Pace Fatta

25.12.2014 10:46

“Scusate il ritardo” – Disse GS, entrando nella saletta del tempio in cui si incontravano i due gruppi di cavalieri al cambio. Si sedette, senza dire altro e attese che Costantine iniziasse a raccontare come fosse andato il turno di guardia fino a quel momento. Di solito non c’era molto da dire a meno che non ci fosse qualche indicazione particolare stabilita dalla Signora del Tempio e quella volta non c’era nulla da segnalre.

GS, Tara e Fabio attesero che il loro amico terminasse di raccontare la storia del giorno, poi misero sul fuoco il caffè. Prima di andare via, Costantine fissò il braccio del cavaliere – “Ehi, che hai fatto al braccio?”.

“Niente di preoccupante” – Gli rispose GS, mentre si fasciava l’arto ferito – “Un paio di giorni e tornerà come nuovo”.

Mentre Mary e Eryon andavano via, Costanine rimase ancora un attimo a fissare il suo ex compagno di squadra – “Spero che tu non ti sia cacciato in un altro guaio, amico. Ultimamente sembra che te le vada a cercare”.

GS strinse la fasciatura, prima di rispondere – “Io faccio di tutto per restare lontano dai guai ma sembra che essi mi perseguitino. Devo avere una calamita per i problemi”.

Costantine fissò Tara, che se ne stava in silenzio assieme a Fabio – “Io invece dico che te li procuri tu, i guai”. Senza aggiungere altro, il cavaliere del Tempio andò via – “Ci vediamo domani” – Disse.

“A domani” – Gli rispose GS.

 

I tre colleghi iniziarono i giri di ronda, sistemarono i registri e furono impegnati in qualche altra attività burocratica per un po’. Quella sera Tara era tornata ad essere scostante e nervosa ma né GS né Fabio sembravano farci caso o, per meglio dire, la lasciavano semplicemente fare, senza dar troppo peso al suo tono d’umore.

I due ragazzi cercavano di stare assieme, mentre svolgevano il loro routinario lavoro, sbalorditi dall’andatura di Tara, che sembrava “una trottola impazzita” – “Certo che è strana forte, quella lì” – Disse GS a Fabio.

Il ragazzo annuì – “Credimi, ci lavoro assieme da diversi anni ormai, posso dire con certezza che ha qualche pregio ma purtroppo, pur avendo qualcosa di positivo, questi scompaiono sotto il peso dei suoi difetti”.

“Primo fra tutti quel suo caratteraccio” – Disse il cavaliere dalla rossa chioma.

“Sono anni che la conosco, eppure non riesco ad abituarmi a quel suo modo di fare” – Continuò il buon Fabio – “Ha degli atteggiamenti che possono sembrare infantili…”.

“Infatti mi ricorda una bambina dispettosa” – Disse GS.

“… ma non devi lasciarti trarre in inganno dal suo comportamento: dietro un’apparente innocenza si nasconde una belva!”.

“Cosa vuoi dire?”.

“Tara si nasconde dietro questo modo di fare, apparentemente innocente” – Spiegò Fabio – “Ma a volte lo fa come mezzo di difesa e sa anche fare male”.

GS annuì – “Io ne so qualcosa” – Disse, sottovoce.

“Cosa?” – Fabio non aveva sentito bene.

GS scosse il capo – “Nulla, solo un a considerazione tra me e me” – Tagliò corto il cavaliere.

“La prima a farmi notare quanto sapesse essere pericolosa, fu Robelle” – Disse Fabio – “Robelle, che conosce Tara da moltissimi anni, mi disse che quella donna sa anche essere cattiva e fare male”.

“Credo alle parole di Grottelle” – Disse GS.

 

Terminate le prime attività routinarie, GS e Fabio andarono a dare un’occhiata al piano superiore della Torre, per sincerarsi che il perimetro del Tempio non fosse circondato da nemici.

“Per fortuna, sembra che negli ultimi tempi nessuno minacci più il Tempio” – Disse Fabio, mentre procedeva lungo la scalinata di pietra.

GS annuì.

“Se penso che è passato quasi un anno, ormai, da quel terribile attacco… mi viene la pelle d’oca!”.

Fabio si riferiva al terribile attacco che aveva subito il Tempio, quando, appena un anno prima, una terribile forza Imperiale lo aveva trovato! GS ricordava bene quell’evento, poiché, tornando da un viaggio sulla colonia unita dei pirati dello spazio, si era ritrovato proprio nel bel mezzo della guerra tra forza Imperiali e templari!

“Se non ricordo male, tu non c’eri quel terribile giorno” – Disse GS.

“Purtroppo o per fortuna non c’ero” – Ammise Fabio – “Era il mio periodo di concedo, ma mi è stato raccontato”.

“Se il comandante di quella fazione Imperiale non si fosse lasciato prendere dall’ingordigia ed avesse avvisato l’Impero, credo che al tuo ritorno non avresti trovato più nulla”.

“Già” – Disse il ragazzo.

I due amici arrivarono alla sala nella stanza più alta della Torre e si affacciarono. Per fortuna, a quell’altezza si trovava un po’ di refrigerio. Era forse l’unico posto di tutto il Tempio della Mente dove si poteva trovare un venticello fresco, per combattere l’afa dell’estate. Dall’alto del tempio era possibile osservare i drappelli di sentinelle mentre facevano il loro lavoro. C’erano guardie anche ai due palazzi che ospitavano i militari e al deposito delle armi. Da quando Hanna Caderl era divenuta la nuova Signora del Tempio, i soldati erano molti di più rispetto all’anno precedente e forse era un bene.

“Ma ci sono sempre state tutte queste guardie?” – Chiese Fabio, sbalordito.

GS scosse il capo – “Che io ricordi no, ma tu sei qui da più tempo di me. Dovresti essere tu a dirmi se le cose sono cambiate”.

Fabio fece spallucce – “A me non è mai interessata veramente la situazione qui al Tempio. Io ci sono finito quasi per caso da queste parti e sono stato sottoposto all’esame per diventare cavaliere ma l’ho fatto solo per ottenere qualche pregio in più”.

GS capì che l’amico si riferiva al trattamento economico, anche se non riusciva a capire perché un ragazzo dovesse decidere di rischiare la vita per così pochi soldi. In fondo non era molto l’indennità di un cavaliere.

“Certo che se ci fossero state tutte queste guardie, quel lontano giorno, chissà se l’Impero fosse riuscito a coglierci di sorpresa” – Si chiese Fabio.

“Io non ho mai capito come abbia fatto quel maledetto generale a scovare l’esatta posizione del Tempio” – Confessò l’altro.

“In effetti, da quando sono qui, mi hanno sempre detto che la nebbia che protegge il Tempio ha sempre fatto bene il suo lavoro”.

“Non quel giorno” – Disse GS, ricordando l’incontro con i cavalieri neri. Era appena sopravvissuto al brusco atterraggio, dopo essere scappato dalla base spaziale di un gruppo di pirati dello spazio, che si imbatté in un gruppo di neri cavalieri. Essendo ancora frastornato da tutta la serie di eventi che lo aveva visto coinvolto nella base spaziale, non era stato in grado di battersi al pieno delle forze.

“A cosa pensi?” – Gli chiese improvvisamente Fabio.

“Al fatto che quel giorno rischiai quasi la vita” – Rispose GS.

Fabio fece un’espressione stupita – “Davvero? E l’armatura?”.

“La Fire Son era con me” – Gli disse GS – “La indossavo, per mia fortuna. Ma i nemici erano molto numerosi ed erano comandati da quel maledetto esperimento!”.

“Ne ho sentito parlare!” – Esclamò l’altro cavaliere – “Una volta ricordo che ne parlavano Flora ed i suoi”.

“Si trattava di un uomo potenziato con i terribili mezzi dell’Impero, mezzi che in parte sono rimasti ancora un mistero. Il palazzo Imperiale venne distrutto dopo la nostra piccola guerra contro l’Impero e nessuno è riuscito a trovare i libri che nascondevano i segreti di quella maledetta organizzazione”.

“Flora diceva che lo avete affrontato diverse volte”.

“E’ vero” – Ammise GS – “E solo la bravura di Grottelle è riuscita ad ammazzarlo. Quel cane cadde proprio da questa stanza, finendo di sotto e perdendo la vita. Prima di allora non avevo mai visto Robelle all’opera”.

“Dicono che conosca delle tecniche terribili!”.

“Proprio così” – Disse GS – “E’ in grado di creare delle illusioni molto suggestive… quella notte mi ricordò un demone dell’inferno”.

“E’ incredibile!” – Esclamò l’altro – “Non riesco proprio ad immaginarmi la nostra Grottelle come la descrivi tu”.

“E’ dolce e gentile ma al momento opportuno sa essere molto forte e quella notte ce ne diede prova”.

“Da quello che ho sentito, fu spietata” – Disse Fabio, dopo essersi appoggiato con la schiena contro la ringhiera di pietra, in modo da fissare in volto il suo amico.

GS scosse il capo – “Non direi spietata” – Disse – “Io non credo che il suo intento fosse quello di ammazzare il nemico. Certo, non gli avrebbe permesso di mietere vittime. Quella specie di super guerriero cadde di sotto in modo del tutto accidentale, secondo me”.

Fabio abbassò lo sguardo, prima di dire quello che pensava – “Doveva essere davvero forte. Ho sentito che riuscì a sopravvivere alla spada di Flora e a Fhin”.

“E’ vero” – Disse GS – “In più di un’occasione credettero e credemmo che fosse spacciato ma alla fine fu solo l’intervento di Grottelle ad essere risolutore”.

“Ma come facesti a raggiungere gli altri?” – Gli chiese improvvisamente Fabio – “Dopo l’incontro coni cavalieri neri dell’Impero, come riuscisti a raggiungere il tempio?”.

“Fu grazie a Fhin” – Disse GS – “Fu lui a guidarmi fino al passaggio segreto che ci permise di entrare nella Torre”.

“Passaggio segreto?” – Per Fabio la storia si faceva sempre più interessante.

“Come, non ne conosci l’esistenza?” – L’altro scosse il capo ed in quel momento GS ricordò che Fhin lo aveva avvertito, quel giorno: il passaggio segreto era conosciuto solo da pochissimi Cavalieri al Tempio – “Adesso ricordo! Fhin mi rivelò che il passaggio è conosciuto solo da pochi cavalieri e tu non puoi essere tra essi”.

“Ma tu si” – Disse Fabio, sorridendo.

“A dire il vero, non ricordo nemmeno più dove fosse” – Ammise GS, lanciando uno sguardo di sotto.

“Beh, spero che non ci sia più bisogno di utilizzarlo” – Disse Fabio.

“Lo spero anche io” – Aggiunse l’altro.

“Adesso però torniamo di sotto” – Gli disse Fabio – “Tara si arrabbia se la si lascia troppo tempo da sola nella Torre”.

“Ma non c’è niente da fare!” – Esclamò GS – “Questa è una di quelle notti dove tutto fila liscio: non sono scappati pazienti dal nosocomio, non siamo stati contattati per delle missioni urgenti…”.

“Lo so” – Convenne Fabio, fermando subito l’amico – “Ma io conosco bene Tara. Fidati, se non vuoi che si trasformi in qualcosa di ostile, dobbiamo tornare di sotto”.

GS annuì e seguì l’amico.

 

“Ah, eccovi finalmente!” – Esclamò Tara nel vederli – “Dal tempo che ci avete messo, credevo che qualcosa minacciasse il Tempio!”.

I due ragazzi scossero il capo – “Rilassati, Tara” – Disse GS – “Non c’è proprio nulla che non vada”.

Fabio si sedette ad un tavolo ed iniziò a leggere un vecchio libro ma lo richiuse immediatamente, tenendo il segno con l’indice, quando lanciò lo sguardo all’orologio – “Accidenti!” – Esclamò – “Sono passate le ventiquattro” – Lanciò uno sguardo ai suoi due compagni ma in particolar modo a GS – “Che ne direste se ci stendessimo un po’? giusto per far riposare le ossa?”.

Ogni notte, se le cose andavano per il verso giusto, i cavalieri di guardia si stendevano su dei giacigli di fortuna, per far riposare la schiena e quella notte GS aveva proprio bisogno di stendersi un po’, dopo il terribile scontro con il misterioso assassino. Quindi , il cavaliere dalla rossa chioma annuì immediatamente – “Credo che sia un’ottima idea” – Poi lanciò uno sguardo verso Tara, sperando che la donna capisse e non chiedesse loro di restare in piedi tutta la notte, come era accaduto le altre volte.

Tara gli rivolse uno sguardo severo ma GS la pregò – “Dai, Tara! È una notte splendida, che senso avrebbe restare in piedi altre sei o sette ore? Perché rovinarci la schiena così? Possiamo restare vigili, ma stendere un po’ le ossa”.

Allora Tara gli rivolse un ampio sorriso e, per un attimo apparve sul suo volto quel sorriso malizioso che gli aveva rivolto spesso in determinate occasioni, in quel lungo mese in cui erano stati nella stessa squadra – “E va bene” – Gli disse – “Vedo che sei molto stanco questa sera. Ci metteremo comodi ma guai a voi se vi addormentate!”.

“Ma non ci penso nemmeno!” – Esclamò Fabio, che intanto era già nel suo giaciglio, protetto da una tenda ricavata da alcune lenzuola di fortuna.

Tara si rivolse allora all’altro cavaliere – “Beh, non ci rimane che seguire il suo esempio ma bada bene: io ti controllo e se scopro che dormi… guai a te!”.

“Non dormirò” – Le disse GS, mentre metteva il vecchio materasso in una parte della stanza – “Non ti preoccupare” – Con sua grande sorpresa, GS si accorse che la donna si era sistemata su di una barella al suo fianco. Tara si era distesa prona, poggiando la faccia sulle mani. Attraverso uno scorcio nella sua divisa si intravedeva un seno candido. GS si voltò dall’altro lato. Poco dopo, come spesso gli accadeva quando si stendeva, il ragazzo cambiò posizione, mettendosi disteso ed in quel momento la mano di Tara gli scivolò sul petto. Il ragazzo afferrò la mano della donna, per spostarla, ma in quel momento – dopo essere uscito vivo da uno scontro mortale con un assassino misterioso e potentissimo – il cavaliere sentì il bisogno di abbandonarsi completamente alle proprie emozioni. Tara gli carezzò il viso ed egli tenne stretta la sua mano.

“GS…”.

“Dimmi”.

Seguì un breve silenzio, prima che la donna gli sussurrasse quello ce aveva da dirgli – “Se un giorno venissi dalle tue parti, dove mi porteresti?”.

Il cavaliere abbozzò un sorriso che Tara non poteva vedere – “Ti porterei sul lungomare” – Le disse – “In uno dei migliori ristoranti della zona. Ci faremmo un bel pranzetto” – Disse quelle ultime parole per stuzzicarla ma, vedendo che Tara non si arrabbiava non sapeva cosa dire.

“Continua” – Gli disse lei – “E poi?”.

“Dipende” – Rispose lui.

“Da cosa?” – La donna già conosceva la risposta.

“Da te, Tara” – Le disse GS – “Se venissi in pace saresti la mia regina ma se venissi in guerra, allora dovrei dissotterrare l’ascia”.

“Verrei in pace, te lo assicuro” – Si affrettò a sussurrare lei.

“Bene” – Disse il cavaliere – “Allora ci divertiremmo… entrambi”.

“Continua…”.

“Innanzitutto ti vorrei vedere con degli abiti in particolare” – Le disse GS.

“Quali?” – Gli chiese la donna.

“Un tubino rosa. Che ne dici?”.

“E poi?”.

“Un paio di tacchi a spillo dello stesso colore o bianchi. Ed un fiocco rosa nei capelli”.

“Dove mi porteresti?”.

“Te l’ho già detto”.

“Ripetimelo”.

“Ti porterei in un ristorante sul mare, dove pranzeremmo e poi…”.

“E poi?”.

“…non lo so”.

“Continua…”.

“E poi si vedrebbe” – GS continuò a sorridere, non volendo dare la soddisfazione alla donna di spingersi oltre con la fantasia.

A quel punto tra i due riprese quel vecchio gioco che avevano cominciato sin da quando si erano visti. Lei provocava lui, cercando di ritirare la mano per poi abbandonarsi completamente alla stretta del ragazzo. GS la lusingava per la bellezza delle braccia, della mano e lanciava chiari richiami al candore della sua pelle e ai suoi fluenti capelli. La donna si fingeva indispettiva da quelle attenzione ma subito vi si abbandonava, ridendo. Proseguivano silenzi in cui GS teneva stretta la mano della donna, passandosela sul viso e baciandola. Tara rideva, fingeva di dormire e di essere risvegliata dalle attenzioni del cavaliere. I due, senza disturbare Fabio, si alzarono per fare dei controlli, salendo fin su al piano superiore e lanciando uno sguardo nella notte silenziosa e fresca. Poi tornavano di sotto e si stendevano e di nuovo riprendeva il gioco della mano ed entrambi erano contenti, anche se fingevano di non esserlo troppo. In verità, GS palesava – come spesso faceva – le sue emozioni, mentre Tara – da brava signora – cercava di celare il piacere che provava, facendolo poi chiaramente trasparire dalle risatine e dal fatto che si abbandonava completamente al gioco.

E, mentre si abbandonava completamente al gioco; dimentico del dolore al braccio e del profondo dolore che aveva provato appena pochi mesi prima; GS si chiedeva cosa fare. La presenza della donna gli procurava molto piacere e, ancora una volta, stare a così stretto contatto con lei gli faceva dimenticare ogni altra cosa: non esisteva più la minaccia di un nuovo nemico i cui uomini giravano sfoggiando il simbolo del defunto Impero, non esisteva il problema del governo della Fiamma di Luce o il Potenziatore. In quel momento non esisteva nemmeno Fabio, loro compagno di ventura ma esistevano solo lui e Tara.

Il cavaliere si chiedeva cosa fare. Una parte di sé voleva abbandonarsi completamente a quel gioco, spingersi fino in fondo, fin dove non si era spinto la prima volta che aveva portato il loro gioco ad un livello molto alto. Ma l’altra parte di sé imponeva a GS di starsene tranquillo. Quella parte gli ripeteva che non c’era motivo di ricominciare un gioco che già una volta era andato male. Poco importava se Tara in quel momento fosse ben disposta nei suoi confronti. Soltanto pochi mesi prima lo aveva trattato malissimo, cercando di rendersi troppo preziosa, forse più di quanto fosse in realtà. L’altra parte, in quel momento tornava a farsi sentire, gridando che quella era l’occasione che stava aspettando da molto tempo, che non poteva tirarsi indietro in quel momento e che doveva prendersi ciò che aveva rifiutato in quel maledetto pomeriggio!

Ma alla fine GS fece la cosa che secondo lui era la più giusta: diede retta all’altra vocina e lasciò perdere.

Tra giri di ronda vari e altri controlli, GS riuscì addirittura a dormire un’oretta. Prese sonno all’improvviso, mentre teneva stretta la mano del suo capo turno. Quando riaprì gli occhi erano quasi le sei del mattino ed il turno volgeva al termine. La prima cosa che vide fu la sua mano intrecciata a quella di Tara, poi incontrò gli occhi della donna. La ragazza lo fissava come se volesse rimproverarlo: si era addormentato durante il servizio!

GS assunse un’espressione dispiaciuta e Tara gli rivolse un gran sorriso. GS si rese conto, ancora una volta – dopo che lo aveva dimenticato – di quanto fosse bello il viso della donna quando faceva quel sorriso: le labbra leggermente socchiude ed i denti appena visibili. Lo colpivano in particolare i canini che apparivano fin troppo pronunciati. Gli occhi trasmettevano un senso di allegria e benessere, segno che la donna stava davvero bene.

“Mi dispiace” – Le disse lui.

“Ti perdono” – Gli disse Tara – “Hai una brutta ferita”.

GS si ricordò del braccio e solo allora si rese conto di sentirsi davvero molto meglio: non gli faceva più male! I due colleghi si alzarono e sistemarono la stanza, compilarono il rapporto del turno, in cui sottoscrivevano che non c’era nulla di particolare da segnalare e che tutto stava bene e, solo dopo aver terminato tutte le piccole attività di fine turno, chiamarono Fabio. Il ragazzo russava e Tara lo rimproverò, dopo averlo svegliato. Anche se non aveva in testa la corona, GS vide che il ragazzo stava fingendo: Fabio non dormiva affatto e forse non aveva mai dormito ma il Cavaliere del Nuovo Ordine non poteva esserne sicuro.

 

Prima che arrivasse il cambio, Tara riprese a stuzzicare GS – “Vorrei proprio vedere alcune delle tue tecniche” – Gli disse.

“Non ho nessuna tecnica particolare” – Le disse lui.

“Eppure sei un praticante di arti marziali”.

“Lo sono stato” – La corresse l’altro.

“Ma sono certa che sei ancora in gamba” – Tara finse di attaccarlo, allora GS, stando al gioco, le bloccò il braccio e glielo torse leggermente dietro la schiena. In quel momento Tara rimase estasiata, fingendosi sofferente – “Così mi fai male!”.

GS mollò immediatamente la presa – “Scusami” – Le disse, anche sapendo che non le stava facendo realmente male.

Tara sorrise e gli calpestò un piede, prendendo poi a correre per la stanza. GS la rincorse e la bloccò, fingendo di farle una leva al braccio. La donna si abbandonò completamente al gioco, fingendosi una damigella indifesa – “Lasciami, ma guarda questo! Fabio, non fai nulla per aiutare il tuo capo turno?”.

Fabio, che nel frattempo aveva ripreso a leggere il libro, dopo aver sistemato il giaciglio, nascondendo tutto e facendo scomparire la tenda di fortuna, rivolse ai due uno sguardo strano, poi, quando i due non lo guardavano, mormorò qualcosa, rivolgendosi a GS ma il cavaliere non poteva sentirlo, preso com’era dal suo gioco con Tara.

In  fine, come tutte le cose belle, anche quella notte giunse al termine. I tre cavalieri passarono la consegna al gruppo di GS, il quale gli ricordò che avrebbero dovuto festeggiare il suo rientro in squadra – “A questa sera, cavaliere!” – Esclamò Costantine.

“A questa sera” – Disse GS, sia a lui che ad Eryon, poi uscì dal tempio, assieme al suo gruppo, quel gruppo dal quale stava uscendo.

 

Mentre si avviava verso la strada che lo avrebbe condotto a casa, GS si sentì chiamare. Voltandosi si ritrovò a fissare il volto di Hanna. La donna era sull’uscio, nella sua divisa di Signora del Tempio.

“Ragazzi, vado da Hanna. Ci vediamo”.

“Ti aspettiamo” – Gli disse Tara.

“Ma non so quanto ci metterò”.

“Abbiamo iniziato questo periodo insieme e lo termineremo insieme” – Gli disse la donna – “Adesso vai, noi restiamo qui”.

GS fissò prima Tara, poi Fabio e alla fine si avviò verso Hanna Caderl.

“Vieni nel mio ufficio” – Gli disse la donna.

Una volta al sicuro da occhi indiscreti, la donna si mise comoda e si accese una sigaretta, prendendo avidamente una boccata di fumo – “Allora, com’è andata?”.

“E’ andata bene” – Le disse GS.

“Quindi non è stato poi così terribile lavorare con Tara, alla fine?”.

“E’ stato molto bello invece” – Disse il ragazzo. Hanna lo ascoltava – “Finalmente ho vinto la mia paura di avere a che fare con lei.  Non la temo.  Non ho paura delle sue sfuriate, né mi crea disagio la sua dolcezza”.

Hanna sorrise – “Bene” – Gli disse – “Adesso dimmi: vuoi tornare nel tuo gruppo?”.

“Certo” ­– Disse GS, senza esitare – “Erano questi i patti o sbaglio?”.

Hanna annuì – “Abbiamo patteggiato questo ma mi basta una tua parola ed io cambio tutto”.

GS inarcò il sopracciglio destro.

“Dimmi che vuoi lavorare con Tara ed io ti lascio fisso nel suo turno”.

GS sorrise e scosse il capo.

“Cosa c’è?”.

“E’ incredibile come cambino le cose in così pochi mesi. Solo poco tempo fa sarei stato felicissimo, forse l’uomo più felice del mondo, nel sapere di poter lavorare con lei per tutto il tempo che mi resta da passare al Tempio”.

“Però?”.

“Però voglio tornare nella mia squadra originale” – Disse infine GS – “Adesso non ha senso, Hanna”.

La donna annuì, spegnendo la sigaretta – “Ti capisco”.

“Lasciamo le cose com’erano in origine: lasciami tornare con Costantine ed Eryon. Sono sicuro che con Mary diverremo un’ottima squadra”.

“Bene” – Disse la Signora del Tempio – “Allora da dopodomani torni in squadra con Costantine. Va bene?”.

“Va benissimo” – GS si voltò per andare via, quando Hanna lo fermò.

“Aspetta!”.

“Cos’altro c’è?”.

“Lo sai vero che non avrai la possibilità di entrare in squadra con Fhin?”.

GS annuì – “Anche se a me la cosa non mi interessa, avevo sentito dire che le proteste degli altri cavalieri sono riuscite a farti tornare sui tuoi passi”.

“Purtroppo è così, almeno per questa volta. Se avrò nuovamente dei problemi, attuerò la rotazione a priori”.

GS sorrise – “Spero allora che non succeda!”.

 

Il cavaliere uscì dal Tempio e trovò i suoi due amici ad aspettarlo. Un largo sorriso prese forma sul suo volto – “Allora mi avete aspettato!”.

“Cosa ti avevo detto?”.

“Andiamo tutti a fare colazione, allora!”,

GS offrì la colazione ai suoi due amici, ringraziandoli per il magnifico periodo che aveva passato con loro – “Mi sono trovato davvero bene in squadra con voi, ragazzi”.

“E allora perché te ne vai?” – Gli chiese Tara.

GS la fissò e sorrise – “Perché la mia squadra è un’altra”.

Fabio e Tara annuirono.

I tre cavalieri si salutarono e prima di andare via, GS si rivolse nuovamente a Tara – “E poi non è escluso che lavoreremo nuovamente assieme. Lo sai che i nostri turni spesso si incrociano”.

“E’ vero” – Disse la donna.

“L’importante è che pace è fatta” – Le disse GS e, sorridendo, andò verso casa, contento per aver superato quello che lui viveva come un grosso limite. In quel momento, nel suo corpo egli non lo avvertì, ma ci fu un piccolo cambiamento: qualcosa si sbloccò ed un grosso peso gli si tolse dallo stomaco. GS non aveva più paura di Tara, non la temeva più e non la considerava né un pericolo né un prezioso tesoro. Tara era semplicemente una donna sola, come lui era un ragazzo solo.