Missione per Costantine cap 21
Il guerriero dal casco d’oro stava raccontando di come i suoi uomini avrebbero conciato l’insolente, perché appartenevano ad una casta di guerrieri la cui nascita si perdeva nella notte dei tempi, perché il loro metodo di addestramento era all’avanguardia e non c’era mai stato nessuno in grado di tener loro testa. Ad un tratto la folla si aprì, per fare largo a quattro uomini.
Mahul e GS furono i primi a raggiungere la piazza. Eryon e Bizer li raggiunsero immediatamente.
L’uomo col casco d’oro non ebbe la forza di parlare, furono i suoi due collaboratori a farlo – “Cosa significa questo?”.
Come se avesse improvvisamente ritrovato il coraggio, anche il capo disse qualcosa – “Tu, che cosa ci fai con quello scrigno? Sei forse un Cavaliere del Tempio?”.
GS scosse il capo – “Sono un Rinnegante” – Disse, quasi con orgoglio.
L’uomo fece un gesto di diniego – “Ma le sentinelle…”.
“Stanno facendo un riposino” – Disse Mahul, sorridendo.
Bizer avanzò, picchiando la mazza nel palmo ferrato della mano sinistra.
“Vi chiediamo gentilmente di farci passare” – Disse Eryon – “Vorremmo scambiare due chiacchiere con chi vi comanda”.
“Cosa?” – Il guerriero non credeva alle sue orecchie – “Cosa vorreste fare?”.
“Farci un giro nella Torre” – Disse GS.
“Ma voi non siete dei Cavalieri del Tempio. Tutto ciò è inammissibile!”.
“Per quest’oggi le regole cambieranno. Le regole le dettiamo noi, adesso” – Mahul iniziò ad avanzare.
I due guerrieri che poco prima erano stati colti di sorpresa dal custode, si fecero avanti, minacciosi. Mahul non distolse nemmeno per un attimo lo sguardo dai nemici e continuò ad avanzare lentamente. Lo scontro si risolse in un baleno!
I due guerrieri si lanciarono all’attacco. Mahul si liberò dalla presa di uno di essi e sferrò un gancio destro, poi un sinistro dritto al volto. Il guerriero indietreggiò, stordito e Mahul lo tempestò di pugni, finché non cadde. Per sua fortuna, le protezioni del nemico non lo coprivano interamente. Nel frattempo Bizer mise ko il secondo, colpendolo con la mazza due, poi tre volte, fino a quando il suo casco non si spaccò come un melone maturo.
Eryon puntò direttamente sul capo, rimasto ormai da solo – “Cosa vuoi fare, adesso?”.
L’uomo si guardò intorno – “Voi, soldati del Tempio, attaccateli. Fermateli!”.
Nessuno si mosse.
“Stanno attaccando senza una ragione, fermateli!”.
I soldati del Tempio della Mente se ne stettero immobili.
Allora il guerriero si rivolse ai Cavalieri – “Pensateci voi e vedrete che vi ricompenseremo!”.
Nessuno dei Cavalieri del Tempio della Mente dette retta alle sue parole.
“Almeno voi dell’elite!”.
I membri dell’elite fissarono per un attimo i quattro rivoltosi ma non un muscolo si mosse.
“Al diavolo!” – L’uomo estrasse la pistola dalla fondina che portava al fianco e la puntò contro il gruppo – “Non una mossa o sparo!” – Nei suoi occhi la disperazione di chi è pronto a tutto – “Questa è un’arma speciale, capace di perforare anche le sotto corazze”.
Bizer si fece avanti e l’uomo sparò, centrando la sua protezione. In quel momento GS, afferrata la Corona dell’Ariete, la lanciò colpendo la mano dell’uomo. Fu in quel momento che Eryon si mosse, fulmineo come il vento. Con un colpo del palmo della mano scaraventò il nemico indietro di diversi metri, mandandolo a ruzzolare nella piazza.
L’uomo si alzò, sollevò la visiera del casco e mostrò un volto livido di rabbia e rancore – “Adesso avete firmato la vostra condanna a morte, vi eliminerò!”.
GS si lanciò contro l’uomo, i due si scambiarono qualche colpo ed il Cavaliere del Nuovo Ordine subì diversi affondi ma nessuno poteva resistere al Pugno di Boron senza le dovute protezioni. Bastò un destro di GS, per mandare il guerriero ko.
“E anche questo è andato” – Disse Mahul, dando una pacca sulla spalla del suo alleato.
GS allora si voltò verso Bizer – “Sei a posto?”.
L’uomo annuì, mostrando il foro nelle sue protezioni – “Quella pistola è davvero un’arma diabolica! Per poco non mi uccideva”.
“Adesso non farà più male a nessuno” – Mahul tolse il caricatore e gettò via l’arma.
“Muoviamoci” – Disse Eryon – “Questa storia mi sta già stancando”.
Senza voltarsi indietro, certi che nessuno presente nella piazza muovesse un solo dito per fermarli, i quattro rivoltosi si avviarono a passo sicuro verso la Torre.
Per la strada tutti li fissavano con sguardi ammirati e timorosi. Le poche sentinelle che incrociarono li lasciarono passare senza chiedere spiegazioni ma una volta arrivati a poche decine di metri dalla Torre, trovarono la guardia personale della Signora del Tempio.
In tutto erano una dozzina di uomini. Le loro uniformi erano diverse da quelle degli altri soldati, poiché erano le guardie scelte per proteggere la Torre e la sua Signora. Il comandante era un uomo di mezza età, un veterano che aveva combattuto in moltissime battaglie ed era stato anche uno degli eroi che si erano opposti all’attacco dell’Impero qualche anno prima.
“Fermatevi, non passerete di qui”.
Mahul fece un passo avanti – “E chi ci fermerà?”.
L’uomo non si lasciò intimorire e si fece avanti, facendo scorrere la mano destra fino all’elsa della spada che portava al fianco – “Sarete anche dei cavalieri ma senza le vostre vestigia siete solo dei comuni esseri umani”.
Mahul fece un altro passo avanti – “Togliti di mezzo. Vogliamo salutare la Signora del Tempio ed i suoi ospiti”.
Lo sguardo del comandante si fece duro – “Dovrai passare sul mio corpo, se vorrai accedere alla Torre”.
“Non mi fai paura, vecchio pazzo”.
Scese un silenzio sepolcrale. Un vento freddo e gelido soffiò sui due gruppi. GS teneva le mani ben strette sulla catena dello scrigno. Si accorse che i suoi compagni di ventura erano rilassati, non temevano il drappello di guardie, benché queste fossero meglio equipaggiate e più numerose.
“Mahul, non ho mai sopportato la tua arroganza” – Disse l’uomo – “E oggi, finalmente, potrò darti la lezione che meriti”.
“Io sono pronto”.
“Lanciategli una spada!”.
I soldati si scambiarono sguardi interrogativi.
“Fate come vi ho detto!”.
Una delle guardie slacciò il fodero che portava al fianco e lo gettò a Mahul. Il Custode sguainò la spada e sorrise – “Non è proprio l’arma che sono abituato a maneggiare ma non mi tiro certo indietro”.
“Poniamo fine a questa farsa” – Eryon affiancò Mahul – “Non abbiamo tempo da perdere”.
“Lascia fare a me, amico” – Mahul fece un passo avanti e si mise in posizione.
Il capo delle guardie sguainò la sua arma e si preparò a combattere.
Il veterano partì all’attacco, sferrando un potente colpo dall’alto verso il basso ma Mahul schivò con una incredibile rapidità e balzò indietro quando il nemico sferrò un altro fendente poderoso.
Presto i due uomini furono l’uno contro l’altro ed incrociarono le spade in un duello terribile! Il metallo cozzava, le due lame lanciavano scintille; i fendenti disegnavano archi di luce nell’aria. Erano entrambi degli ottimi spadaccini. Mahul fintava, schivava e poi attaccava con terribili colpi, mentre il capo delle guardie della Torre attendeva, si difendeva, studiava l’avversario e poi attaccava.
Chiunque si fosse cimentato nello studio della spada avrebbe subito capito che il veterano era ben più esperto di Mahul ma il Custode poteva contare su una sorta di sesto senso, un intuito che solo chi aveva affrontato molte avventure poteva possedere. Lo scontro sembrava un duello di quelli antichi, come se uno scrittore avesse preso improvvisamente a raccontare un duello tra due vecchi rivali. I due combattenti sembravano parlare un linguaggio tutto loro e la loro spada era diventata un po’ come una lingua e solo chi aveva una forte esperienza in fatto di armi bianche poteva capire cosa le lame dicessero.
Il Rinnegante, il Custode ed il Cavaliere erano divenuti dei muti spettatori. Nessuno si permetteva di proferire parola, come se aprir bocca avrebbe significato metter fine, in qualche modo, alla danza spettacolare delle due spade. Due spadaccini, due modi di combattere differenti come due culture diverse; lame che saettavano nell’aria, disegnando archi e liberando scintille e luccichii sotto la luce del sole.
Il duello era cominciato solo da pochi minuti ma i combattenti avevano avuto un lungo dialogo e decisero di prendersi una pausa, senza mai distogliere gli occhi l’uno dall’altro. Costantine e David giunsero sul luogo ed il primo raggiunse GS – “Amico, cosa avete intenzione di fare?”.
“Qualcuno dovrà pur mettere un po’ d’ordine in questo posto” – Disse GS.
“Ma hai pensato alle conseguenze che potrebbe portare un gesto simile?”.
GS fissò il suo amico – “Ho pensato alle conseguenze che potrebbe portare il non agire e non è più tempo di pensare”. Costantine capì che aveva ragione. La situazione al Tempio era già disastrosa e a seguito di quell’arrivo sarebbe potuta peggiorare, forse GS non aveva tutti i torti ad intervenire. Costantine fece spallucce: non era un tipo da immischiarsi in storie simili. Aveva deciso di farsi promuovere come Cavaliere del Tempio per una questione di prestigio e, soprattutto, di soldi ma certamente non per combattere. All’improvviso vide un lampo e si voltò, ritrovandosi a fissare una spada che rotolava nell’aria. Mahul era stato disarmato!
“E adesso come la mettiamo, spaccone?”.
Mahul sorrise – “Credi che sia spacciato?”.
Lo spadaccino annuì – “Se vuoi arrenderti, fallo altrimenti sarò costretto a lasciarti un ricordino di questo incontro” – Il veterano abbassò la spada verso il Custode.
Il sorriso sulle labbra di Mahul si allargò ancora più. Il generale delle guardie teneva lo sguardo puntato sugli occhi del nemico ma non vide la sua mano scendere verso lo stivale. Quando il tacco della scarpa si abbassò, sparando l’ago, il vecchio guerriero fu colto completamente alla sprovvista. L’ago di metallo si conficcò nella mano e la spada cadde in terra.
Il soldato non ebbe nemmeno il tempo di stupirsi, che la mano iniziò ad intorpidirsi – “Cosa mi hai fatto, bastardo?”.
Mahul si tirò su con una rapidità da far invidia ad un leopardo. Nella sua mano comparve una pietra appuntita, che il Custode aveva raccolto da terra poco prima. La punta di pietra fu appoggiata sul collo del vecchio – “Adesso arrenditi!”.
Il vegliardo cercò di reagire ma l’intorpidimento che aveva colto la mano si propagò anche al resto del corpo – “Cosa mi hai fatto?”.
Mahul lo spinse contro le guardie – “Prendetevi cura di lui”.
Un soldato tentò un gesto coraggioso, avanzando ma un’occhiata di Mahul lo fulminò – “Non fare gesti avventati, ragazzo. Potresti pentirtene!”.
Il soldato, spinto da un eccesso di zelo, sguainò la spada e fece scendere la sinistra verso la fondina con la semi automatica – “Sappi che non mi fai paura, Custode!”.
La mano si strinse alla ricerca della pistola ma non trovò nulla. Al fianco del soldato era comparso Eryon, come se si fosse teletrasportato in quel momento. GS, che era abituato agli spostamenti rapidi del suo ex maestro, non era riuscito a cogliere il momento in cui aveva abbandonato la sua posizione.
“Ragazzo, non fare giochi pericolosi” – Eryon disarmò la pistola e la gettò via. Il ragazzo tentò di reagire ed Eryon lo tramortì con un colpo alla base del collo. Altri due soldati si lanciarono all’attacco ma uno di essi cadde immediatamente, respinto dalla mazza di Bizer. L’altra sentinella si guardò bene dal proseguire la sua azione, vista la fine che aveva fatto il suo compagno.
I soldati rimasti misero mano ai manganelli e circondarono il gruppo.
“Questi tizi mi stanno dando il nervoso!” – Esclamò Bizer, brandendo minacciosamente la sua mazza ferrata. Un tipo orgoglioso come lui non poteva di certo mandare giù che qualcuno gli avesse sparato.
“Mantieni la calma!” – Disse GS, che poi si rivolse alle guardie – “Manteniamola tutti e lasciateci accedere alla Torre. Dobbiamo parlare con gli ospiti”.
“Cosa sta succedendo?” – La Signora del Tempio comparve sull’uscio della Torre, scortata dai due membri dell’elite e da due guardie. Alle sue spalle c’era una persona che se ne stava nell’ombra.
GS, nel vedere la padrona della Torre, provò un misto di rabbia e disgusto. Mahul fece un balzo, superando la formazione delle guardie, per raggiungere la donna. Le guardie del corpo si mossero in avanti. Negli occhi di Mahul comparve l’ira di chi era pronto anche ad uccidere ed i soldati fecero un passo indietro.
“Lasciateli!” – Ordinò la Signora. I guerrieri, tutti, guardarono la donna – “Ho detto di lasciarli, deponete le armi!”.
Tutti i soldati del Tempio, comprese le due guardie del corpo, rinfoderarono le armi. Eryon, seguito da GS e Bizer, avanzò verso la Torre.
“Cosa sta succedendo?” – La Signora cercò di darsi un tono imperioso ma si vedeva lontano un miglio che era impaurita.
“Vogliamo solo dialogare con la persona che si nasconde alle tue spalle” – Disse Mahul – “Dille di uscire allo scoperto”.
I due membri dell’elite si scambiarono delle occhiate significative, poi rivolsero gli occhi verso il Rinnegante. GS li fulminò con lo sguardo e loro subito si voltarono da un’altra parte.
Rimasero in stallo per diversi minuti e fu Mahul a rompere il silenzio. Era l’unico che sembrava mantenere la calma, mentre GS e gli altri erano visibilmente scossi e nervosi.
“Hanna, la situazione al tempio è molto peggiorata negli ultimi anni” – Il Custode si schiarì la voce – “E non saranno certo i fantocci portati da questa persona a risolvere i problemi”.
Due imponenti guerrieri fecero la loro comparsa. Erano alti più di due metri, dal fisico possente ed agile. I loro volti sembravano scolpiti nel bronzo ed i loro sguardi truci sembravano voler fulminare Mahul, ma questi non si fece intimidire, nel corso della sua esistenza aveva avuto spesso a che fare con ogni genere di persona ed aveva imparato a conoscere bene gli esseri umani e, inoltre, la fiducia in se stesso era immensa.
Una donna uscì finalmente allo scoperto. Indossava dei paramenti porpora ed un mantello dello stesso colore. Sul capo portava una corona dorata ed indossava delle vesti bianche con motivi d’oro. La signora fissò Mahul come se volesse studiarlo e leggergli nell’animo. I due colossi si voltarono verso la donna ed attesero un suo cenno.
“Ti consiglio di richiamare all’ordine i tuoi cani da guardia” – Le disse Mahul – “Altrimenti…” – Fermò la sua lingua appena in tempo.
Eryon si portò in avanti e così fecero anche gli altri due.
Dopo un minuto di silenzio, la donna ammonì il Custode, nella speranza di riuscire a mantenere ancora un po’ della sua autorità – “Come osi rivolgerti a me con questo tono? Non sai chi sono io?”.
“Io sono Mahul, questa è l’unica cosa che so” – L’uomo si batté la mano sinistra sul petto – “Sono un avventuriero, sono stato anche un poco di buono una volta ed ho fatto del male. Sono stato un Cavaliere di questo Tempio ma adesso ho deciso di divenire un Custode, poiché non accetto più il modo in cui il Tempio viene diretto”.
La Signora del Tempio si schiarì la voce ed iniziò ad urlare – “Cosa vuol dire che non accetti il modo in cui il Tempio viene diretto? Vorresti mettere in discussione la mia amministrazione?”.
Prima che Mahul rispondesse, Eryon lo precedette – “Non è il solo che mette in discussione il modo in cui amministri il Tempio”.
GS e Bizer fissarono la donna con uno sguardo carico d’odio – “Anche noi non approviamo il modo in cui dirigi questo posto”.
“Ed io te lo ha anche detto più di una volta” – Aggiunse GS.
Mahul si voltò verso le persone che si erano radunate intorno, tra le quali c’erano anche alcuni Cavalieri del Tempio – “Anche alcuni tuoi Cavalieri si lamentano ma non hanno il coraggio di dirtelo” – Il Custode fissò in particolare Costantine, che abbassò lo sguardo. David, invece, annuì in direzione dell’ex Cavaliere del Tempio.
Sulla Torre scese un improvviso silenzio carico di tensione. GS ed Eryon erano pronti allo scontro, Bizer maneggiava la sua mazza in modo nervoso. I soldati che erano rimasti radunati all’esterno della costruzione fecero scendere le mani alle armi – chi alla fondina, chi all’elsa della spada ma nessuno al manico del manganello. Qualcuno dei miliziani si guardava anche nervosamente intorno, alla ricerca di eventuali rinforzi e c’era persino chi, in un momento di disperazione, lanciava occhiate supplichevoli ai membri dell’elite.
GS, considerato il numero elevato dei nemici ed il loro equipaggiamento, non lasciava mai la catena dello scrigno. Benché fosse passato del tempo, non aveva ancora dimenticato la trappola preparatagli dai soldati. La prima cosa che aveva imparato quando era arrivato al Tempio era stato che non si poteva mai indossare una corazza se non si apparteneva all’Ordine, persino gli aspiranti Cavalieri del Tempio, in condizioni di pericolo per il Tempio stesso, potevano indossare delle vestigia ma i Cavalieri del Nuovo Ordine non potevano farlo. Quel veto era nato per impedire ai viandanti, qualora fossero dei cavalieri, di portare disordine e scompiglio nel Tempio, in quel luogo che inizialmente era nato come posto in cui riposare e meditare e non come campo militare. Ma le cose erano cambiate, il Tempio era diventato la base militare di una folle dal giorno in cui Hanna Caderl era salita sul Trono della Sala del Comando. E quel giorno si stava combattendo proprio a causa dell’incapacità di chi governava il Tempio. GS scoprì che il sentimento di rabbia si stava trasformando in odio, odio per quella donna che aveva rovinato tutto: un clima di pace e serenità, dal momento che aveva spinto alcuni cavalieri ad andare contro i propri compagni; un codice d’onore che vietava ai cavalieri di battersi tra loro; tutte quelle cose che la vecchia Signora del Tempio era riuscita quasi a ripristinare del tutto.
La situazione stava degenerando, GS era in ballo e non si sarebbe tirato indietro, anche se quello avesse significato cadere sotto i colpi dei soldati o essere imprigionato e poi giustiziato. Forse il suo destino si sarebbe compiuto in quel luogo, in un posto così lontano da casa sua, al fianco di uomini che conosceva da poco e così poco, distante da quei compagni di ventura con i quali avrebbe voluto condividere il destino fatale e tutto quello a causa della Signora del Tempio, della sua incapacità e della sua arroganza. GS si promise che se il suo destino fosse stato di cadere, avrebbe almeno sferrato un colpo…
“Cosa succede qui?”.
Un uomo avvolto in un mantello logoro, col volto nascosto sotto al cappuccio, era comparso sotto le scale della Torre e tutti i presenti lo fissarono, chiedendosi chi fosse.