – Disse Samanta.
Gli occhi della donna erano terrorizzanti! L’iride sembrava gialla. Uno degli uomini sembrò attirare la sua attenzione e, quando la donna si voltò nella sua direzione, tolse il turbante, rivelando un volto terrificante!
Inizialmente poteva sembrare quello di un semi umano ma presentava dei segni che non comparivano sul volto dei semi umani. Nella mente del cavaliere era ben presente il ricordo della sua missione con Cabro, durante il periodo in cui aveva deciso di fare il mercenario.
Una delle sue prime missioni come uomo al servizio di Cabro – un grande guerriero, alleato del Grande Maestro, e capo di una compagnia di mercenari – riguardò proprio lo scontro con un gruppo di uomini serpente. Ma quelli che ricordava GS erano ben diversi dall’uomo che stava fissando. Gli uomini serpente che ricordava il cavaliere, infatti, avevano il collo lungo e la testa di un cobra su corpo umano.
Il gruppo sembrò discutere di qualcosa, poi la donna fece un cenno affermativo col capo ed uno dei suoi sgherri si diresse verso il casolare, dai suoi compagni; scomparve qualche minuto nell’oscurità del locale, poi ne riemerse con un carico sulle spalle. Era un giovane ma non sembrava lo stesso che era stato trasportato poco prima.
Il ragazzo era tramortito e l’uomo lo trascinò fino ad un punto della radura in cui lo gettò in una sorta di pozzo mimetizzato. Pochi attimi dopo si sentirono delle urla da far accapponare la pelle ed una serie di rumori raccapriccianti, come ossa che venivano spaccate. GS e Samanta lottarono per scacciare le raccapriccianti immagini evocate nella loro mente e, per la prima volta da quando avevano iniziato la ricerca, provarono solo e puro terrore! Ormai non c’era più dubbio alcuno riguardo la vera identità di quegli esseri e della donna che li accompagnava.
“GS, dobbiamo assolutamente andare via!”.
Il cavaliere non sapeva cosa dire.
“Non possiamo fare nulla! Quelli non sono esseri umani e chissà quali poteri possiede, quella strega!”.
Samanta aveva ragione. Nelle loro condizioni non erano in grado di far nulla! Senza le armature non erano altro che semplici esseri umani. Il cavaliere lanciò uno sguardo vero il cielo, come se attendesse l’arrivo di qualcuno.
“Ci hanno visti!” – La stretta di Samanta lo riportò alla realtà. Prima di iniziare a correre, GS vide gli occhi fiammeggianti della Regina Serpente fissati su di lui! I due cavalieri corsero fino a raggiungere il sentiero ma non fecero molta strada, poiché due uomini serpente erano già su di loro!
Samanta e GS lottarono con tutte le proprie forze ma alla fine si arresero. GS alzò le mani al cielo, quando vide uno degli esseri aberranti spalancare la bocca e mostrare i denti acuminati – “Ci arrendiamo!” – Esclamò. L’uomo serpente lo fissò con gli occhi che ormai non avevano nulla di umano – “Ci arrendiamo, capisci?”.
L’altro uomo serpente gli torse un braccio dietro la schiena e lo portò verso il punto in cui c’era la Regina. Anche Samanta fu trascinata indietro.
Quando furono al cospetto della donna dagli occhi fiammeggianti, i due ragazzi furono trascinati nel capanno, dopo un rapido scambio di opinioni da parte della donna e dei suoi sottoposti. Nel capanno c’erano altri tre personaggi, due ragazzi ed una ragazza e tutti privi di sensi.
Samanta attese che i due uomini serpente di allontanassero, poi si avvicinò al suo compagno di ventura – “Cosa diavolo hai in mente? Perché mi hai fatto cenno di arrendermi? Avremmo potuto cercare di liberarci!”.
“Qualcuno giungerà presto in nostro aiuto, fidati di me!”.
“Non mi dirai che qualcuno sta giungendo qui?”.
GS fece un cenno affermativo col capo – “So che non ci credi ma è proprio così!” – GS sorrise, sicuro di sé. Samanta lo fissava incredula, non aveva visto nessuno che potesse aiutarli in un momento come quello, poi pensò che il ragazzo fosse rimasto in contatto col professor Benni.
“Si tratta di Benni?”.
GS scosse il capo e lanciò uno sguardo alla porta del capanno, riuscendo a scorgere la presenza di qualcuno. Un attimo dopo la porta si spalancò e la Regina serpente fece il suo ingresso.
La donna, l’aspetto ancor più raccapricciante di quando l’avevano vista poco prima, si rivolse loro in una strana e rude lingua. I due ragazzi non risposero nulla – “Non capiamo” – Disse GS.
La donna pronunciò ancora qualche parola in una lingua incomprensibile, poi lo colpì in viso con un manrovescio. Il cavaliere fissò la donna, cercando di mantenere la calma.
Uno dei suoi gorilla fece un passo avanti e gli si rivolse in un inglese stranissimo ma almeno più comprensibile. L’uomo serpente gli stava chiedendo chi fossero e perché li stessero spiando.
GS rispose che erano turisti e si trovavano lì per caso, avevano deciso di fare una passeggiata lungo il fiume, quando li avevano visti arrivare e si erano insospettiti. L’uomo assunse una strana espressione e Samanta ripeté il concetto del suo ex allievo, in modo che fosse più chiaro, perché GS non se la cavava molto bene con le lingue straniere… soprattutto quando non aveva con sé la Corona di Boron.
L’uomo serpente parlò con la sua regina in una lingua incomprensibile. Samanta fissò GS col terrore negli occhi. Il cavaliere si guardava intorno, come se aspettasse realmente qualcuno, restando calmo nonostante la terribile situazione. La donna si chiese chi potesse essere sulle loro tracce e pensò che erano gli umici due esseri umani ad aver scoperto il perché quella donna era stata battezzata Regina serpente, non era solo un titolo: la donna era davvero la regina di un popolo serpente, una razza di cui la moderna umanità aveva perso ogni traccia nel corso dei secoli!
La regina fece un cenno moto esplicito nella loro direzione e l’uomo tirò fuori un grosso coltello dalla lunga lama. L’elsa era dorata e la lama incisa con strani simboli. GS deglutì a fatica, Samanta chiuse gli occhi e tirò dei respiri profondi, cercando di richiamare tutte le forze, preparandosi a vender cara la pelle. Poi si udirono dei tafferugli all’esterno ed un sorriso prese forma sul volto del sudato del cavaliere!