Fratello contro fratello

06.01.2014 12:42

Indignata per ciò che era successo la potente Cloris, dall’alto del suo monte chiamato Olimpo per la sua coronazione a dea della Terra, imprecava contro la fortuna del suo nemico, eppure allo stesso tempo il suo dispiacere si mischiava a piacere, un piacere sadico che si alimentava con la speranza di far soffrire ancora un po’ il suo nemico. I suoi poteri erano pressocché illimitati e poi aveva ancora molte frecce al suo arco.

“Sorluj” – Disse con disprezzo rivolgendosi al suo Supremo generale – “Io ti ho riportato dall’inferno. Eri una nullità prima che io ti creassi, poi hai ricevuto in dono il potere dell’onnipotenza ed ora sei un generale supremo e lo hai ampiamente dimostrato durante il combattimento contro GS e la sua corazza nuova ma per una beffa del destino l’immenso potere del Drago dell’aria gli ha permesso di ritornare in questo mondo… ma il suo destino non sarà diverso!” – Cloris, che nessuno aveva mai visto perché restava sempre nell’ombra, rise di gusto, una risata isterica e rabbiosa, carica d’odio – “Posso già prevedere la prossima mossa del nostro nemico ma avevo già preparato una cosa per lui e la mia trappola lo aspetta al varco. Il tuo compito sarà quello di trovare il Drago dell’aria e sconfiggerlo col potere del tuo Bio Drago a due teste”.

“Quindi posso contare sull’aiuto di BioDragon?”.

“Si, potrai liberarlo dalla sua prigione d fuoco e sfruttare i suoi poteri per distruggere il Drago dell’aria”.

“Questa volta non vi deluderò somma Cloris”. Sorluj sparì nell’ombra, dove era solito nascondersi, mentre Cloris si affacciò alla finestra del suo immenso bastione e pregustava il giorno in cui tutta quella insignificante cittadina, assieme ai suoi abitanti, cadesse completamente sotto il suo dominio.

 

 

“Grazie di avermi liberato”.

“Non c’è di che”. Erano tornati in un litorale di notte, disabitato e GS aveva abbandonato la sua corazza. Non voleva tenerla indosso per più del tempo dovuto. “Perché non togli la corazza?”.

“Non abbandonerò il Silver Dragon finché non raggiungerò l’altura dei picchi in Cina dove la ricaricherò, addestrandomi per la battaglia finale”.

“Fino ad allora io ti aspetterò, cercando di liberare coloro che come te sono stati imprigionati da Cloris”.

“Bene” – Il Drago dell’aria gli strinse forte la mano, poi si incamminò lungo il litorale per volare sopra la città a velocità inaudita. GS rimase da solo, se ne tornò a casa per riposare. Quando arrivò alla sua abitazione scoprì che il Maestro lo stava aspettando.

GS gli rivolse un sorriso. “Maestro MU sono riuscito nel mio intento!” – Abbassò lo sguardo, poi aggiunse – “Ma è stato solo per merito degli Angeli che mi hanno concesso l’aiuto della Turn G 1 e del Drago dell’aria che quando tutto sembrava finito, ha riaperto la porta col suo immenso potere”.

“Il merito è anche tuo che hai lottato per difendere quel ragazzo fino in fondo. Quella non era sete di lotta o di vendetta, ma solo salvare un ragazzo al quale sei legato da molto, moltissimo tempo”. GS lo fissò senza capire, ma il maestro non gli diede il tempo di fare domande.

  “Adesso mangia qualcosa, ti ho preparato un pasto speciale. Dopo vai a dormire perché domani di buon’ora dovrai recarti nei verdi boschi del monte della tua città e trovare La fossa della Pantera”.

“Lì è tenuto prigioniero un altro degli alleati con cui dovrò affrontare Cloris?”.

“Esatto e questa volta so anche chi è e sono certo che per te sarà un vero piacere poterlo riabbracciare e combattere nuovamente al suo fianco”.

“Non mantenetemi sulle spine, fatemi il suo nome”.

“E’ il tuo amico Claude, conosciuto in città anche col nome di El Coguaro”. GS fu felice di sapere che anche Claude o semplicemente Claudio, si sarebbe unito a lui nella lotta. Le loro strade si erano incrociate più volte in passato ed erano stati amici per la pelle, combattendo contro molte insidie, sempre insieme. Soltanto una cosa non gli era ancora ben chiara… cosa centrava Claudio con Cloris? Forse lei temeva la sua potente Pantera robotica?

“Cloris ha beccato il tuo amico, prendendolo di sorpresa e lo ha imprigionato in una profonda fossa alla quale io ho dato il nome di fossa della Pantera. Da quando Claudio è caduto anche la mitica Panther, pantera robot dall’immenso potere, non è più in grado di attivarsi”.

“Perché questa maledetta ha scelto di accanirsi tanto contro Claudio? Lo conosceva forse?”.

“Questi sono dettagli che non conosco” – Gli rispose il maestro.

“Va bene lo stesso” – Disse GS – “Non mi importa di sapere il perché. mi importa solo che c’è qualcuno che sta cercando di distruggere un mio carissimo amico ed io non posso permetterglielo”. Tutto ad un tratto il volto del Grande Maestro divenne serio.

“Cosa c’è che vi preoccupa maestro?”.

“Noi non conosciamo nulla di Cloris. Fin’ora hai combattuto solo contro i suoi generali e la lotta è stata già abbastanza dura… se questa volta ti capiterà di affrontare lei in persona ce la farai?”.

“Non lo so”.

“Quello che intendo dire è: ti senti all’altezza di una creatura simile?”.

“Io no so se sono o no alla sua altezza, non so nemmeno se la Turn G 1 giungerà nuovamente in mio aiuto. Quello che so è che un mio amico è in pericolo ed io farò di tutto per aiutarlo… qualunque sia il rischio”.

Finito di mangiare GS andò subito a coricarsi, sperando di no avere incubi quella notte.

 

Si risvegliò all’alba e notò con piacere di aver recuperato tutte le forze. Si alzò dal letto e andò a  sciacquarsi la faccia. Quando entrò in cucina per fare colazione vi ritrovò il Grande Maestro.

“Ti sei svegliato di buon’ora, me ne compiaccio”.

“Per fortuna non sento più i dolori che mi tormentavano la scorsa notte”.

“Merito della cena che ti ho preparato ieri” – Il Maestro si sedette su una sedia e lo fissò in modo significativo. GS sbuffò e annuì.

“Ho capito” – Disse – “Dovrò entrare nuovamente in azione”.

“Mi spiace che tu non possa recuperare ancora maggiormente le forze ma il tempo stringe e non possiamo commettere errori. Per il momento è importante che i tre anelli della catena si riuniscano”.

“I primi due siamo io ed il Drago dell’aria e l’ultimo è Claudio giusto?”.

Il maestro MU posò il boccale ricolmo di tè sul tavolo e fece un cenno affermativo col capo.

“Purtroppo non credo che Cloris ti permetterà di liberare Claudio dal suo sonno tanto facilmente”.

“Non importa cosa farà o quanti soldati mi manderà contro. Io libererò Claudio e assieme affronteremmo il suo impero e la batteremo”.

“Se riuscirai in questa missione i punti a nostro favore saranno tre…”.

“Io, il Drago dell’aria e Claudio” – Terminò GS.

“Quello che vorrei sapere è perché Cloris abbia preso di mira me e Claudio… sembra quasi che ci conosca”.

“Troverai le risposte a queste tue domande solo quando tu e gli altri riuscirete ad irrompere nel suo dominio e vi troverete finalmente faccia a faccia con lei”.

“Non chiedo di meglio. Gliela faremo pagare per la sua insolenza”.

GS fece colazione con un misto di pappa reale e cereali nel latte e si disse pronto alla partenza. Prima che potesse andarsene il Grande MU lo pregò nuovamente di stare attento ai poteri di Cloris e di non sottovalutarla. GS gli disse di non preoccuparsi e di non stare in pensiero. Mentre si avviava verso la fossa della Pantera il ragazzo sperava in cuor suo che in caso di bisogno gli Angeli gli donassero nuovamente la Turn G 1.

Non appena GS scomparve oltre il ciglio della strada, comparve l’Angelo vestito di rosso e parlò al suo maestro MU.

“Credevo che sbagliasse ancora una volta” – Gli disse.

MU il Grande fissò quel viso fanciullesco e rise. “Il suo ultimo errore è avvenuto poco tempo fa quindi se ne ricorda ancora. Dovremmo aspettare gli sviluppi futuri, tra un po’ di tempo, quando le correnti avventure gli avranno rimosso l’evento dalla mente e il dubbio e la rabbia si insinueranno ancora una volta nella sua giovane mente”.

“Hai ragione” – Disse l’Angelo che si guardava intorno con curiosità, quasi come un bambino in una nuova casa – “I miei fratelli lo stanno tenendo d’occhio costantemente, nella speranza che non commetta un errore. Il potere della nuova corazza è davvero immenso e se venisse usato per il male…” – L’angelo chiuse gli occhi, coprendosi il volto con le mani proprio come un bambino.

“In tal caso…” – Disse il maestro – “Perderà la Turn G 1 per sempre, dato che verrà irrimediabilmente distrutta”.

L’Angelo annui e sorrise.

 

Si guardò intorno con circospezione. Dov’erano nascosti i seguaci di Cloris? Dove i suoi potenti quanto scaltri generali? Era impossibile che non avesse lasciato nessuno a sorvegliare la fossa della pantera… improvvisamente GS cadde in una buca nascosta nel terreno.

Nemmeno lui seppe spiegarsi come ma riuscì, con una piroetta, a drizzarsi in celo e a cadere sui piedi. Assunse un atteggiamento difensivo, scrutando l’oscurità che lo circondava. Si trovava in una buca profonda scavata nella terra… che fosse proprio la fossa della pantera? Dato che a sinistra c’era un enorme blocco di pietra, GS decise di proseguire dritto, alla ricerca di Claudio, stando sempre bene in guardia per prevedere gli attacchi del nemico. Era certo che da un momento all’altro Cloris si fosse fatta viva con i suoi terribili poteri e invece… raggiunse l’alcova dove veniva custodito Claudio senza incappare in nessun nemico.

“Tutto questo è molto strano…”. GS non riusciva a dare una spiegazione a quel’evento. Si ritrovò a fissare il suo amico Claudio. Indossava la tuta nera di quando era El Coguaro, guerriero alla ricerca della redenzione, e sembrava che dormisse. Il suo volto sembrava sereno. Ma era davvero Claudio? C’era solo un modo per scoprirlo… GS si avvicinò al dormiente e controllò che avesse quel piccolo taglio sulla guancia. Se lo era procurato da piccolo. Lo aveva. GS lo ricordava bene. Quando Claudio si faceva la barba quella cicatrice risaltava molto. C’era, la cicatrice c’era. Ma adesso come fare a svegliarlo? Sarebbe bastato chiamarlo?

GS sbuffò e provò a dargli qualche scossone. Attese una risposta dell’amico. Niente. Accostò l’orecchio sul suo petto e ne sentì i battiti del cuore. Dunque era ancora vivo. “Cosa devo fare per riportarti tra noi?”. GS era certo che la soluzione era a portata di mano ma come al solito era lui ad essere cieco e a non vederla. Sentì ancora una volta la rabbia crescergli dentro ma cercò di dominarsi. Cedere alla rabbia in quel momento non poteva giovargli in alcun modo, piuttosto avrebbe dovuto concentrarsi e capire cos fare. Si rimboccò le maniche e cominciò a pensare ad un metodo per risvegliare il suo amico. Passarono le ore e nella fossa tutto divenne più buio. Il sole stava tramontando e GS si stupì che il tempo fosse passato tanto velocemente. Stanco nella mente, pensò bene di caricarsi l’amico sulla spalle e di portarlo a casa con lui, per farlo visitare dal Grande Maestro. Assicurò l’amico sulle sue spalle con delle corde e pensò ad un modo per scalare le pareti della fossa. Cercò attentamente gli appigli ma proprio quando li aveva trovati e stava per cominciare la scalata qualcuno al di fuori della fossa vi gettò dentro del terriccio.

“Morirete tutti e due sepolti nella roccia!”. Anche se GS non riuscì a vedere chi fosse il comandante delle truppe nemiche capì immediatamente che faceva sul serio! La polvere continuava a cadere sulla sua testa e se non avesse escogitato un modo per fuggire da quella trappola nemmeno lui si sarebbe mai più svegliato. Durante quegli interminabili secondi GS non riuscì ad elaborare una soluzione se non quella di continuare la scalata, sfidando il terriccio che gli cadeva addosso. Per un paio di volte cadde nel fango che si era accumulato sul fondo della fossa ma trovò sempre la forza di rimettersi in piedi e ricominciare. In verità nemmeno lui sapeva come aveva fatto a sfidare e vincere la furia del terriccio ma riuscì a salire. Purtroppo la sua fatica era solo all’inizio.

Una mezza dozzina di soldati strani dagli elmi bicorni lo circondarono ed il loro comandante, colui che aveva fatto scattare la trappola mortale, gli disse: “Non ti basterà essere uscito dalla fossa della Pantera. Io ed i miei uomini, i gloriosi soldati di Cloris, ti ci seppelliremo a suon d pugni”.

GS invece di abbattersi e cedere allo sconforto, sorrise, rinvigorito da una nuova speranza! Se i soldati inviati da Cloris erano interessati a fermarlo, voleva dire che c’era ancora una possibilità di risvegliare Claudio e lui avrebbe lottato fino alla fine, pur di farlo tornare nel mondo dei vivi. Slacciò le corde che assicuravano Claudio sulla sua schiena e lo adagiò sotto ad un albero, per avere maggiore mobilità e si diede un paio di botte sulle spalline della sotto armatura.  “Sono pronto” – Disse con sicurezza ma era ben cosciente di non potercela mai fare contro tutti quei soldati. Soltanto l’uso della corazza lo avrebbe salvato da morte certa… ma come poteva indossare una corazza dai simili poteri contro avversari che sembravano tanto inermi? Intanto la notte calò avvolgendo tutto col suo nero manto e nel preciso istante in cui la luna sbucò dalle nubi, Claudio si destò dal suo sonno. Con fare sicuro si alzò e disse ai soldati di andare via. Come se Claudio fosse uno di loro, i soldati di Cloris scapparono via e GS si voltò, notando qualcosa di strano negli occhi dell’amico.

Dall’alto dell’olimpo Cloris fissò la nascita delle tenebre e se ne deliziò. “Adesso GS scoprirà quanto gli costerà quel folle gesto che ha tentato”. La sua sinistra risata risuonò fragorosa nei corridoi immensi della sua fortezza.

 

“Claudio finalmente sei di nuovo tra noi…”. GS aveva subito capito che nell’amico c’era qualcosa che non andava e quando questi mise in evidenza il letale artiglio della pantera, il suo bracciale da battaglia, GS assunse istintivamente un’area difensiva.

Senza dire parola Claudio, El Coguaro, scattò verso di lui, sferrando un fendente micidiale, che GS riuscì a stento a schivare, finendo con le spalle contro un grosso pino. “Ehi, Claudio ma se impazzito?” – Le sue parole erano inutili, Claudio gli si lanciò contro come una furia scatenata, fendendo l’aria con i possenti artigli di metallo. La sua espressione non era più quella del ragazzo spiritoso e pieno di sé che aveva un tempo, era quella di uno spirito vendicativo in preda ad una furia cieca… ma GS non voleva credere che il suo amico volesse davvero ucciderlo.

“Claudio sono GS! Siamo sempre stati amici! È contro Cloris e le sue guardie che devi sfogare la tua ira!”. Quelle erano parole inutili, fiato gettato al vento per un Claudio la cui rabbia sembrava cieca e priva di fondamento. Soltanto quando gli artigli di metallo gli squarciarono la spalla sinistra, gettandolo in terra, GS capì che il suo amico voleva davvero ucciderlo e senza che se ne accorgesse la rabbia cominciava a crescere dentro di lui.

“Maledizione Claudio! Mi hai ferito e se non avessi indossato la mia sottocorazza adesso mi avresti tranciato di netto il braccio…” – Ancora una volta Claudio partì all’attacco ma questa volta GS gli bloccò il braccio, proiettandolo contro un pino. Claudio si rialzò anche se mostrava i segni evidenti del dolore, mentre GS assumeva la guardia e lo fissava con rabbia. “Claudio, io non ti capisco! Noi stiamo dalla stessa parte e non uno contro l’altro!”. Claudio balzò verso di lui, sferrando un colpo che per poco non gli tranciava la testa dal collo, ma GS si abbassò e lo colpì alla bocca dello stomaco con un pugno fortissimo, facendolo ruzzolare nel terreno. La maschera nera del Coguaro cadde e GS riconobbe il volto del suo amico di mille avventure e giochi. Si rivide mentre giocavano assieme a nascondino o a calcio o quando, un po’ più grandi, si allenavano presso il Do Jo del maestro Mike. Non potevano, non dovevano lottare uno contro l’altro.

Ancora una volta El Coguaro si rialzò e lo fissò con gli occhi spenti e allora GS capì!

“Tu sei sotto l’influsso di Cloris!”. Ecco quello che aveva architettato la strega maledetta per fermarlo, aveva stregato il suo amico, così nel caso in cui lo avrebbe ridestato dal suo torpore si sarebbero ammazzati a vicenda e lei l’avrebbe avuta comunque vinta!

 

In un luogo isolato e immerso nella natura il Drago dell’aria, privo della sua corazza Silver Dragon, stava meditando per recuperare le energie e poter così esser d’aiuto al suo amico.

Avvertì immediatamente l’ombra nera che turbò la sua simbiosi cono la natura. Cloris ed i suoi generali supremi l’avevano certamente trovato! Scrutò i dintorni con occhi attenti, mentre stringeva l’elsa della spada. Sapeva bene che chiunque fosse il nemico che l’aveva scovato, lui era troppo debole per poterlo affrontare senza l’aiuto della corazza, così si lanciò nei cespugli per trovare riparo, proprio nell’attimo in cui una catena maledetta (Arma usata da una casta di ninja giapponesi) frantumasse il masso dove un attimo prima c’era lui. Giumpe, l’uomo che indossava la Silver Dragon, sapeva bene che sarebbe stata la velocità a salvargli la vita. Doveva raggiungere la corazza che si trovava su di un pendio, ove i quattro venti l’avrebbero ricaricata. Cominciò ad arrampicarsi sul sentiero inclinato, disperatamente ma la catena terribile era già pronta nuovamente a colpire! Per fortuna Giumpe riuscì a balzare di sotto prima che la catena lo colpisse. L’arma frantumò la dura roccia del pendio. Il giovane coraggioso stava già imprecando contro la cattiva sorte, quando la Silver Dragon cadde ai suoi piedi!

“Grazie maledetto generale supremo! Lo scossone ha fatto cadere la mia corazza al mio fianco ed ora la pagherai cara per il tuo affronto”. Con abili e veloci movimenti Giumpe indossò la corazza d’argento, diventando il Drago dell’aria. “Adesso potremmo combattere ad armi pari!”.

Il suo avversario emerse dalla radura. Era lo stesso generale che aveva lottato contro GS nello strano mondo in cui avevano imprigionato Giumpe. Indossava la corazza nera e stringeva tra le mani la terribile catena.

“Quella catena non potrebbe mai procurare danni così ingenti se non fosse stata potenziata da Cloris”.

“Infatti è così!” – Ammise il generale – “Cloris ha potenziato le mie armi e quelle dei miei compagni generali con il suo Potere rendendole invincibili”.

Il Drago cominciò a ridere, poi improvvisamente si fece serio e disse: “Le vostre armi non potranno mai eguagliare quelle dei miei compagni, che nascono dai sentimenti puri e dalle prove dei loro venerandi maestri!”.

“Perché non me lo provi?”.

Lo scontro ebbe inizio. La catena maledetta fronteggiava la lancia di Giumpe. Le due energie scatenavano violente bufere, ma il valoroso drago del bene riuscì a vincere il nemico, proteggendosi con lo scudo infrangibile, dono dei millenari Draghi e con la lancia mistica spezzò la catena maledetta, lasciando il nemico in disarmo. Sorluj non se ne preoccupava affatto.

“Hai sconfitto la catena ma io ho in serbo un’altra sorpresa per te!”. Giumpe si chiedeva cosa intendesse dire il nemico, quando la terra venne scossa da un violento terremoto.

 

La notte avvolgeva i due guerrieri che, stremati, si preparavano a sferrare il colpo mortale. GS era ferito in più punti, anche se erano ferite lievi gli bruciavano da morire e stava perdendo lentamente le forze, anche Claudio era allo stremo, ferito alla schiena e alle gambe.

“Ti prego amico mio smettila di combattere!”. GS non poteva ancora rassegnarsi, gli sembrava di vivere in un incubo. “Non doveva accadere, non doveva essere così!

Perché non parli? Cosa ti ha fatto Cloris per ridurti in quello stato?”. Claudio non parlava ma le sue azioni bastavano a chiarire la sua posizione. Zoppicando, cercò di mettere a segno un altro colpo, ma per sua fortuna GS riuscì a schivare le lame lucenti ma le gambe non lo ressero e cadde, così il suo vecchio amico gli si lanciò addosso, trapassandogli il braccio sinistro. GS lanciò un urlo di dolore e trovò la forza di proiettare il pazzo Claudio lontano da lui. Restarono così in terra, senza forze, stremati da un combattimento fratricida. GS ansimava, gli mancava il respiro e cominciava a credere che fosse a causa del sangue perso.

Cloris rispecchiò il suo volto nella luna e vide il campo di battaglia insanguinato. Si rallegrò. “E così sia” – Sussurrò nella notte – “Che il fratello uccida l’altro fratello ed il mondo finisca”.

Il vento portò quelle parole alle orecchie di GS, il quale aprì gli occhi e vide un volto scuro che lo fissava nella notte. Sapeva chi era, anche se non poteva distinguerla chiaramente.

“Cloris io non ti lascerò vincere… non ammazzerò Claudio”.

“Sarà lui ad ammazzare te”.

Le parole portate dal vento erano veritiere. Claudio stava già recuperando le ultime energie, preparandosi a sferrare l’attacco finale, il colpo che avrebbe ammazzato sia lui che l’amico dimenticato. GS invece sfruttò le sue ultime forze per cercare di far ritornare l’amico in sé.

“Ti prego Claudio non dargliela vinta! Ricorda quando eri un tipo orgoglioso che non la dava mai vinta ai tipi come lei… torna ad essere il mio amico Pantera nera e non uno schiavo del male”. Entrambi si erano messi in piedi. Claudio aveva armato il suo artiglio tagliente e GS invece aveva abbassato la guardia. Era stanco di combattere. “Non è giusto, non lo è” – Continuava a ripetersi, piangendo per la rabbia. Ormai GS si era arreso, non voleva più fare del male al suo amico e si era persino dimenticato della minaccia che gravava sulla sua città. Ad occhi chiusi e appoggiato al ramo di un albero attese che giungesse la fine, quando qualcosa giunse in suo aiuto.

Le tenebre si diradarono ed un raggio di sole schiarì il buio. Era un’eclissi solare! Il sole che copriva la luna fermò il potere di Cloris e Claudio cadde in terra svenuto e privo di sensi. GS ringraziò il cielo per quell’aiuto e strisciando cercò di raggiungere l’amico.

“Claudio, non ti lascerò qui, torneremo dal maestro e lui ci guarirà”. Purtroppo il duello lo aveva stremato e prima di riuscire a rimettersi in piedi anche GS svenne.

 

Giumpe non credette ai suoi occhi quando vide quel bestione. Era un grosso mostro a due teste, un specie di drago ma dal corpo protetto da una spessa armatura nera come la notte. Il suo ruggito fece tremare la terra.

“Sei spaventato? Fai bene ad avere paura. Questo è il mio Dragone e ti distruggerà, nemmeno un cavaliere Drago come te può contrastare un Dragone”. Solo allora il Drago dell’aria si rese conto di quanto fosse potente Cloris. Era riuscita a risvegliare un Dragone e a metterlo al servizio del male. Oltretutto quel Dragone sembrava esser stato modificato da un potere terribile… non era più un essere sceso dalle stelle millenni fa ma una creatura del male!

“Non riuscirai ad avere ragione del Dragone, nemmeno tu che sei un cavaliere dell’alba puoi riuscirci”.

“Ne sei sicuro?”.

“Si”.

Giumpe caricò la sua lancia mistica di potere – “Vedremo” – Cominciò a roteare l’asta sulla sua testa e al momento opportuno ne scaricò la forza contro il Dragone nero. Un tifone di energia inaudita colpì il nemico mostruoso, ma il Generale supremo giunse in aiuto della sua creatura: “Bio Dragon usa le tue ali come scudo!”. Immediatamente il dragone si chiuse nelle ali corazzate, riuscendo a resistere all’attacco micidiale. Le placche corazzate assorbivano tutta la potenza del tifone e     quando Giumpe cominciò ad indebolirsi, Bio Dragon, con un colpo d’ali, sferrò un potentissimo colpo che fece tornare tutta la potenza del tifone sullo stesso cavaliere dell’alba. Senza che potesse opporsi alla forza immensa che lo travolgeva, Giumpe venne scaraventato via dal vento, come una foglia in una bufera. Il suo nemico lo vide precipitare sul fondo della valle di Shon.

“E’ fatta” – Disse – “Tornerò da Cloris come vincente e non perdente”.

Sul dorso del suo Dragone del male Sorluj tornò sull’olimpo.