La Regina Cassandra
La regina Cassandra
I quattro eroi si ritrovarono in un corridoio di marmo verde attraverso il quale giunsero in un antro dove, proprio sotto i loro occhi, c’erano i signori dell’impero!
Seduta su di un trono di giada rossa c’era una figura femminile, circondata da due ministri del male. Il primo era lo Stregone nero e l’altro un anziano misterioso. I quattro eroi, forti della superiorità numerica, entrarono nella sala per dare battaglia.
“Cosa sta succedendo?” Urlò la regina dell’impero ed in quel momento GS la vide in viso e rimase molto colpito nello scoprire che si trattava della perfida Cassandra, colei che più di una volta aveva minato la pace tra lui e gli amici che vivevano nella sua città natale, lì sulla Terra.
“Maledetta Cassandra! Allora i sei tu dietro tutto questo!”.
“Perché ne dubitavi forse? Mentre tu te ne restavi sulla Terra, io qui ho fondato un impero, il mio impero! Presto dominerò tutto l’asteroide. Stregone nero, finisci ciò che avevi iniziato”. Mentre la strega e la misteriosa figura che le sedeva affianco sparivano al di là di un cancello, lo Stregone nero imprecava contro quei farabutti che credeva morti per sempre.
“Come avete fatto a cavarvela? Vi credevo morti, ma presto lo sarete davvero!”. Recitando un terribile sortilegio, lo stregone evocò delle orrende creature che sbucarono da lettighe di pietra, simili ad orribili bare. “Questi sono i dormienti, parassiti creati da Tentaklon, uno dei figli di Gorgia! Questi parassiti si sono cibati del corpo dei soldati morti ed ora sono tornati in vita per proteggermi!”. Quei terribili parassiti sfruttavano il corpo tumefatto ed in decomposizione dei morti e a GS sembrò di esser diventato il protagonista di uno di quegli orrendi film di morti viventi. Egli non credeva che Tentaklon, il mostro a forma di scarafaggio gigante che Torgan aveva sconfitto anni prima, avesse ancora dei discendenti. Armati di scuri o anche di mazze, i dormienti avanzavano verso le loro vittime, mentre Cyber Hunter imprecava perché gli era impossibile entrare nella mente di creature morte e gli altri due indietreggiavano spaventati dagli spiriti. In quel momento si udì una voce provenire dall’alto di un pilastro:
“Maledetto stregone! Sarò io a liberarmi dei tuoi mostri e a sconfiggerti per sempre”. Quando lo stregone udì quella voce fissò lo sguardo verso la colonna ed imprecò sbalordito. Il grande Pantera nera balzò ed atterrò nel campo di battaglia ed i quattro eroi furono molto felici di rivederlo, soprattutto GS.
“Sei grande Pantera nera! Sapevo che non eri scappato via!”. Pantera si voltò verso i suoi amici e rivolse un sorriso caloroso a GS.
“Non temete quelle creature e colpitele in petto, all’altezza del cuore. Ho sentito prima lo stregone parlare delle loro caratteristiche con la strega”.
“Maledetto! Ma ora pagherai!” Disse lo Stregone nero, stringendo tra le mani un’asta scura con un diamante nero in cima. “Questa è l’asta della distruzione. Grazie ai suoi poteri sarò in grado di schiacciarti come un insetto!”.
Pantera nera abbatté uno dei mostri dormienti e salì sull’altare, dove incrociò la spada col bastone del male. Rinnovati da nuovo vigore, i quattro eroi si lanciarono verso i dormienti e la loro furia li travolse come un’ondata di giustizia travolge il male. Soltanto Cyber Hunter dovette rimanere in disparte, poiché né la sua tecnica di combattimento né la pistola avevano effetto sul corpo di quelle creature immonde. Conscio di non poter fare molto per aiutare i compagni, il guerriero fissò lo scontro tra Pantera nera e lo stregone. Ogni volta che la lama della pantera toccava il bastone del male scoccavano scintille terribili e, mentre lo Stregone riduceva in polvere tutto ciò che l’asta toccava, Pantera nera badava bene a schivare i fendenti del nemico, per attendere il momento opportuno per attaccare.
Nel frattempo GS era riuscito con uno sforzo sovrumano a liberarsi della stretta mortale di un nemico e con una serie di tre pugni aveva colpito il cuore del mostro, spaccandoglielo e dandogli la morte. Dalla bocca dell’orrido essere scese un liquido violaceo, dopodiché morì. Tobrax ne aveva presi due e li aveva spinti contro il muro, trafiggendoli poi con l’arma affilata. Sfregius si batteva come un leone, tranciando gli arti che cercavano di raggiungerlo e colpendo i toraci di quelli più vicini. Dato che i mostri erano in dieci, ben presto furono travolti dalla furia dei quattro eroi ed a combattimento terminato, lo spadaccino ripulì la spada dal sangue impuro dei mostri e disse che non erano granché.
“Ragazzi, guardate, Pantera nera sta combattendo” Disse Cyber Hunter. Tutti fissarono il mitico scontro fra Pantera nera e lo Stregone nero, GS avrebbe voluto intervenire ma decise di rispettare la decisione dell’amico.
“Pensiamo alla strega, noi” Disse GS ai suoi compagni.
“Ci sto” Rispose Sfregius che fu il primo a seguirlo. Subito dopo gli andarono dietro anche Tobrax e Cyber Hunter.
Attraverso uno stretto passaggio di granito arrivarono in un’anticamera enorme, ornata di arazzi raffiguranti scene di orride stragi ad opera di una creatura alata, molto simile alle sembianze assunte dalla strega nel suo primo combattimento con GS. Quegli arazzi trattavano le stragi compiute dal Grimbool, l’oscura creatura spaziale che donava i suoi magici poteri alla strega Cassandra, a discapito di razze misteriose, forse gli esseri che avevano popolato l’universo prima della nascita dell’uomo. GS si soffermò a guardare un arazzo nel quale era rappresentata la lotta tra l’abominevole mostro ed un robot guerriero, ma non ebbe il tempo di fissare l’immagine che un rumore proveniente dal fondo della stanza lo fece sobbalzare! I quattro amici fissarono quel punto della stanza, una porta dalla quale entrarono cinque strane figure. Grazie alla sua speciale vista, che gli permetteva di vedere anche in ambienti poco illuminati, Cyber Hunter avvertì i suoi amici che quelli erano altri mostri. Sfregius l’indomito si lanciò contro di essi brandendo la spada da grande maestro ma non appena raggiunse il più vicino dei mostri, il suo fendente andò a vuoto, perché con un abile balzo la creatura atterrò sul grosso tavolo di legno al centro della stanza.
I quattro eroi erano stati attaccati da altri mostri creati dalla strega a discapito di povere cavie umane rapite nei villaggi sottomessi. I cinque mosti, una volta uomini e donne felici, avevano bevuto ingenti dosi di sangue di Grimbool, divenendo simili ad uomini squamati, agili e folli! Erano armati di lunghi pugnali ricurvi o di picconi e Tobrax riconobbe da quegli arnesi che le vittime appartenevano al villaggio col quale lui e la sua gente avevano per tanto tempo collaborato. Una sensazione di vuoto gli riempì l’anima e abbandonò la lotta, incapace di combattere contro i suoi fratelli. Uno di essi si era avvicinato troppo e stava per colpirlo col piccone, quando un calcio ben assestato del prode guerriero cibernetico lo mandò gambe all’aria. Bastò un proiettile della sua pistola per stordire completamente il semi umano.
“Tobrax cosa ti prende?”. L’amico lo guardò con gli occhi lacrimanti.
“Quelli che stiamo combattendo in realtà sono miei cari amici ed io non voglio far loro del male”.
“Io li ho solo storditi, ma se vuoi che quest’incubo finisca, devi rimetterti in viaggio. Dobbiamo catturare quella diabolica strega prima che altre persone paghino le sue malefatte”. Mentre Cyber Hunter parlava con l’amico, qualcuno dall’alto di un lampadario lanciò un aculeo che andò a conficcarsi nel collo di Tobrax. L’uomo cominciò a contorcersi in terra a causa di forti e dolorose convulsioni. Cyber Hunter udì una risatina malvagia provenire dall’alto del lampadario che illuminava parzialmente la stanza e intravide la sagoma della strega e prima che il suo aculeo micidiale lo colpisse, si rifugiò al riparo di un tavolino divelto. Intanto GS aveva già messo fuori combattimento due creature immonde, colpendole all’addome che risultava molle e privo di muscoli. Ma Sfregiuus era in serio pericolo, a costo della vita una creatura semi umana gli aveva sottratto la spada infilzandosela nel corpo e morendo distante da lui e l’ultima sopravvissuta della stirpe stava cercando di trafiggerli il cuore con un punteruolo. L’enorme stanza cominciava a puzzare di marciume e carne putrefatta e a tutto si mescolava l’odore del sangue fresco delle ferite degli eroi, ormai quasi del tutto stremati dal duro combattimento.
“Adoro l’odore del sangue!” Gridava la strega dall’alto della sua postazione e già stava cercando una nuova vittima per il suo pungiglione, quando, cogliendo il suo attimo di distrazione, Cyber Hunter sparò alla catena che manteneva in alto il lampadario. La strega riuscì tuttavia a salvarsi. Proprio dopo aver spezzato la schiena dell’ultima creatura e soccorso Sfregius, GS si voltò verso il punto in cui aveva udito il botto e vide la strega che lanciava contro di loro un orrendo anatema:
“Sarà il vostro stesso amico a uccidervi tutti. Il vostro destino è segnato!”. Un attimo dopo era già scappata attraverso una finestra sull’altro lato della stanza ed aveva spezzato la scaletta che vi ci faceva accedere.
“Presto, dobbiamo seguirla!” Urlò GS senza curarsi dell’amico ferito, soltanto Cyber Hunter si avvicinò al povero Tobrax per recargli conforto, ma purtroppo quello non era più il suo caro amico! Tobrax, o meglio, il nuovo semi umano creato dalla strega Cassandra, balzò ed afferrò la gola dell’amico e cominciò a stringerla! Cyber Hunter riuscì a gridare aiuto e quando i suoi due amici si voltarono verso di lui, un’espressione di terrore si dipinse sui loro volti.
GS e Sfregius avevano notato subito la trasformazione di Tobrax da uomo a semi umano a causa del volto violaceo e dei denti troppo lunghi persino per un uomo come lui. Sembravano zanne quelle che emergevano dalla labbra semi chiuse.
“Presto cerchiamo di fermarlo!” Urlò Sfregius appendendosi alle spalle del gigante, mentre GS cercava di salvare l’amico Cyber guerriero dalla stretta micidiale. Tobrax mollò il vecchio compagno e degnò della sua attenzione per primo Sfregius, afferrandolo per il bavero della corazza e scaraventandolo contro la parete di pietra poco distante. Mentre allargava le braccia per afferrare GS, questi si abbassò e colpì il suo stomaco con un pugno micidiale. In quel momento il guerriero scavatore lanciò un urlo tremendo e cominciò a contorcersi in terra. Prima che i tre eroi capissero cosa gli stesse accadendo, Tobrax rovesciò sul pavimento un piccolo vermetto.
“Guardate!” Disse GS “Dev’essere quella la creatura che controlla i corpi dei semi umani. Se ne colpiamo il ventre poco dopo l’inizio della mutazione, possiamo salvarli”. Senza curarsi di quello che prima aveva fatto, Cyber Hunter si avvicinò a Tobrax. L’amico era vivo, anche se malamente conciato.
“Proseguite! Prendete quella strega, io mi riprenderò, ma ora non posso seguirvi. Ci rivedremo quando tutto sarà finito”. I tre amici si guardarono a lungo, poi decisero di rispettare la richiesta dell’amico.
“Ragazzi stiamo attenti. Abbiamo già lasciato Pantera nera dietro di noi e adesso tocca a Tobrax. Rimaniamo uniti e non permettiamo a quella diabolica strega di colpirci con i suoi malefici!”. GS era furente d’ira e lo stesso valeva per gli altri due, ma come se quello che era successo non bastasse, alle loro spalle si udì una tremenda esplosione ed il passaggio che li collegava alla stanza dello stregone era bloccato.
“Maledizione!” Urlò GS “Cosa sarà successo a Pantera nera?”.
“Non preoccuparti”. Sfregius gli aveva messo una mano sulla spalla “Pantera nera ha dimostrato il suo valore in più di un’occasione. Vedrai che al momento opportuno ci raggiungerà”.
“Ragazzi andate voi soli e compite la missione”. La voce di Cyber Hunter era quasi rotta dal pianto “Io vi sarei di poco aiuto perché i mostri sono immuni al mio attacco mentale e molti persino a quello della pistola. Rimarrò accanto a lui e cercherò di scoprire cosa è successo al vostro amico”. GS e Sfregius erano rimasti senza parole “Troverò una via d’uscita e vi aspetterò fuori di qui. Ci rivedremo a missione compiuta”. I tre eroi si guardarono fieri gli uni degli altri, poi lo spadaccino ed il cavaliere annuirono e si arrampicarono per il muro fino ad oltrepassare la finestra. Prima di proseguire nella loro missione lanciarono un’ultima occhiata ai due amici e alle macerie fumanti, poi si guardarono negli occhi e ci si leggeva chiaramente un messaggio: La strega Cassandra l’avrebbe pagata cara per le sue malefatte e se malauguratamente fosse successo qualcosa di grave all’amico Pantera nera, avrebbe risposto con la vita. Senza esitare si lanciarono nella nuova stanza.
Quella era una stanza vuota illuminata dal solito sistema di torce appese alle pareti, In fondo alla quale c’era una porta semichiusa. Bastarono pochi attimi al prode Sfregius per identificare le tracce del passaggio della strega, ricorrendo alle immense doti di battitore sviluppate durante anni di esperienza nelle foreste del regno, lo spadaccino fece notare a GS le impronte fresche del passaggio della strega e gli insegnò il metodo per riconoscerle. Senza esitare i due eroi si lanciarono oltre quella porta e si ritrovarono in una saletta illuminata da immensi bracieri infuocati. Di fronte a loro c’era Cassandra ai piedi di una statua raffigurante il mostro spaziale Grimbool. Anche se era molto simile alla prima trasformazione assunta dalla strega, GS constatò svariate differenze e quello testimoniava che la strega non aveva ancora completato la metamorfosi. Cassandra la strega non era sola, difatti dai meandri della saletta emersero decine di guerrieri vestiti di casacche maleodoranti e dalla testa ornata dall’elmo bicorno dei vikings.
“Loro sono i miei fedeli. Li chiamiamo i vandali. Sono rinnegati del regno di Ultron, che dopo la scomparsa del loro re si sono rifugiati quassù e che ora io ho raccolto per farne la mia milizia personale”.
“Loro non basteranno a fermarci” Disse Sfregius con tono provocatorio e portando la mano sull’elsa della spada. La regina dell’impero sorrise e disse: “Voi provate a fermarli”. Ad un suo cenno i primi due avanzarono a spade sguainate, ma lo spadaccino fece indietreggiare l’amico, guardandolo in modo significativo: Se la sarebbe vista da solo contro quei dilettanti.
Il primo nemico avanzò a spada alta, ma un colpo dell’elsa nello stomaco lo mandò a tappeto. Il suo amico avanzò subito, ma un fendente micidiale gli lacerò il braccio destro. Lanciando un urlo di dolore e facendo cadere la spada, il vandalo indietreggiò. In quel attimo lo spadaccino guardò gli occhi dei suoi avversari e prima che questi potessero attaccarlo si portò in fondo alla stanza, mettendosi di fronte all’entrata, in modo da poter affrontare un solo nemico alla volta. Il primo a farsi avanti fu un muscoloso guerriero armato di lancia, ma la forza da sola non bastò a nulla. Con un movimento agile, Sfregius schivò il fendente nemico e ferì gravemente le gambe del bestione che cadde in terra sanguinante. Per secondo toccò ad un guerriero buffo che maneggiava l’ascia molto abilmente ma a nulla servirono i suoi tentativi di disorientare l’abile spadaccino che, dopo aver schivato alcuni fendenti, andò a segno con un colpo micidiale alla spalla destra, e il malcapitato cadde in terra urlante di dolore. I vandali avevano tralasciato GS, il quale aveva soffermato la sua attenzione sulla diabolica Cassandra. Aveva intenzione di darle un’altra lezione, nella speranza che tornasse sulla Terra per vivere in pace.
“Adesso siamo nuovamente l’uno di fronte all’altra mia cara Cassandra. Sembra proprio che le ultime sconfitte subite non ti siano bastate affatto. Sono venuto per infliggertene un’altra e spero sia quella definitiva!”. GS si avvicinava al nemico un passo alla volta pensando a tutti i torti che avevano dovuto subire i suoi amici della Terra e a tutto il male che lei aveva portato lì sugli asteroidi. L’eroico cavaliere era ormai deciso allo scontro, quando un ruggito mostruoso scosse l’aria! La statua del Grimbool si spaccò davanti ai suoi occhi e ne emerse una creatura alta due metri, dalla pelle violacea e dalle grandi ali. Sembrava una di quelle creature demoniache descritte nei racconti del nord: aveva una massa muscolare possente, mani munite di artigli pericolosi, orecchie a punta, denti sporgenti ed un corno sulla fronte.
“Sei spaventato mio giovane ed impavido eroe?” La strega era divertita davanti all’espressione di stupore e paura del giovane GS. “Lui è l’Abietto, nato dal sangue purulento della madre Grimbool che io rappresento. E adesso fammi vedere cosa sei in grado di fare. Nemmeno il tuo potente robot potrà difenderti da lui”. Ancora una volta la strega Cassandra scappò attraverso una porta. GS riuscì ad intravedere una scala che saliva, prima che il mostro gli ostruisse il passaggio. Il cavaliere fissò impaurito l’enorme bestione che avanzava verso di lui con le mani protese in avanti, pronte a stritolarlo se solo lo avesse preso e sembrava quasi che ridesse.
Nel momento in cui vide lo strano essere, Sfregius lanciò un grido furente e si aprì un passaggio attraverso i pochi vandali rimasti, ferendone uno al torace e un altro all’addome, poi, con un movimento veloce spostò GS e colpì il mostro con un colpo micidiale, aprendogli una ferita mortale per qualsiasi uomo! Una sostanza grigiastra cadde in terra, liquefando il pavimento mentre la creatura lanciava il suo terribile ruggito di terrore e indietreggiava barcollando.
“Dobbiamo andarcene di qui!” Disse Sfregius, senza perdere di vista neppure un solo attimo l’immonda creatura partorita dalla statua mostruosa.
“Per di qui, presto!”. GS indicò la porta dietro la quale era sparita la strega, ma quando tirò a sé la pesante maniglia, con suo grande disappunto, la porta non si mosse di un solo centimetro! Nel frattempo Sfregius si era voltato, pronto ad affrontare la terribile creatura spaziale che avanzava verso di lui, e per sua fortuna un altro colpo andò a segno ed un secondo squarcio ferì il petto possente del mostro. Ma quando lo spadaccino si rese conto che l’altra ferita si era già cicatrizzata rimase senza parole e la paura crebbe dentro di lui.
“Fai presto maledizione. Quegli allocchi si stanno godendo la scena, non voglio dar loro la soddisfazione di vedermi morto!” Disse Sfregius all’amico che aveva preso ad ispezionare la porta, alla ricerca di un meccanismo che la facesse aprire. In quel momento GS si voltò e vide i vandali rimasti che guardavano con orrore la lotta tra i due, ma erano pietrificati dalla paura. Doveva muoversi, il suo amico non ce l’avrebbe fatta a tenerli a bada per molto!
Riportando la sua attenzione alla porta, GS cercò di calmarsi, perché solo così la corona che portava in capo avrebbe potuto aiutarlo. Gli bastò respirare a fondo per recuperare la calma e fu in quello stesso istante che si accorse del trucco. Vedendo la posizione della porta, GS si rese conto che la strega ne aveva cambiata la modalità di apertura, bisognava alzarla dal basso verso l’alto per aprirla. In quel momento un ruggito agghiacciante gli gelò il sangue nelle vene! Sentì un rumore di ferro che grattava sul pavimento di pietra ed un attimo dopo lo spadaccino era al suo fianco, disarmato, che cercava di alzare il pesante portone. Unendo le loro forze, i due amici riuscirono ad aprire la pesante porta e la fecero ricadere immediatamente, non appena furono dall’altra parte, proprio un attimo prima che il mostro li afferrasse. E ancora una volta la porta cambiò modalità di apertura e doveva essere girata da destra verso sinistra. I due amici si fermarono un attimo a riprendere fiato, certi di aver lasciato per sempre il mostro, ma quando sentirono i pesanti colpi alle loro spalle e videro i cardini della porta iniziare a divellersi, cominciarono a correre verso l’uscita, ritrovandosi su una larga scala che saliva verso l’altura delle montagne.
I due eroi erano arrivati a buon punto, spinti dalla paura più che dalle loro forze ormai precarie, quando, con un boato assordante, la porta alle loro spalle si spaccò e il ruggito della creatura fece gelare loro il sangue nelle vene.
“Sfregius corri!” Disse GS all’amico che stava per rinunciare ma lo spadaccino non era tipo da arrendersi senza lottare e, spinto dalla voglia di abbandonare quella maledetta fortezza, cominciò a correre più velocemente e finalmente si intravedeva una luce, certamente quella dell’uscita. Ma proprio alla fine della galleria i due eroi trovarono una bella sorpresa! Cassandra la strega li stava aspettando con un ingente numero di guardie, formato da vandali, guerrieri ninja e altri banditi appartenenti alle terre abbandonate e mentre il mostro si avvicinava sempre più, loro due imprecarono contro quella strega maledetta.
“E così, cari i miei amici, siamo arrivati al capitolo finale della nostra storia e come era già scritto, io sarà la vincitrice di questa partita”. Proprio in quel momento il mostro li raggiunse, ma con un cenno della sua mano la strega gli ordinò di starsene buono. Guaendo, il mostruoso essere ubbidì, riconoscendo in lei l’incarnazione della madre che l’aveva generato e protetto nel suo insano grembo. “Tu, odiato GS, non avrei mai pensato di poterti incontrare quassù. Ma devo ammettere che è stato un piacere. Voi due siete l’unico ostacolo per i miei piani di conquista, ma tra poco non sarete più niente”. Poi la strega rivolse la sua attenzione allo spadaccino “Tu, spadaccino di grande valore, cosa fari adesso che sei privo della tua spada? Non seguire quel folle” ed in quel momento i suoi occhi carichi di odio si spostarono da lui a GS “Lui morirà, ma tu puoi ancora salvarti. Schierati dalla mia parte, combatti per me ed io ti salverò la vita!”. Sfregius la guardò in modo sprezzante, i suoi occhi rispecchiavano il suo carattere orgoglioso e ribelle. Lo spadaccino sputò verso la strega maledetta. “Ma come? Preferisci morire con lui?”.
“E chi ha detto che moriremmo?”. Con uno scatto felino e quasi impossibile per un uomo in quelle condizioni, lo spadaccino balzò verso la strega, spingendo da parte un soldato che voleva difenderla, e le strinse il collo in una morsa micidiale. La strega Cassandra, colta di sorpresa da quel gesto eroico, rimase di vetro, con gli occhi che roteavano tra le orbite, ma l’attacco di Sfregius non ebbe l’effetto desiderato, in men che non si dica, una decina di guerrieri gli furono addosso, colpendolo con calci, pugni e randellate. GS stava scattando per aiutare l’amico, quando le forti braccia del mostro si strinsero intorno al suo corpo. La stretta era tremenda e se non avesse avuto l’armatura indosso, il ragazzo sarebbe morto in un secondo. L’ultima cosa che riuscì a vedere il cavaliere prima che la vista gli si annebbiasse, fu che due soldati soccorsero la strega e la scortarono insieme a molti altri, verso il sentiero innevato all’esterno e la sentì pronunciare la loro condanna:
“Uccideteli!”.
Cyber Hunter stava cercando di smuovere i massi che bloccavano il passaggio verso l’entrata della fortezza, quando qualcuno emerse dall’altro lato. Il guerriero si mise in guardia, pronto a colpire con la pistola ma una voce familiare gli fece cambiare idea. Era Pantera nera che, chissà come, era sopravvissuto!
“Ragazzi, sono io. Non attaccate!”. Quando Cyber Hunter lo vide emergere con l’armatura malconcia ed il viso sporco di sangue, si chiese se quello non fosse un fantasma. Pantera nera lo abbracciò, tirando fuori una strana boccetta e bevve un sorso del liquido in essa contenuto, poi la porse all’amico: “Bevine un sorso, è acqua di cristallo e ti farà tornare le forze in men che non si dica. Cyber Hunter bevve subito un sorso della pozione, poi Pantera nera la depose nella cintura.
“Il resto lo daremo ai nostri amici, non appena ci saremmo ricongiunti a loro”. Soltanto un attimo dopo il misterioso eroe dal volto mascherato si accorse di Tobrax che giaceva dolorante sul pavimento. “Cosa gli è successo?” Chiese.
In breve Cyber Hunter gli raccontò cosa era accaduto e che fine avevano fatto i loro amici.
“Dobbiamo raggiungerli, non ce la faranno da soli”. Cyber Hunter scosse il capo.
“Io non vengo, sarei poco utile”. Pantera nera gli mise una mano sulla spalla e gli sorrise: “Tu sei molto utile, soprattutto per le tue brillanti idee e poi GS ha bisogno dell’aiuto di tutti noi”. Cyber Hunter riprese fiducia in se stesso e raccomandò all’amico ferito di tornarsene al villaggio e di aspettare il suo ritorno. Poi, prima di seguire le orme di GS e dello spadaccino, si soffermò a guardare Pantera nera.
“Chi ti ha dato quella bevanda miracolosa?”.
“Un amico che è qui con noi” Rispose Pantera nera e fu in quel momento che dal buio emerse, avvolto in un alone di luce, un angelo!