Tribunale Parte I
SOGNI
La mattina dopo GS si era ripreso.
Quando uscì dall’infermeria, GS incontrò Mahul. L’uomo, col solito sguardo truce, indossava una maglietta ed un paio di pantaloni di tela. Ai piedi calzava un paio di scarpette di tela. Era alto, fisico snello, volto duro. Portava due orecchini dorati all’orecchio sinistro. La sua carnagione era scura come i suoi occhi. Al collo portava una collana di uno strano metallo bluastro. Portava due bracciali di un metallo nero e diversi anelli sia sulle dita della destra che su quelle della sinistra. Alla vita portava una cintura di cuoio e non si vedeva alcuna arma. Nemmeno GS sapeva che il rinnegato portava dei pugnali nascosti nei suoi abiti. Solo in pochi intimi erano a conoscenza di quel segreto e nessuno osava rivelarlo.
Mahul proveniva dal profondo sud. Su di lui si dicevano parecchie cose. Alcuni ne parlavano come fosse un demone, altri lo descrivevano come un fuggitivo. Nessuno aveva mai visto la sua corazza ma si diceva che ne possedesse addirittura due! In pochi elogiavano le sue tecniche mentali ma in moltissimi dicevano di lui che era un individuo che sapeva leggere le persone. Bastava che le guardasse negli occhi per carpire i loro segreti più profondi ed era sempre in grado di tirarsi fuori da una discussione, seppure partisse da una posizione di svantaggio. Coloro che avevano avuto modo di conoscerlo, parlavano di lui come di un abile guerriero ma lo descrivevano anche spietato e privo di scrupoli.
“Per fortuna sei vivo, ragazzo”.
GS annuì – “Sei stato tu a portarmi in infermeria?”.
Mahul annuì, soffiando una nuvola di fumo e facendo cadere la cenere dalla sigaretta.
“Ti ringrazio” – Disse GS.
“Dovere” – Rispose l’altro.
Poi Mahul fece cenno a GS di incamminarsi lungo la strada ed il Cavaliere del Nuovo Ordine lo seguì.
“Sono stato fortunato” – Disse subito GS.
Mahul scosse il capo, soffiando via altro fumo e gettando la sigaretta in un buco nella strada – “Una P 38 non è in grado di perforare una sottocorazza. Forse una magnum ci sarebbe riuscita ma dubito che ti avrebbe ucciso un solo colpo”.
“Cosa intendi dire?”.
“Il ragazzo che giocava a fare il gradasso ha sbagliato tutto” – Mahul fissò GS – “Invece del petto doveva puntare alla testa”.
GS fu percorso da un brivido lungo la schiena: in effetti la testa era l’unica parte del corpo, assieme alle mani, a non godere di alcuna protezione.
“Se ti avesse sparato in fronte, adesso staremmo celebrando il tuo funerale” – Mahul gli diede uno scappellotto dietro la testa – “Devi imparare a stare più calmo” – I suoi occhi divennero spiritati – “Questo posto è ormai un campo minato per noi Rinneganti!”.
Dopo che GS aveva deciso di ripudiare l’Ordine dei Cavalieri del Tempio della Mente, anche altri membri avevano seguito il suo esempio. Mahul era uno di quelli. Un giorno, incontrando GS nel nosocomio, gli aveva dato una pacca sulla spalla – “Hai preso una decisione saggia. Anche io meditavo da tempo di abbandonare l’Ordine e l’ho fatto. Adesso sono un Custode”.
Mahul si era sfogato col Cavaliere del Nuovo Ordine, rivelandogli che erano anni che meditava di abbandonare l’ordine ma non aveva mai maturato la decisione in modo convincente. Erano state le vicissitudini recenti a convincerlo del tutto – “Io ero tra quelli che credeva nel miglioramento del Tempio. Credevo che la nuova Signora potesse portare un po’ di pace ma invece…” – Mahul non terminò la frase in quell’occasione ma GS ne capì ugualmente il senso. GS era stato l’unico ad accorgersi che le cose sarebbero peggiorate con l’arrivo della Nuova Signora.
Mahul non aveva rinnegato l’Ordine completamente, come invece aveva fatto GS. Si era semplicemente distaccato, chiedendo di divenire un custode. Poteva presidiare la Torre ma solo come guardia esterna, senza accedere ad alcune delle sue sale, mentre per altre poteva usufruire di un permesso speciale. Anche Eryon aveva ripudiato l’ordine, divenendo un Custode. Altri Cavalieri del Tempio della Mente si erano distaccati a loro modo dall’Ordine, dopo essere rimasti colpiti e delusi dal comportamento tirannico della Nuova Signora del Tempio ma solo Eryon, Mahul e GS avevano ripudiato l’Ordine.
GS storse il naso quando Mahul si definì un rinnegante. Non era del tutto esatto ma lasciò correre – “Non immaginavo che…” – Il Cavaliere del Nuovo Ordine non riuscì nemmeno a finire la frase, tanto era rimasto sconvolto per quello che gli era capitato.
“Quello ti avrebbe ucciso, senza pensarci su due volte” – Mahul gli diede un altro scappellotto.
“Ho capito, maledizione, ho capito!” – Esclamò GS.
In quel momento giunse anche Eryon. Comparve all’improvviso, come fosse una folata di vento improvvisa – “GS, come stai?”.
“Sta bene” – Disse Mahul, spegnendo la sigaretta.
“Sto bene” – Confermò GS.
“Questa volta l’hai scampata davvero bella” – Disse Eryon.
“Ma come avete fatto a trovarmi? Mi credevo ormai perduto!”.
Eryon fissò Mahul – “Tutto merito suo”.
“Quando si tratta di trovare qualcuno, non c’è battitore migliore di me” – Disse il cavaliere del profondo sud, accendendosi un’altra sigaretta.
“Quelle cose finiranno per ucciderti” – Disse Eryon, palesando il suo odio per il fumo.
“Come hai visto tu stesso” – Mahul fece un cenno in direzione del più giovane dei tre – “In questo postaccio morire è un attimo”.
“Che n’è stato del mio assassino?” – Chiese GS.
“E’ stato trasferito, questa mattina stessa” – Rispose Eryon.
“Mi sarebbe piaciuto molto mettergli le mani addosso!” – GS batté il destro nel palmo della mano sinistra – “Vorrà dire che mi accontenterò dei suoi mandanti!”.
“E come fai a sapere che qualcuno ha commissionato loro un lavoro?”.
GS fissò Eryon – “I soldati non avrebbero mai agito per conto proprio”.
“Lo penso anche io” – Disse Mahul – “Sono troppo codardi per attaccare un cavaliere, anche se questo non fa parte dell’Ordine del Tempio della Mente”.
“E’ la stessa conclusione a cui sono giunto io” – Disse GS.
“A me sono sembrati tre poveretti” – Disse loro Eryon – “E nemmeno molto convinti di quello che stavano facendo”.
“Quello che ha sparato” – Disse Mahul, soffiando via una nuvola di fumo – “Quello è stato sicuramente assoldato da qualcuno, col compito di non fare uscire vivo il nostro amico da quel capannone”.
“In effetti, quel bastardo fomentava continuamente gli altri due” – Ammise GS.
“E adesso lo hanno fatto sparire, affinché non possa lasciare dichiarazioni” – Disse Mahul. Un sorriso malevolo prese forma sul suo volto scuro.
“Bastardi!” – GS picchiò nuovamente il palmo della sinistra col pugno destro.
“Adesso calmati” – Gli disse Eryon – “Svolgeremo delle indagini…”.
“Che non porteranno a nulla” – Concluse Mahul – “L’unica cosa da fare è attendere che i nostri nemici facciano un passo falso e allora…” – Il sorriso divenne ancora più largo e la luce nefasta che brillò nei suoi occhi neri, lasciò trasparire tutte le sue cattive intenzioni.
GS scosse il capo – “Io so chi c’è dietro tutto questo”.
Eryon lo fissò interessato – “Cosa pensi?”.
Mahul fece loco cenno di stare in silenzio. Quando lo due guardie li superarono, il cavaliere del sud sorrise – “Qui ci sono orecchie ed occhi ovunque”.
“Io so chi ha scatenato questo putiferio”.
“Vedo che ci sei arrivato” – Disse ad un tratto Mahul – “Ho capito a chi ti riferisci: l’ultima arrivata. Insomma, mi hai capito”.
“Proprio così” – Disse GS – “Dal primo momento in cui l’ho vista, sapevo che mi avrebbe causato un mucchio di guai ma non credevo che un giorno sarebbe arrivata a tanto!”.
“Ma smettetela!” – Esclamò Eryon – “Ho capito a chi vi riferite e si tratta di una donna un po’ stramba, la conosciamo tutti”.
“E’ stata lei a parlare con le guardie” – Disse Mahul – “Fidati di me”.
“Ma non è stata lei a commissionare l’assassinio” – Disse Eryon – “Non arriverebbe a tanto”.
GS sputò in terra – “Non lo so” – Disse – “Fatto sta che vorrei tanto dirle due parole…”.
“Si trova adesso nella Torre” – Disse Mahul, indicando l’edificio con un cenno della testa – “E le guardie si sono fermate all’ingresso”.
GS ed Eryon si voltarono: i due uomini armati erano fermi davanti all’ingresso e fumavano una sigaretta.
“Le guardie si faranno da parte” – GS si tastò la cintura ma si ricordò in quel momento di non avere con sé il Maglio o la Corona.
“Hai dimenticato che ci è proibito introdurre strumenti da battaglia, dal momento che abbiamo ripudiato il Tempio ed i suoi Cavalieri?” – Eryon ricordò al suo amico che aveva lasciato tutto a casa.
“Ho lasciato il Maglio e la corona a casa, dopo essere rientrato dal sud. La Fire Son, anch’essa è a casa” – GS ricordò la stranezza che interessava la sua armatura: dopo tre settimane passate nel ventre del vulcano, non si era riparata – “Avrei bisogno di una consulenza del Grande Maestro. Chissà se è ancora impegnato nella battaglia contro i Cavalieri Neri di Germania”.
“Vogliono impedirci di utilizzare qualsiasi arma per difenderci” – Disse Mahul.
“A nessuno è permesso introdurre armi. Solo i soldati ed i Cavalieri del Tempio possono farlo” – Gli ricordò Eryon. Mahul lo fissò poco convinto.
“Per mia fortuna la sotto armatura non è considerata un’arma!” – Esclamò GS, ricordando che la sua vita era dipesa solo dalla protezione.
“Già, sei stato proprio fortunato” – Disse Eryon.
“Comunque, voglio incontrare la mia carissima amica e farci due chiacchiere” – GS si avviò verso la Torre ma una mano forte come l’acciaio gli strinse il braccio sinistro.
“Non fare stupidaggini, ragazzo!” – Mahul lo aveva fermato.
“Cosa vuoi?”.
“Ci accuserebbero di aver scatenato un putiferio”.
Le parole di Mahul fecero ragionare GS: non aveva tutti i torti. Se fosse scoppiato un tafferuglio, avrebbero dato la colpa a lui o a loro.
“Cosa proponi, allora?”.
“Aspettare” – Disse Mahul, ridendo – “La conosci la storia del cacciatore?”.
GS scosse la testa.
“Il cacciatore si siede sulla roccia, fucile in braccio, e attende l’arrivo delle belve e non appena queste spuntano…” – Mahul imitò un cecchino che prende la mira e spara contro un bersaglio invisibile.
“Io vorrei risolverla subito, questa storia!” – Esclamò GS.
Mahul gli diede due colpetti sulla spalla sinistra – “Aspetta. Al momento opportuno li affronteremo tutti”.
“Non vedo l’ora” – Disse GS – “Adesso, però, ho bisogno di tornare a casa e farmi una doccia, poi stendermi a letto e dormire qualche ora in tutta tranquillità”.
“Fai attenzione” – Gli disse Eryon.
Mahul scosse il capo – “Non faranno più cavolate” – Disse – “Adesso sanno che siamo in guardia”.
“Se dovesse succedere qualcosa, chiamaci” – Gli disse Eryon.
“Se dovessero attaccare di nuovo, conta pure su di noi” – Aggiunse Mahul.
“Lo terrò presente” – Disse GS, che poi si avviò per uscire dal Tempio.
Tornò dritto a casa. Tormel non c’era, era andato di sicuro a lavorare.
Non riusciva a pensare a nulla, la mente era come vuota. Ma GS sapeva che l’unica cosa che occupava la sua mente, annientando il fiume di pensieri che spesso l’affollava, era la delusione.
“Come si può essere tanto meschini?” – Pensò il cavaliere.
Mentre controllava che ci fossero il Maglio, la corona e la corazza, prima di mettersi a letto, GS pensò seriamente a tutta quella storia.
“Siamo seri, quella matta non sarebbe stata mai così malvagia da commissionare una spedizione punitiva a mio discapito. La soluzione deve essere un’altra”.
GS si preparò la solita tisana sulla quale faceva affidamento quando tornava da un turno di notte e aveva bisogno di un aiuto per dormire. Fissò il microonde: la luce ed il piatto che girava con quel suo strano ronzio.
“E se fosse stata proprio la persona offesa a commissionare il mio assassinio?” – Quel pensiero gli fece gelare il sangue nelle vene. Scosse il capo – “Non è possibile! E comunque avrei preferito mille volte affrontare la sua spada, piuttosto che le bocche di fuoco di quei tre pazzi”.
In quel momento si udì il trillo del microonde: la tisana era pronta. GS iniziò a sorseggiarla lentamente, andando in camera sua e sedendosi alla scrivania. Fissò lo schermo scuro del monitor – “Siamo seri, non è la tipa da fare cose simili! Non avrebbe commissionato mai un omicidio o una spedizione punitiva. Al massimo si sarebbe infuriata, me ne avrebbe dette di tutti i colori e avrebbe fatto un po’ l’offesa ma non sarebbe arrivata a tanto”.
GS si alzò e andò al balcone. Sentì un brivido di freddo: la temperatura si stava abbassando.
“Può anche darsi che lei abbia chiesto ai tre soldati di darmi una lezione. Può darsi che il ragazzo, quel dannato matto, abbia perso il controllo e abbia cercato di fare l’eroe!”.
GS considerò l’età del carceriere più giovane – “Ha al massimo ventidue anni. Troppo giovane per ragionare e riuscire a sconfiggere un Cavaliere del Nuovo Ordine sarebbe stata un’ottima pubblicità!”.
GS iniziò a sudare vistosamente e non era certo a causa della tisana ma della tensione e dell’ansia – “Può darsi che qualcuno dei cavalieri abbia organizzato questa messa in scena per punirmi e che quel matto si sia lasciato prendere la mano!”.
GS tornò in camera e chiuse il balcone. Si sedette sul letto e fissò ciò che restava della tisana. Ormai si era raffreddata.
“Non riesco ancora a credere a quello che mi è successo” – GS si era trovato in molte situazioni pericolose. Aveva affrontato mostri ed esseri soprannaturali, esplorato mondi lontani e si era confrontato contro tiranni, folli e regine agguerrite ma non era mai stato così vicino alla morte come il giorno precedente. Scosse il capo e posò la tazza sulla cassa del pc.
“Ormai è passato. Non voglio più pensare a tutta questa storia” – GS si mise a letto. Faceva leggermente fresco ma non ancora un freddo tale da giustificare le coperte, così il ragazzo si stese sopra le lenzuola – “Me la lascerò alle spalle ma d’ora in avanti non abbasserò più la guardia. Questi Cavalieri del Tempio della Mente sono diabolici: sfruttano ogni elemento a loro disposizione per accusarmi!”.
GS, ancora scosso per quello che gli era successo, si concentrò sulla respirazione: inspirava col naso ed espirava con la bocca. Restò alcuni minuti concentrato in quel modo; poi – quando la turbolenza che si portava dentro parve calmarsi – il cavaliere si mise a letto e chiuse gli occhi.
Si addormentò quasi subito ma il suo non fu un sonno ristoratore. La sua mente fu assalita da immagini forti, da quelli che potevano essere definiti sogni ma erano arricchiti da immagini che trasmettevano angoscia.
Se qualcuno avesse osservato GS mentre dormiva, si sarebbe accorto che il ragazzo si dimenava e parlava anche nel sonno. La sua fronte era imperlata di sudore e la sua espressione una maschera di dolore. Ma nemmeno gli occhi più attenti sarebbero riusciti a leggere ciò che veniva proiettato nella sua mente!
Si svegliò la prima volta intorno alle dodici. Si accorse immediatamente di essere molto sudato e si tolse i vestiti, gettandosi sotto la doccia. Fece una lunga doccia calda, poi si avvolse nell’accappatoio e con lo sguardo cercò lo scrigno: la Fire Son era lì – “Ma mi sarebbe d’aiuto, conciata com’è?”.
Ancora una volta il cavaliere tornò a chiedersi come mai la Fire Son, che si era sempre riparata a contatto col calore del vulcano, ne fosse uscita ancora danneggiata, dopo molti giorni passati nel suo ventre.
“Bah, invece di pensare ai sogni, devo mettermi in contatto col Grande Maestro e chiedergli aiuto. Sono certo che egli sa cosa sta avvenendo, perché questa è una cosa insolita per la Fire Son”.
GS ricordò anche che il Grande Maestro MU gli aveva mostrato come riparare l’armatura ma, anche ammesso che la Signora del Tempio gli lasciasse utilizzare la Forgia, non aveva il materiale per riparare l’armatura e questo perché il Grande Maestro voleva che imparasse bene, prima di iniziare la riparazione della sua armatura.
GS afferrò la Corona dell’Ariete, la mise sul capo e assunse la posizione seiza, rivolto verso il balcone. Si concentrò, ricorrendo alla respirazione profonda e liberando la mente. Il passo successivo fu quello di focalizzare tutti i suoi pensieri sul Grande Maestro. Nella sua mente ci fu come una folata di forte vento. Si formò l’immagine del cielo, delle nuvole. La visione era quella di un’entità che viaggiava ad altissima velocità ed infine trovò quello che cercava. Avrebbe riconosciuto l’essenza del Grande Maestro, distinguendola tra mille, poiché essa era splendente oltre misura.
“Maestro, ho bisogno del suo aiuto”.
“GS, non ci sentiamo da molto tempo”.
“Già”.
“Cosa è successo?”.
“Si tratta della Fire Son”.
“Cos’ha?”.
“E’ rimasta danneggiata, durante una missione contro una nuova razza di semi umani mutanti”.
“Semi umani mutanti?”.
“Si. Si tratta di una nuova razza di semi umani in grado di mutarsi in orribili ragni”.
“Li hai scacciati?”.
“Li ho fermati ma ho il terrore che siano ancora da qualche parte, poiché alcuni di essi sono riusciti a fuggire”.
Seguì il silenzio, poi la voce del Grande Maestro tornò a farsi sentire.
“Ti hanno colpito? Sono stati loro ad infrangere la solidità della Fire Son?”.
“Si”.
“Ti sei accertato che non possedessero una sorta di veleno, una qualche sostanza che ha corroso l’armatura e che deve essere lavata via?”.
“No, non l’ho fatto. Contatterò Fergus e gli farò analizzare la corazza”.
“Non c’è bisogno di Fergus. Il legame tra te e l’armatura basterà”.
“Cosa devo fare?”.
“Indossala e entra in contatto con essa. Dopo che hai fatto questo ricontattami che ne riparleremo”.
“Va bene Maestro. Ma lei cosa sta facendo?”.
“Sono in missione”.
“Col Cavaliere Rosso?”.
“No, lui sta seguendo un’altra pista. Ma sarò presto da te”.
“Allora a presto, Maestro”.
GS interruppe la comunicazione mentale. Ma in quel momento, un attimo prima che emergesse da quello stato di trance, apparve nella sua mente l’immagine di un volto: un volto nero con occhi fiammeggianti!
GS lanciò un urlo terribile e si ricordò che “l’uomo nero”, come lo avrebbe battezzato da quel momento in avanti, era il soggetto principale degli incubi che lo avevano perseguitato durante il suo sonno irrequieto.
“Sono certo che non si tratti del trauma per quello che mi è successo” – Pensò GS – “Deve essere qualcos’altro ed ho un solo modo per scoprire cosa sta succedendo, per scoprire chi è “l’uomo nero!”.