R.O.R. capitolo IV

06.04.2014 15:48

Volò in aria come un sacco di patate. Vide le stelle tutte intorno e la luna che si faceva pericolosamente vicina, poi tutto a un tratto cadde rovinosamente verso il basso e si schiantò al suolo.

La polvere lo ricoprì e gli oscurò la visuale ma la Fire Son aveva protetto GS, il quale scattò immediatamente in piedi e fissò, inorridito e stupito, il suo colossale nemico! Lo psicotroll aveva subito una nuova mutazione: anche l’altro braccio era diventato enorme e su entrambi gli arti superiori erano cresciute delle escrescenze, come esoscheletri e sulle nocche erano comparse delle punte d’osso. Il volto si era alterato ancor più ed il cranio era cresciuto oltremisura, cosicché l’essere sembrava uno strano tipo di ciclope. Le sue spalle erano enormi, così come le sue gambe ed i suoi piedi. Se avesse assunto quell’aspetto prima che GS trovasse la Fire Son a sorreggerlo e lo avesse colpito con tutta la forza di cui disponeva, avrebbe certamente fatto a pezzi il cavaliere e la sotto corazza!

GS decise di abbandonare ogni strategia, c’erano solo due cose da fare: combattere o darsi alla fuga. E mentre il cavaliere pensava, lo psicotroll cercò di afferrarlo con una mano che ormai era enorme. GS saltò e rotolò all’indietro, evitando di finire nella morsa del nemico. Era ormai chiaro che il suo vecchio amico avesse perso completamente il controllo sullo psicotroll e ormai l’essere non era altro che pura furia distruttiva. Il Cavaliere del Tempio della Mente era stato debole rispetto alla creatura nata dal suo inconscio. L’essere aveva capito che il risveglio dell’organismo che lo aveva messo al mondo poteva significare la sua fine e stava lottando con tutte le sue forze, per sopravvivere ma una creatura come lui non poteva restare al mondo: quello non era certo il suo posto. I pensieri ed i sentimenti negativi dovevano restare nel profondo della mente umana, legati in quelle zone da cui non potevano fuggire facilmente! Se ogni uomo avesse dato libero sfogo a sentimenti quali l’odio, il rancore, la rabbia, la vendetta, l’invidia… il mondo si sarebbe trasformato in una micidiale arena dove solo il più crudele sarebbe sopravvissuto! Il genere umano sarebbe ripiombato nella sua era più oscura, abbandonando lo stato di essere intelligente e divenendo puro animo malvagio. Il Tempio della Mente, i cui cavalieri avrebbero dovuto perseverare nella pace e nell’anonimato, aveva dato vita ad una delle creature più aberranti che si fossero mai viste; un ammasso di rabbia, di odio e di rancore, che adesso gridava forte il suo diritto alla vita, minacciando l’esistenza di tutti coloro che avrebbero potuto fermarlo!

Ror era una miscela di sentimenti negativi, che si palesavano chiaramente nella sua forma mostruosa: gonfio come chi ha il cuore gonfio di rabbia, determinato come chi è sorretto dalla potenza dell’odio e folle come chi beve continuamente al calice del rancore. I suoi pugni enormi battevano il terreno, i suoi attacchi fendevano l’aria e le sue grida avevano costretto tutti coloro che abitavano in zona a barricarsi nelle proprie case.

E GS era lì fuori, da solo. I suoi occhi fissavano l’unico occhio aperto di Ror, sperando di non sprofondare nell’abisso di follia che era ormai la mente dello psicotroll. Il corpo massiccio e possente aveva assunto una tonalità scura, come se volesse celare il suo segreto; come se volesse inabissare per sempre l’umano da cui era nato ma GS, se si concentrava, riusciva ancora a scorgere le sembianze di quel vecchio amico che mai avrebbe creduto capace di generare un simile abominio. Le vicende che avevano travolto quel ragazzo erano state davvero così terribili da spingerlo a covare sentimenti tanto oscuri come quelli da cui aveva preso vita lo psicotroll?

Mentre continuava la sua battaglia, GS non riusciva a smettere di pensare all’essere che aveva di fronte e all’amico che gli aveva dato la vita. Ma GS non sapeva che quando Ror era ancora strettamente connesso al suo creatore gli aveva parlato, rivelando i veri motivi che lo avevano spinto ad emergere; confidando proprio a lui i soprusi che lo avevano nutrito. Nella propria vita ogni uomo si trova a subire delle angherie. Quanti esseri come quello si trovavano nel cuore e nell’animo umano?  Quanti potenziali creatori di Ror se ne stavano tranquillamente seduti nei propri uffici a covare segretamente rancore verso i propri superiori? Quante donne continuavano a lavorare nelle proprie case, sopportando le angherie di qualcuno e covando segretamente rabbia? Il suo era un mondo in cui, potenzialmente, ogni essere umano poteva dar vita ad uno psicotroll!

 

GS balzò indietro, schivando una serie di poderosi attacchi. Vide che il suo avversario si era fermato, che sembrava leggermente stremato e decise di giocarsi la sua carta! Caricato il pugno destro al fianco, GS sentì le ventole del Maglio mentre ruotavano vorticosamente e quando il nemico riprese ad avanzare, sferrò la Fiamma di Boron! Il getto di fuoco saettò verso il mostro e lo colpì ma l’essere si era protetto il busto con entrambe le braccia poderose. La carne degli avambracci prese fuoco e GS si chiese se l’essere soffrisse, se la persona che era al suo interno provasse dolore. Stava rischiando di arrecare danno ad un suo vecchio alleato?

Ror non sembrava affatto soffrire, poiché balzò in avanti, cercando di afferrarlo. Per evitarlo, GS si ritrovò nella strada e vide l’autobus passare. Le persone che si aggiravano da quelle parti iniziarono a scappare non appena videro spuntare il mostruoso colosso. Lo psicotroll non parlava più, emetteva solo degli strani versi gutturali e quello, per GS, era il segno che l’essere avesse staccato ogni contatto con la parte umana. L’essere umano era vivo, poiché respirava e sembrava addirittura affannare. Se faceva attenzione, GS riusciva a vedere chiaramente il suo petto alzarsi ed abbassarsi ma non era un respiro regolare!

La corona taceva, nemmeno lo straordinario strumento riusciva a capirci qualcosa ma GS aveva la netta sensazione che l’uomo soffriva. Elaborando qualcosa in base a quella sua sensazione, la Corona gli lanciò una serie di segnali. GS dovette analizzarli tra una schivata e l’altra, ormai era finito nei pressi della rotonda, suscitando il terrore e, in alcuni casi, la curiosità della gente che attendeva l’arrivo dell’autobus. La Corona gli stava confermando che c’era la remota possibilità che lo psicotroll succhiasse energia dalla parte umana. Prima il passaggio di energia doveva essere bilanciato ma dopo l’ultima trasformazione di Ror…

GS inorridì! Il suo scontro con Ror stava forse determinando la fine della parte umana dello psicotroll. Era stato a seguito dello scontro contro di lui, infatti, che Ra si era mutato in Ror e che questi avesse effettuato un’ennesima trasformazione: la trasformazione che stava costando la vita della parte organica!

Mentre era in atto uno scontro che metteva a rischio anche la sua vita, GS si domandava cosa potesse fare per salvare il suo amico e fermare quell’aberrante macchina di distruzione creata dal suo inconscio. Alcuni pugni di Ror lo raggiunsero e lo scaraventarono in terra ma ogni volta il cavaliere si rialzava e riprendeva a schivare. A volte aveva anche colpito il mostro ma ormai nemmeno la potenza del Puglio di Boron riusciva ad avere ragione di esso, benché ad ogni pugno potente, Ror indietreggiasse e apparisse leggermente stordito.

Se era ben chiaro che lo Psicotroll non risentisse, almeno apparentemente, degli attacchi fisici, GS non si dava per vinto. Il Cavaliere del Nuovo Ordine non possedeva molte più strategie per fermare quell’essere… o forse sì? Uno strano atteggiamento da parte dello psicotroll permise a GS di partorire un piano disperato che, se non altro, sarebbe servito a fargli guadagnare un po’ di tempo!

Ror sembrava essere attratto dai lampeggianti delle auto. Non appena vedeva i fari di un’automobile, iniziava a seguire le luci come ne fosse ipnotizzato. GS lo trascinò all’incrocio, lì dove le automobili erano più numerose e lasciò che l’essere seguisse le sue care luci. Nel frattempo egli cercava una disperata soluzione. Il cavaliere sapeva di dover elaborare in fretta un piano, prima che il semaforo avesse indotto la fila vicina a fermarsi, prima che Ror potesse avvicinarsi alle automobili e mettere in pericolo la vita dei conducenti!

Lo psicotroll sembrava rapito dalle luci ed aveva perso ogni interesse per il suo fastidioso avversario. GS tirò un sospiro di sollievo, poiché la forza di quell’essere sembrava essere troppa persino per la Fire Son. L’armatura aveva retto ad ogni scontro ma la potenza dei colpi dello psicotroll era arrivata fino al corpo del cavaliere. Anche se non aveva ricevuto ferite di alcun genere se non qualche ematoma, GS sapeva che il suo corpo non avrebbe retto ancora a lungo. La Corona stava inviando dei segnali, rispondendo ai pensieri del cavaliere, dicendo – nel suo strano modo – che la Fire Son non avrebbe retto a numerosi attacchi come quelli sferrati dallo psicotroll. Per fortuna che il Grande Maestro l’aveva riparata, altrimenti non avrebbe certamente protetto GS. Se quell’essere fosse comparso qualche mese prima, GS sarebbe stato certamente spacciato! La potenza dello psicotroll era tale da attraversare non solo l’armatura ma anche la sotto corazza, come se ogni pugno e ogni calcio possedessero una strana forma di energia capace di superare le difese del cavaliere. La Fire Son nel pieno del suo potere era in grado ancora di proteggerlo ma se GS non trovava presto una soluzione per fermarlo, lo psicotroll lo avrebbe sconfitto e forse annientato.

Il cavaliere non aveva molte informazioni riguardo quell’essere di pura energia mentale e non aveva neppure il tempo di recuperarle, poiché era in piena battaglia. Se fosse fuggito, il mostro sarebbe stato libero di vagare per la città e forse avrebbe preso il sopravvento sulla mente umana… definitivamente! GS scosse il capo, mentre osservava minuziosamente il bestione, quella storia andava chiusa quella sera stessa. Forse al Tempio possedevano le informazioni relative agli psicotroll e potevano suggerirgli come fermarlo. GS ricordò di aver lasciato anche il suo cellulare nel giubbotto che aveva messo sullo scrigno – “Bell’affare, sarò fortunato se al mio ritorno troverò tutto dove l’ho lasciato!”.

Forse poteva cercare di entrare in contatto con qualcuno dei Cavalieri attraverso la telepatia, la sua corona gli aveva permesso in diverse occasioni di compiere un miracolo del genere. Ma GS non aveva dimenticato di essere un Rinnegante e non avrebbe mai chiesto l’aiuto dei Cavalieri del Tempio della Mente, aveva molta fiducia nei suoi mezzi ed era certo che la Corona ed il suo spirito di osservazione gli avrebbero permesso di sconfiggere lo psicotroll e di salvare anche la vita del ragazzo, che aveva permesso a quella mostruosità di venire al mondo… ma non c’era più tempo, poiché il semaforo era rosso ed il mostro si stava avvicinando alle automobili ferme. I primi automobilisti stavano uscendo dai mezzi ed iniziavano a gridare e a farsi indietro. Le urla della gente infastidivano lo psicotroll e l’essere gridava furioso. GS doveva intervenire in fretta, prima che l’essere facesse del male a qualcuno. Ma come intervenire? Come fermare la creatura, senza mettere a rischio la vita del suo ex compagno di ventura?

In quel momento la Corona gli lanciò un segnale, l’immagine di una parte del suo scontro ed era precisamente l’attimo in cui aveva sferrato la Fiamma di Boron contro l’essere. Un sorriso prese forma sul volto stanco del cavaliere, egli aveva capito! Lo psicotroll difendeva l’addome, il punto in cui il contatto con l’essere umano era più ferreo e più visibile. Le braccia e le gambe del ragazzo sparivano negli arti dello psicotroll, integrati con l’essere per mezzo di quelli che sembravano grossi gangli nervosi ma nel corpo del mostro non sembravano esservi particolari protezioni. Lo psicotroll nel chiudere le braccia intorno al corpo aveva difeso la sua parte vulnerabile e l’ulteriore mutazione poteva avere lo scopo di rinforzarlo per proteggere maggiormente la sua unione con la parte biologica.

GS non aveva molti dati in suo possesso ma la Corona gli lanciava segnali confortanti, avallando le sue ipotesi e quello strumento raramente sbagliava. Doveva agire, GS lo sapeva, doveva fare qualcosa prima che lo psicotroll attaccasse la gente, un suo pugno aveva già sfasciato un’automobile e se un colpo simile avesse raggiunto un essere umano… GS non volle nemmeno pensarci.

Osservò attentamente l’essere e notò che la schiena sembrava possedere una sorta di corazza. Non era possibile attaccare il corpo del mostro alle spalle ma l’addome non era così ben protetto, il cavaliere lo sapeva dal momento che aveva osservato bene il suo avversario. Ma in che modo attaccare il mostro senza mettere a repentaglio la vita del suo amico? il cavaliere era confuso ma una cosa la sapeva: doveva attirare nuovamente l’attenzione dello psicotroll su di sé, così lanciò la potente fiamma contro il mostro.

Le lingue di fuoco avvolsero la schiena del mostro, lambendo quello che sembrava una sorta di carapace e salendo fino alla testa. Lo psicotroll lanciò delle urla e cercò di spegnere le fiamme con le enormi mani, poi si voltò ed il suo unico occhio iniettato di sangue puntò su di lui e l’urlo di rabbia ed odio fece accapponare la pelle dei pochi spettatori radunati in zona.

GS fissava l’addome, scolpito, possente ma non protetto come il resto del corpo. Era sicuramente quello il punto da colpire per interrompere il collegamento tra il ragazzo e la sua creatura ma come fare, come essere sicuro che non avrebbe recato danno al cavaliere del Tempio della Mente?

Mentre Ror si avvicinava, la Corona dell’Ariete iniziò a lanciargli dei messaggi poi GS capì. La testa del ragazzo era avvolta da quelli che sembravano strani tentacoli ma in realtà erano delle connessioni nervose tra lui  e lo psicotroll. La corona “urlava a gran voce” che quelle connessioni fornivano il nutrimento alla creatura, erano il ponte che gli permetteva di passare dalla mente al mondo al di là. Bisognava recidere quelle fibre, liberare l’essere umano e distruggere lo psicotroll una volta per tutte. L’uomo, la parte organica, sembrava dormire. Forse per lui era tutto un brutto sogno però era chiaramente sofferente, forse la connessione con lo psicotroll gli stava portando via troppe energie. L’essere era andato ben oltre ciò che il Cavaliere del Tempio della Mente si era prefissato ed ormai era dotato di vita propria e non avrebbe accettato che la parte biologica lo ricacciasse indietro. Il prezioso cimelio gli assicurava che rimuovere le connessioni non era mortale, avrebbe potuto provocare certamente un trauma ma nulla di grave o mortale. Quel messaggio della corona rese GS molto fiducioso ed il cavaliere iniziò a pensare ad un modo per staccare il suo vecchio amico dallo psicotroll.

Intanto l’essere non attendeva e sferrava attacchi continui. GS schivava e indietreggiava e in un caso parò e venne scaraventato su di un altro marciapiede. La resistenza della corazza gli salvò la vita ancora una volta ma un altro paio di colpi come quello e sarebbe finita male. Il Cavaliere del Nuovo Ordine si guardò fugacemente intorno ed incontrò, anche se solo per un attimo, gli sguardi impauriti dei passanti che si erano radunati intorno. Di lì a poco sarebbero arrivati anche le forze dell’ordine avvertite da qualcuno e se lui non avesse fermato lo psicotroll, chissà in quanti ne avrebbero pagato le conseguenze. GS sapeva che doveva sbrigarsi ma come affrontare una macchina da guerra, che sembrava essere insensibile al dolore ed era in possesso di una forza tale da mettere a rischio persino l’integrità dell’armatura?

GS scosse la testa, i continui segnali inviati dalla corona iniziavano a dargli fastidio, poiché lo scontro gli stava prosciugando tutte le energie. Di tutti gli avversari che aveva affrontato negli ultimi anni, quello era certamente il più pericoloso e potente! I suoi attacchi erano goffi ma allo stesso tempo rapidi e potenti. I suoi pugni iniziavano ad andare a segno ed una raffica di colpi rischiò di finirlo, tanto che GS –  riuscito a sfuggire per miracolo alla pioggia devastante di colpi senza sosta – ricorse istintivamente alla Fiamma di Boron, incurante del pericolo che correva il ragazzo intrappolato all’interno del corpo mostruoso. La tempesta di fuoco avvolse l’essere, stringendolo in un abbraccio dal calore insopportabile, quasi fosse la stretta vendicativa di un’amante insoddisfatta! GS prese le dovute distanze, balzando indietro e in un attimo si chiese se non avesse commesso un irreparabile errore! Se era vero che stava combattendo contro una creatura composta da una strana forma di energia, qualcosa di reale solo perché era riuscita ad emergere dalla mente di un essere umano dotato di particolari capacità; quella cosa era sempre parte di un ragazzo, qualcuno che un tempo era stato quasi un amico per lui ed il Cavaliere non voleva fargli del male.

GS non ebbe da preoccuparsi, poiché il mostro emerse dal muro di fuoco, lanciando le sue terribili urla di vendetta! Il suo unico occhio buono era iniettato di sangue e fisso su di lui. GS poteva quasi sentire tutto l’odio proiettato su di lui, come la luce troppo forte di un riflettore sotto il quale non avrebbe voluto mai essere.

Quello sguardo iracondo e carico d’odio sembrava quasi volerlo incenerire e in quel momento, GS ebbe la certezza che il suo mortale nemico ce l’avesse proprio con lui. Se fino a quel momento aveva cercato con la forza della disperazione di non credere fino in fondo a quella certezza, adesso non poteva fare più finta di niente. In quel piccolo angolo di mondo si stava combattendo una battaglia insignificante, che non avrebbe deciso le sorti del pianeta ma solo quelle di un singolo Cavaliere del Nuovo Ordine e GS non era disposto a lasciarsi sopraffare, si sarebbe battuto fino allo stremo delle forze.

Indietreggiò, per sfuggire alla carica devastante dello psicotroll, saltò e sferrò un calcio laterale al volo, poi iniziò a tempestare il suo avversario di pugni al tronco ma era come colpire un sacco di gomma. I pugni enormi picchiavano contro la Fire Son ed il metallo lucente vibrava pericolosamente, mentre le gambe del cavaliere quasi si piegavano sotto il peso terribile dell’attacco. Le spalle, le braccia, l’addome e le gambe di GS erano doloranti ed il cavaliere si chiese se il suo corpo non fosse finito in pezzi nonostante la protezione dell’indistruttibile corazza. Quando i pugni gli piovvero anche sul capo, GS credette che il collo si sarebbe rotto, come un pezzo di legno che venisse battuto con un martello, ma l’elmo ed il pettorale della corazza lo protessero.

E mentre si stava battendo ai limiti delle sue possibilità, GS rilasciò la Fiamma di Luce. Fu il suo istinto a sbloccare l’energia, l’armatura venne avvolta da un alone di luce ed iniziò a risplendere e fu allora che il cavaliere notò un effetto strano! Avvolti dalla Fiamma, i suoi pugni riuscivano ad attraversare il corpo mastodontico, quasi che l’energia riuscisse a superare la barriera tra la psicoemanazione e l’essere umano! Proprio in quell’attimo le due mani enormi lo afferrarono, lo sollevarono e lo scagliarono come fosse stato un bambolotto di pezza. Il corpo appesantito dalla Fire Son colpì un’automobile, piegando il metallo e facendo esplodere i vetri.

Il cavaliere cercò di muoversi ma fece una gran fatica. Riuscì a staccarsi dal metallo e barcollò. Un rivolo di sangue gli scorse lungo il mento, ne sentì il calore e ne avvertì il sapore metallico in bocca. La vista gli si annebbiava e GS fece uno sforzo di volontà per non crollare e vide il pugno che si stava abbattendo su di lui; si gettò di lato e rotolò sulla strada, si rimise in piedi e si accorse che anche il suo avversario era stremato.

Lo psicotroll era fermo e ansimava. Il suo enorme petto si alzava ed abbassava pesantemente e nonostante tutto, il suo odio bruciante per l’avversario non spariva, anzi sembrava alimentarsi sempre più.

Fu allora che GS ebbe un’altra illuminazione: se il mostro sfogava tutta la sua rabbia, perdeva le forze. L’odio, da solo, non era sufficiente a mantenerlo in buona salute!